lunedì 18 marzo 2013

A.DEATH.EXPERIENCE - Castor || Pollux


Informazioni
Gruppo: A.Death.Experience
Titolo: Castor || Pollux
Anno: 2012
Provenienza: Germania
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Bandcamp - Facebook - Myspace
Autore: Akh.

Tracklist
1. Intro
2. Chaos Vision
3. A Sign For The Weak
4. Reflections
5. Into Purple Skies
6. Lost In Illusions
7. The Call
8. The Silent Steps Of A Giant
9. Valete - This Is My Last Goodbye

DURATA: 45:08

I più fedeli lettori di Aristocrazia sapranno già che questo nome è sinonimo di qualità: A.Death.Experience.; ampiamente visionati e ultra consigliati con il loro demo del 2008, decidono di compiere il salto dell'esordio sulla lunga distanza e ne fuoriesce questo "Castor || Pollux", i Dioscuri, i fratelli gemelli del firmamento che hanno dato origine a leggende esoteriche.

A prescindere dai legami "classici", diciamo che vi sono due nuove entrate in formazione: Martin alla seconda chitarra e Kari dietro al microfono, una donzella affermerete voi... Il cd è ancora inspiegabilmente autoprodotto, ma se vi attendete un prodotto "casereccio" vi sbagliate di grosso, tenete presente che si è scomodato per la produzione nientepopodimeno che Andy Classen (già alle prese con band del calibro di Belphegor, Tankard, Rotting Christ, Asphyx, Dew Scented, Krisiun ecc..), quindi professionalità e qualità al 1000% che vengono immediatamente riversate nelle otto tracce più intro.

Fin da quest'ultima si percepisce che sarà un bel mattino, il suono è potente e cristallino, s'infiamma immediatamente con la rivisitazione dell'incisiva "Chaos Vision" che non perde un millesimo della devastante cattiveria, mentre l'interpretazione di Kari fa già rimanere basiti, in quanto se non mi avessero detto che fosse una ragazza non l'avrei mai percepito tanto il tono è incazzato e tagliente. La Nostra manda a fare in culo i ritornelli di Friden, Stanne et similia, maciullando di fatto i loro piccoli e sterili testicoli: questa sì che possiede i veri attributi ed è degna erede della signora Gossow, mentre nel death abbiamo altre voci femminili di livello come Sharon Bascovsky dei Derketa e Mallika Sundaramurthy degli Abnormality. Intanto incomincia a girare l'altra mazzata a nome "A Sign For The Weak", che tra fraseggi melodici e ritmiche tritaossa crea un connubio esaltante.

La base ritmica è solidissima, la struttura dei brani piacevole, riuscendo a passare da momenti d'assalto a parti atmosferiche ricche d'emotività, con l'aggiunta di un tocco tecnico. Si passa quindi alla battagliera "Reflection", ricca di melodie più asciutte e in cui passiamo da influenze slayeriane a pennate di stampo Dream Theater, quelli più thrash.

Le seguenti "Into Purple Skies" e "Lost Illusions" — anch'esse riprese dal precedente demo — mantengono l'incedere furioso e, come già detto, gli A.Death.Experience non si fanno pregare per serrare i tempi, alternando in maniera fantastica le ritmiche di Paul e Martin, muovendosi tranquillamente fra quarti e sedicesimi, mentre le parti soliste continuano a snocciolare qualità in modo industriale, dimostrandoci per l'ennesima volta come il MDM se suonato con convinzione, tecnica e ultra incazzatura possa fare le scarpe a tutti quei nomi da copertina che oramai sono buoni solamente come zeppe per tavolini instabili.

Il quartetto merita indubbiamente, non vi è il minimo calo compositivo, la cantante "spappola e affetta" senza concedere nessuna tregua, Micha è una macchina da guerra percussiva instancabile che travolge l'ascoltatore senza la minima incertezza; "The Call" lo riafferma senza remore e lo dice anche la mia testa che non accenna a fermarsi. Potrei anche aggiungere che il genere, per quanto possa sembrare inverosimile, gode di salute fuori dalla madrepatria Svezia (unica eccezione i Fisherman's Death, di cui presto avrete notizie), "The Silent Steps Of A Giant" ne è un'altra riprova, fra arpeggi, tempi granitici e monolitici, giri melodici e una tensione variabile da sensazioni di tristezza a rabbia incontrollabile; infine appare esclusivamente in questo brano una soffusa controvoce pulita a bilanciare l'asprezza dei vocalizzi screaming, per continuare in un crescendo esaltante dopo lo stacco a metà canzone, otto minuti di poeticità estrema, uno scorcio sentito di pura anima.

Il "Chaos" degli A.Death.Experience giunge all'ultimo episodio di questo album con una mazzata fragorosa intitolata "Valete - This Is My Last Goodbye", la quale si apre con una ritmica in mid tempo a cui è impossibile rimanere indifferenti, per poi ripartire sui ritmi classici del genere, fra ottavi e brevi blast beat, che per il sottoscritto fanno la differenza nel vortice assoluto sapientemente creato del gruppo teutonico.

Che questi ragazzi siano senza contratto lo trovo veramente offensivo per ogni persona che ama queste sonorità, ritengo oggettivamente inconciliabile il fatto che Paul e Micha debbano finanziarsi da soli capolavori come questo "Castor || Pollux", pretendo che gli addetti ai lavori certifichino la loro bontà offrendo loro la possibilità di far vedere al mondo come vada suonato il Melodic Death Metal, altro che gruppi per emo sfigati e o femminucce (maschi e femmine, la solfa è la medesima) falsamente incazzate! I ragazzi sono indicati a tutti gli amanti del genere e consigliati per qualsiasi "dieta" metallica, il mio pollice è quindi levato.

Abbiamo un gruppo da supportare insindacabilmente, che ci regala il genere ai suoi massimi livelli, quindi non abbiate remore, contattateli e fate vostro questo materiale; inoltre recuperate anche i demo, poiché sono in download gratuito. La classe non è acqua e gli A.Death.Experience ce lo dimostrano sfacciatamente.

Cos'altro dire? Bravi.

I Dioscuri brillano di luce propria nel firmamento.

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