lunedì 18 marzo 2013

GYPSY CHIEF GOLIATH - It's A Walk In The Mist


Informazioni
Gruppo: Gypsy Chief Goliath
Titolo: It's A Walk In The Mist
Anno: 2012
Provenienza: Canada
Etichetta: Black Vulture Records
Contatti: facebook.com/groups/gypsychiefgoliath
Autore: Mourning

Tracklist
1. Black Samurai
2. The Return
3. Cold Hand Of Death
4. We Are The Devils Thieves
5. Dreaming In Color
6. Elephant In The Room
7. Intermission#
8. Chapter Fire
9. Out Of Control
10. Course Of Time
11. Listen To Static
12. Saint Covens Tavern

DURATA: 48:27

I Gypsy Chief Goliath sono fra i possessori di un suono che mi rende felice ogni qualvolta inserisca un disco simile nello stereo, parlo di musica stoner, di rock psichedelico che si tinge di venature hard e country, il sound caloroso e avvolgente del sud degli U.S.A., certo è strano che tutto ciò arrivi però dal più freddo territorio canadese.
La formazione guidata dal carismatico cantante Al "The Yeti" Bones (The Mighty Nimbus, ex Georgian Skull e Mister Bones) è così composta: Al "The Yeti" Petrovich (voce), Dave Ljubanovich (chitarra), Sean De Faria (chitarra), Brodie Stevenson (armonica), Sean Hamilton (basso) e Adam Saitti (batteria).
Nel 2012 hanno rilasciato un piacevolissimo album che fonde gli stili prima accennati, si ha la sensazione di venire inondati dalla calura, dal sapore alcolico e dalle ondate blues che portano a immaginare questi canadesi come una miscela ben riuscita di Black Sabbath, Lynyrd Skynyrd, Blue Öyster Cult, Thin Lizzy, Down, Clutch e Hogjaw, al solo pensiero viene l'acquolina alla bocca. Sin da subito vi preannuncio che il disco non ha momenti morti e nemmeno riempitivi, la tracklist fila via liscia e particolarmente godereccia.
I giochi si avviano ed è l'opener "Black Samurai" ad accoglierci, è il primo esempio di quanto i musicisti siano abili nel mantenere in equilibrio le componenti stoner e psichedelica, facendo sì che entrambe aderiscano al pezzo come entità fluide e viscerali; seguono due canzoni, "The Return" e "Cold Hand Of Death", robuste, sanguigne e di chiara entità settantiana, che scaldano il cuore e invitano ad alzare i boccali.
È poi il turno di "We Are The Devils Thieves" con l'intrufolarsi della vena country che rende il brano coinvolgente e quando ci si attenderebbe di proseguire su tale percorso i Gypsy Chief Goliath fanno un passo indietro, appesantendo il sound in "Dreaming In Color", nella quale l'unico colore difforme dalle tonalità grigie e pressanti viene evidenziato dall'armonica a bocca di Brodie, che ritroveremo anche nella successiva "Elephant In The Room" dall'atteggiamento acido e scostante; la voce di Al è graffiante, scura, incisiva e ricorda non poco quella dei signori Phil Anselmo e Neil Fallon dopo una bella botta da whiskey, il rozzume ci piace.
Il settimo capitolo "Intermission#" è stravagante, non mi viene in mente altro termine per definirlo, è poco meno di un minuto e mezzo di musica acustica, il suono nella prima parte sembra essere guidato da una diamonica (avete presente?), mutando poi in una sorta di melodia orientaleggiante un po' fuori contesto, ma neanche così disturbante. La band deve essere andata fuori dagli schemi per più di un attimo, poiché la traccia seguente intitolata "Chapter Of Fire" vira in territorio molto classico e improntato su un heavy stradaiolo che rimembra qualcosa anche degli Steppenwolf.
Non si può certo dire che questi musicisti non sappiano attizzare il fuoco del rock, confermandolo oltretutto nella ritmicamente incalzante e prestante "Out Of Control" dal titolo azzeccatissimo e poi... Poi come la quiete dopo la tempesta compare "Course Of Time" a cavallo tra il vissuto della piovosa Seattle e il southern che scorre nelle vene delle note sinora udite, sorpresi? Io un po' sì e devo dire che il risultato è davvero niente male.
Ancora due soli brani e "It's Walk In The Mist" avrà compiuto il suo corso, si fa sotto "Listen To Static" dall'attitudine maggiormente intima e riflessiva, conservando quell'acidità blues di fondo e centellinando gli sforzi in un crescendo lieve e costante, l'ennesimo incontro con l'armonica a bocca e l'aumentare dei ritmi sul finire spalancano la porta d'ingresso all'ultima "Saint Covens Tavern" che, dopo aver omaggiato la tradizione a "stelle e strisce" con una piccola sezione di "When The Saints Go Marching In", celebra la passione per rock, folk e country in unica sessione.
Dopo un paio di giri in un locale si potrebbe rischiare di pagare un salatissimo conto al banco del bar, il pezzo desidera animare la serata e "buona musica più alcol in compagnia" è un modo per far sì che avvenga.
Siamo di fronte ai Gypsy Chief Goliath e alla loro goliardia, a un sound che come appassionato del genere, e tanti di voi lo sono, non riuscirò mai e poi mai a non inserire nello stereo. Citazionisti o meno, i canadesi con questo "It's Walk In The Mist" mi danno, e ci danno, ciò che vogliamo davvero: un motivo per premere "play", aggiungete un pizzico di personalità e un paio di brani che diveranno delle vostre "hit" e la magia è bella che pronta. Lo compriamo? Io direi di sì.

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