lunedì 3 giugno 2013

ABYSMAL GRIEF - Feretri


Informazioni
Gruppo: Abysmal Grief
Titolo: Feretri
Anno: 2013
Provenienza: Italia
Etichetta: Terror From Hell Records
Contatti: abysmalgrief.com
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Lords Of The Funeral
2. Hidden In The Graveyard
3. Sinister Gleams
4. Crepusculum
5. The Gaze Of The Owl
6. Her Scythe

DURATA: 45:44

Nel panorama Doom nostrano (e non solo) gli Abysmal Grief non sono di certo un nome nuovo: attivi ormai da più di quindici anni e con alle spalle una discografia di tutto rispetto, tra cui spiccano gli album "Abysmal Grief" e "Misfortune", i genovesi sono senza dubbio una delle migliori compagini sulla scena italica.

Il 2013 ci consegna il nuovo album "Feretri" che, ve lo voglio proprio svelare, ho da subito richiesto di poter recensire, per più di un motivo: ritengo i due precedenti dischi summenzionati degli ottimi prodotti (il debutto, a tratti, lo considero quasi un capolavoro) e non vi nasconderò quanto la copertina del nuovo parto discografico abbia prodotto in me un profondo tumulto ed è proprio da qui che voglio dare inizio alla mia disamina. L'immagine che presenta la prima faccia di "Feretri" è una scena tratta da una pellicola di Emilio Miraglia del 1972, "La Dama Rossa Uccide Sette Volte", e devo dire che — forse anche a causa di un certo vissuto personale — essa ha scatenato un certo turbamento delle mie fantasie.

Mi inoltro ora nell'aspetto puramente musicale dell'opera in questione: tracce come "Lords Of The Funerals" e "The Gaze Of The Owl" sono alimentate da un Doom classico impregnato di un nero profondissimo, da evocativi connotati liturgici ed estremamente sinistri la cui lugubre potenza viene implementata da un'atmosfera imponente e sacrilega che riverbera tra le navate di un'oscura cattedrale sconsacrata dal tempo, che si insinua nella cripta sotterranea e che lì ci svela demoni mortiferi pronti a dilaniarci eternamente. Immaginate di prendere i Celtic Frost di "Monotheist" (o i Triptykon), di spogliarli di gran parte della loro ruvidità e di adornarli di un'aura tipica del movimento Dark nostrano: i sacerdoti asserviti al lato più seducente della Morte che vi ritroverete di fronte potrebbero essere le stesse figure antropomorfe che questa volta prendono il nome di Abysmal Grief.

"Hidden In The Graveyard" è invece un episodio più movimentato che ricorda vagamente i Death SS in versione più mistica e l'atmosfera si fa decisamente più sulfurea, grazie anche a incursioni vintage tipiche di un certo modo tutto italiano di intendere la musica oscura che diventeranno preponderanti e impetuose in "Sinister Gleams" e nella strumentale "Crepusculum". Ci viene portato alle narici un vago odore cimiteriale, un odore che è un miscuglio tra decomposizione, polvere centenaria e crisantemi appassiti, un odore che sopraggiunge al seguito di una marcia capitanata da impalpabili e incappucciati ierofanti della Morte guidanti un esercito di spiriti richiamati da abominevoli rituali necromantici. Assistiamo a tale processione fino all'avvento della lunga "Her Scythe", nella quale un suono incredibilmente millenaristico e imponente sembra raggiungerci dagli antri di secoli di storia oscura e occulta, ponendo il suo suggello sul blasfemo cerimoniale che si è appena svolto: da ora in poi non avremo più cari defunti da piangere, poiché i feretri saranno vuoti e il loro contenuto si aggirerà tra noi.

Si potrà parlare a lungo del buon gusto o della carica offensiva del macabro, cose che comunque, in questa sede, non ci interessano più di tanto; di certo gli Abysmal Grief, anche questa volta, hanno impiegato tale materia per tessere le trame di un'opera toccante, profonda, vibrante di lugubre energia nera e di enorme valore. Non so quanti tra di voi, nel prossimo futuro, abbiano in programma di risvegliare dei morti, ma ciò di cui sono sicuro è che se amate il Doom, se amate la funerea vocazione delle musica maledetta e se non avete paura di fare un inquietante viaggio all'interno del mondo dei defunti, allora "Feretri" è un'opera che vi dovete assolutamente procurare.

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