lunedì 27 febbraio 2012

THE ERGOT - Disagio Suite


Informazioni
Gruppo: The Ergot
Titolo: Disagio Suite
Anno: 2011
Provenienza: Firenze, Toscana, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/TheErgot - myspace.com/theergot
Autore: Bosj

Tracklist
1. November Fog
2. The Rain, The Dream, The Pain
3. Song For You
4. Dormiveglia
5. Orgiastic Vision Of A Hating Man
6. Et In Arcadia Ego
7. Crypt Keeper
8. Infinity's Shape
9. Silence
10. Hope
11. Self Destruction Symphony

DURATA: 54:12

"Disagio Suite" è il primo full lenght del combo fiorentino The Ergot, che vanta membri provenienti da diversi angoli d'Italia ritrovatisi in un'università a scoprire di avere una comune passione per un genere di nicchia di un genere di nicchia, il death-doom.
L'interessante approccio proposto da The Ergot nell'album vede molti nomi di riferimento: dalla scena finnica capitanata ora dagli Swallow The Sun, Ghost Brigade e via discorrendo, con alcuni rimandi agli ultimi Sentenced, a nomi nostrani affermati o in via di affermazione quali Novembre e Foreshadowing. Date le diverse influenze, si spiegano quindi i momenti più graffianti ("Orgiastic Vision Of A Hating Man") e i brani più malinconici e cadenzati (l'opener "November Fog").
Nonostante mi sia capitato di leggere l'esatto opposto in giro per la rete, il cantato del vocalist Eddie è uno dei punti di forza del platter: uno scream molto pronunciato, decisamente inusuale per la proposta (inevitabile il rimando alle prestazioni dietro il microfono di Carmelo Orlando), contribuisce a formare il carattere della band, fornendole personalità propria, allontanandola dai prefabbricati schemi di un genere specifico. Questo senza nulla togliere alle pur presenti variazioni sul tema, dato che passaggi in morbido clean e puntate di growl più profondo fanno ugualmente la loro comparsa.
La produzione è l'ennesimo caso di come, non mi stuferò mai di dirlo, non sia necessaria alcuna label più o meno grossa alle spalle per confezionare un prodotto di assoluta professionalità, con in aggiunta un booklet completo ed esaustivo. I suoni si distinguono perfettamente, ogni strumento trova il suo spazio e l'alchimia tra quanto suonato dai diversi membri funziona a meraviglia.
Se proprio dobbiamo evidenziare dei difetti nell'operato della band, questi sono ravvisabili nella leggera prolissità e nella non sempre ineccepibile padronanza della lingua d'Albione.
Sotto il primo aspetto stiamo parlando di quasi un'ora di disco, e se è vero che si tratta di una durata piuttosto tradizionale per il genere, a mio avviso "Disagio Suite" soffre di una diluizione eccessiva nel finale, essendo il trittico conclusivo di brani eccessivamente omogeneo: lunga introduzione, corpo centrale a tempi elevati ma non troppo, outro. Tutto formalmente ineccepibile, ma un pelo eccessivo.
Per quanto riguarda la lingua, invece, di nuovo mi ritrovo ad affrontare l'argomento parlando di una band nostrana: tra un difetto di pronuncia qua e un errore di spelling nelle lyrics là, si sarebbe potuto prestare maggiore attenzione al risultato complessivo.
Fortunatamente nessuno di questi due punti è problematico in modo tale da minare la piacevolezza del disco nel suo complesso, un ottimo lavoro di genere che (si spera) non mancherà di raccogliere consensi tra gli appassionati.

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