lunedì 2 aprile 2012

AMANTYDE

Informazioni
Autore: Mourning

Formazione
Dario Pisasale - Chitarra
Andrea - Basso, Voce
Chad - Batteria
Nicky - Voce


Metal/Rock moderno, catchy e ben suonato quello degli Amantyde di "Madchen", cerchiamo di approfondire la conoscenza della band veneta attraverso una serie di domande, vediamo cos'hanno da raccontarci.

Benvenuti su Aristocrazia Webzine, di solito amo cominciare l'intervista lasciando spazio alla formazione per parlare un po' di sé e della propria storia, quindi a voi la parola...

Nicky: Ciao, grazie mille per lo spazio che ci stai dedicando! Io sono Nicky, voce e portavoce degli Amantyde. Due parole per presentare la band, quindi... Gli Amantyde sono attivi dal 2006, dopo un demo registrato pochi mesi dopo la nostra formazione abbiamo registrato "Leavit All Behind" il nostro primo EP, pubblicato nel 2007, che ci ha procurato un contratto con la indie di Bologna Black Fading Records. Con quest'etichetta e il suo produttore artistico, Cristiano Santini, abbiamo pubblicato nel 2009 "Bleeding Miles", il nostro primo album ufficiale. In questi anni abbiamo sempre promosso i nostri lavori principalmente on stage, girando un po' tutta l'Italia, appoggiandoci a band piu grosse, come gli Exilia o Pino Scotto, finchè nel 2010, dopo un cambio di line up (chitarra e batteria) abbiamo iniziato a lavorare al nostro nuovo lavoro "Madchen", che abbiamo inciso la scorsa estate al Flame Out Studio di Chioggia e che è uscito qui, a dicembre, per Red Pony e Audioglobe.


Siete una band coerente che si evolve, non avete mai rinnegato il vostro passato che anzi vi portate dietro con piacere dandogli nuova vita, penso a pezzi come "Dust Childhood" e "Nothing But Rain" ma al tempo stesso guardate costantemente oltre. Qual è la ricetta giusta per dar vita a un buon album qual è del resto "Madchen"?

Nicky: Abbiamo cercato di far tesoro degli insegnamenti raccolti lungo il nostro percorso, forti anche degli inevitabili errori fatti in passato, dettati principalmente dall'inesperienza e dalla mancanza di umiltà. "Madchen" è un album in cui abbiamo messo a frutto le conoscenze maturate in "Bleeding Miles", coniugandole al coraggio di esprimere completamente noi stessi, un coraggio che ci siamo conquistati con l'età, evitando di cadere nella tentazione di cercare semplicemente di compiacere chi ci ascolta.


Cos'è "Dust Childhood" per voi? Ha dietro un significato particolare? Se non erro è sempre stata presente nelle release ufficiali.

Nicky: Sì, ed era presente anche nel demo, "Aurora" (che, per fortuna, è irreperibile, a parte qualche amico che lo conserva, penso per ricattarci) [ride]. Ci piace mantenere un filo conduttore che guida l'ascoltatore lungo la nostra storia, un piccolo punto di riferimento. "Dust Childhood" è un brano che, senza imposizione alcuna, si è sempre evoluto da solo, sotto le nostre mani, limandosi ed impreziosendosi, ed ha sempre assorbito meglio di ogni altro pezzo i cambiamenti degli Amantyde. In "Madchen" l'abbiamo re-inciso anche perché stiamo programmando di farne un video legato alla storia raccontata nel testo, ovvero una storia di pedofilia e prostituzione minorile.


Il titolo e la scelta artistica adottata per l'artwork sembrano attinenti a indicare la presenza di un concept intorno alla parola "ragazza/donna", è corretto il mio pensiero?

Nicky: Certamente. Non è un concept album, anche perchèla scelta di re-incidere tre brani vecchi ci ha impedito di scrivere un concept (anche se l'idea è stata accarezzata per un po'). Ma quest'album, che è stato registrato in una meravigliosa cittadina in mezzo al mare, è nato femmina, come Venere, nata da una conchiglia. È pieno di sentimenti contrastanti, rabbia, rassegnazione, consapevolezza, nostalgia, pudore e sfacciataggine, e si affaccia sul mondo carico del peso che ogni donna si porta dentro dalla nascita, il peso della responsabilità, dello sfruttamento, del dover lavorare il doppio per poter ottenere sempre la metà rispetto ad altri. È l'omaggio di una donna a tutte le donne che ad oggi vivono la loro condizione di riproduttrici della razza umana più come una condanna che come una benedizione.


Il sound è maturato, è più vario e probabilmente un pizzico più esterofilo rispetto a quello di "Bleeding Miles", è ciò che volevate? È servito ad avere una risonanza maggiore all'estero?

Nicky: La scelta del sound è stata dettata principalmente dalla volontà di staccarci da "Bleeding Miles" e di rincorrere una sonorità più calda, più energica e più vicina ai nostri gusti. Per adesso è un po' presto per sapere quale risonanza abbiamo avuto all'estero, possiamo solo sperare bene!


Il lavoro collettivo affiatato e ben coordinato è sicuramente un pregio chiaramente distinguibile nelle tracce, forse in questo tipo di proposta il finale ha però più valenza che in altre, quant'è importante avere la voce giusta per esprimere ciò che si vuole? Nicky è versatile e possiede carisma, può essere l'arma vincente in un panorma musicale pieno di colleghe magari più appariscenti ma dal talento discutibilissimo?

Nicky: Gli Amantyde sono nati da un'idea del bassista, Andrea, dopo avermi sentita cantare con il mio vecchio gruppo hard rock ed avermi associata a voci come Flowing Tears ed Exilia, band che non conoscevo. Quindi diciamo che gli Amantyde si sono sviluppati attorno al mio timbro vocale, che a sua volta si è evoluto negli anni anche grazie a questo percorso fatto insieme alla band. Abbiamo sempre pensato che la voce sia fondamentale, non tanto per le qualità tecniche, ma per riuscire a creare delle linee melodiche coinvolgenti e capaci di emozionare. Il fatto che io non sia "appariscente", come voce, è semplicemente perchè non ne sono capace. Ho studiato diversi anni canto lirico, ma non mi piace studiare, non sono fatta per le impostazioni, mi sento ridicola, esattamente come se dovessi salire sul palco vestita in latex con i tacchi a spillo. Cedo volentieri l'onere a cantanti più dotate di me, vocalmente e fisicamente. Preferisco rimanere la ragazzina arrabbiata con le All Stars, finchè la vecchiaia non mi prenderà definitivamente con sè.


Domanda che mi pongo da un po': perché ogni qualvolta c'è una donna dietro al microfono la gente pensa immediatamente che una formazione debba suonare "gothic" (il virgolettato è immenso)? È una forma di pregiudizio e settorialismo? È possibile che la cantanti di quel "genere" (o meglio dire para-genere) abbiano influenzato la nascita di un'iconografia errata dell'essere donna nel mondo metal?

Nicky: È una domanda che mi pongo spesso anch'io. In Italia è innegabile che il metal, un genere che per anni è stato difficilmente assimilato dalle masse, è stato portato al grande pubblico anche grazie a progetti come Lacuna Coil, Evanescence e Nightwish, che hanno reso più "potabile" l'uso di chitarre distorte, screamin' e doppio pedale. Quindi non mi stupisce se la maggior parte della gente che non ha una cultura sul genere colleghi una voce femminile qualsiasi a questi nomi. Rimango perplessa invece quando vedo "esperti del settore" cadere in questi luoghi comuni. Ma poi ricordo, con rammarico, che siamo, appunto, in Italia, un paese che, nella cultura musicale, come in tutto, va avanti per luoghi comuni, come la sua solita pigrizia e il suo attaccamento alla preistoria e con un certo pregiudizio nei confronti delle donne ancora molto radicato. All'estero fortunatamente le cose vanno un po' diversamente, e una band female viene solitamente guardata in un contesto più ampio.


Perché coverizzare i Cranberries di "Zombie"? È' fra i pezzi più significativi del "rock" mainstream anni Novanta e anche in quel caso è una signora cantante, la O' Riordan, a portare sulla cresta dell'onda del successo la band irlandese, una via di mezzo fra il mettersi in gioco con una prova "commerciale" e una mossa di buon auspicio per il futuro?

Nicky: "Zombie" è un brano che abbiamo iniziato a suonare anni fa per scherzo, e visto che l'arrangiamento ci è piaciuto abbiamo iniziato a portarla dal vivo. Il successo che ha sempre riscosso durante i concerti ci ha spinti ad inciderla.


Quali sono stati i riscontri in termini di critica e di accoglienza da parte di chi vi segue da tempo nei confronti di "Madchen"?

Nicky: I primi riscontri sono stati buoni, ma, come dicevo all'inizio, è un po' presto per dirlo. Finora il pubblico ha accolto "Madchen" molto favorevolmente, mentre la critica non si è sbilanciata particolarmente. Ho come l'impressione che quest'album abbia generato qualche perplessità, perchè rimane in bilico tra l'estremo ed il commerciale, tende ad essere sfuggente e può essere apprezzato o detestato più a livello emotivo che razionale. Inoltre non è il primo lavoro, e giustamente la critica, avendo un termine di paragone con il debut album e non essendo ancora rassicurata dal terzo disco, è molto piu scettica nei confronti della band. Caparezza nel 2003 cantava che il secondo album è sempre il più difficile, e aveva perfettamente ragione, grazie, adesso l'ho scoperto anch'io! [ride]


Stranamente le formazioni nostrane ricevono spesso e volentieri un'ottima risposta d'ascolto e vendite più all'estero che qui in Italia, la decadenza generale della cultura italica continua a mietere vittime?

Nicky: Purtroppo sì, e secondo me il problema nasce proprio all'interno dell'underground musicale italiano. Lancio una polemica: come dicevo prima, gli italiani sono un popolo pigro e fifone. Non hanno lungimiranza, non amano rischiare, vivono regolandosi sulla loro piccola scala di valori che consiste in: soldi, casa, figa, macchina, successo a tutti i costi. Ovviamente non voglio generalizzare, ma questo tipo di "cultura" sta invadendo, contaminando e soffocando anche il sottobosco artistico di questo paese. Perchè i giovani musicisti italiani, che sono stati cresciuti dalle loro famiglie a pane e invidia, portano i loro meccanismi mentali all'interno della loro arte, e quindi siamo costretti a vedere un underground che, invece di supportarsi e di rendere la scena sempre più ricca ed importante anche a livello di vendite e di commercializzazione, passa il tempo a divorarsi dall'interno. Le band, invece di pensare alla qualità della loro proposta, perdono tempo a boicottarsi e sputtanarsi e tutto questo per cosa? Per farsi qualche data in piu nelle birrerie o alla sagra dell'oca. È una guerra tra poveri per raccogliere le briciole, mentre all'estero la qualità delle proposte è molto più alta, e quindi è la musica a parlare, non le persone. Per questo le band italiane che valgono ricevono il meritato riscontro fuori dai confini. In questo paese è quasi impossibile.


Continuano a sopravvivere programmi come X-Factor, Amici, sembrava chiudessero Il Grande Fratello anticipatamente ma a quanto pare le soluzioni intelligenti nel "Belpaese" non vengono neanche prese in considerazione, siamo una fabbrica di "mostri" a perdere senza arte né parte? Se vi affidassero l'incarico di applicare delle leggi a favore della promozione culturale quali provvedimenti attuereste?

Nicky: Per quanto riguarda questa domanda cedo volentieri la parola a Dario, il quale sa essere molto più diplomatico di me.

Dario: Mi piacerebbe rispondere a questa domanda citando i grandissimi Atroci con la canzone "Fratelli Nella Fede"! [ride] Per quanto riguarda i programmi tv, invece, devo dire che nutro qualche speranza che l'italiano medio si dia una svegliata! Ora che c'è molta più offerta e molto più diversificata, i dirigenti di rete si renderanno conto di ciò che piace sul serio. Per anni abbiam subito una sorta di monopolio: da una parte le tre reti pubbliche, dall'altra le reti private, che nel corso degli anni si sono rincorse al ribasso proponendo programmi di svago sempre più beceri. Per quanto riguarda le proposte politiche... Io personalmente non ho una ricetta per far andare le cose nel modo giusto, ma son convinto che non bisogna aspettare che i politici facciano qualcosa, non bastano le leggi per aumentare la cultura di un paese, deve partire prima da noi tutti; modificando un motto degli anni '60 direi: "give culture a chance"!

Nicky: Vorrei aggiungere che a livello socio-politico si potrebbero prendere a modello i paesi del nord Europa, che tramite finanziamenti e sponsorizzazioni, e soprattutto grandi stima e rispetto nei confronti di ogni forma d'arte, supportano consistentemente lo sviluppo artistico dei loro giovani, e i risultati si possono ben vedere ed ascoltare.


In questo lustro d'attività degli Amantyde quali sono stati i momenti più belli e brutti che avete vissuto? C'è qualche aneddoto che avreste piacere di raccontare ai nostri lettori?

Nicky: Di momenti belli ce ne sono stati tantissimi. Ogni concerto, ogni album, ogni piccola avventura. Diciamo che il più bello in assoluto per ora è anche il più recente: il release party di "Madchen", avvenuto un mese fa al New Age Club di Treviso, dove il pubblico e le band che han condiviso la serata con noi hanno superato ogni nostra aspettativa, come calore, passione e condivisione. Il momento più difficile è stato quando abbiamo affrontato il cambio di line up dalla prima formazione a quella attuale. È stato un po' destabilizzante, ovviamente, ma visti i risultati odierni siamo molto contenti di aver affrontato anche quello scoglio e di esserci messi in discussione. Aneddoti ne potremmo raccontare una miriade. Non ce ne viene in mente nessuno in questo momento ma promettiamo che un giorno, quando saremo vecchi, stanchi e sfiniti (ovvero tra un paio d'anni, forse tre) scriveremo le nostre memorie, intitolate "Se Questo È Suonare: Storia Di Una Band Underground"per far passare la voglia alle nuove generazioni di formare una band.


Com'è la vostra dimensione live e qual è stata quella che ritenete la vostra migliore esibizione on stage?

Nicky: Ho anticipato questa domanda nella risposta precedente, mi sa! :)


Vivere di sola musica a quanto pare è divenuto sempre più complicato (o impossibile), chi sono e cosa fanno i membri degli Amantyde al di fuori della dimensione band?

Nicky: Fare i musicisti di professione è un po' difficile in effetti, ma ben due Amantyde su quattro "sfruttano" la musica per vivere, ovvero Dario, chitarra, insegnante di chitarra classica alle scuole medie, e grazie alla sua preparazione classica da conservatorio, ha anche altri progetti con cui suona e si diverte, spaziando tra generi diversissimi. Geremia, anche lui è un musicista di professione, impegnatissimo in svariati progetti musicali, dai suoi album solisti, alle colonne sonore per film e videogames. Nicky invece lavora nel settore pubblicitario ed ha un side project acustico, mentre Andrea è l'unico vero working class hero della band, addetto da anni al servizio postale.



Angolo del nerd: passioni extramusicali? Fumetti, cinema... parlatecene un po' magari citando i vostri autori, registi, attori preferiti e dando qualche consiglio ai nostri lettori su cosa seguire...

Nicky: Eh.. non scoperchiamo il vaso di Pandora che è meglio... facciamo una breve carrellata generale, perchè altrimenti occuperemmo cinque pagine web a testa. Letteratura: Benni, Palahniuk, Pennac, Adams, King, Zola, Paasilinna, Prevert, Baudelaire, Lawrence, per citarne alcuni. Cinema: anche qui dovremmo parlare di tutto, ma una piccola nota di merito va ad Andrea ed alla sua sterminata cultura nel genere B-Movies, sul quale è ferratissimo. Tra le altre passioni della band possiamo elencare i videogames, le moto, per Dario, che saluta con amore la sua custom Suzuki Volusia vl800, le filosofie orientali per quanto riguarda Nicky.


Cinque motivi validi per acquistare "Madchen":

Nicky: Costa poco.
Dura quasi 40 minuti.
C'è la cover di una bella canzone.
È registrato e mixato veramente bene.
Ehm...
...costa poco l'ho gia detto?

Dario: Non è facile rispondere a domande del genere... ma ci provo:
1- Perchè abbiam registrato canzoni molto belle;
2- Perchè le canzoni son suonate e cantate da Dio;
3- Perchè siamo fichissimi nei live;
4- Perchè abbiamo una cantante con le palle e non solo...;
5- Perchè gli altri quattro motivi dovrebbero bastare per far capire quanto meritiamo che ci acquistiate il cd!! Ehehehe...


Propositi per il 2012?

Nicky: Live live live, promozione di "Madchen" e nuova composizione. Stiamo già pensando al prossimo lavoro per il 2013, in verità, eheheh... Mai fermarsi, chi si ferma è perduto.


E anche stavolta il tempo è scaduto, vi lascio un'ultima volta la parola per un saluto o un messaggio diretto a chi ci segue:

Nicky: Volevamo innanzitutto ringraziare la vostra webzine per lo spazio che ci avete dedicato e il lavoro che continuate a fare per promuovere la musica underground. E un messaggio che vogliamo lanciare alle persone che seguono il nostro genere musicale: non smettete mai di ascoltare la buona musica, continuate a supportare la scena underground, permettetele di evolversi, perche è grazie al vostro supporto se le nuove correnti musicali potranno avere voce e farsi strada ed arricchire la scena musicale mondiale. Grazie ancora a tutti, stay rock'n'fucking roll!!

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