lunedì 30 gennaio 2012

THE COMPANY CORVETTE - End Of The Summer


Informazioni
Gruppo: The Company Corvette
Titolo: End Of The Summers
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/thecompanycorvette
Autore: Mourning

Tracklist
1. Something New
2. Blame It All On Me
3. Henry
4. One Over
5. Regular Skip
6. Wet Shoes
7. Bear In Mind
8. Third I

DURATA: 42:23

Tanta roba, quanta roba, troppa roba, è fantastico il numero di release nell'ambito stoner che anno dopo anno ha letteralmente invaso il panorama musicale alzando fra le altre cose il livello qualitativo, è realmente difficile trovare un disco del genere che si possa definire una reale "ciofeca", qualche passo falso ma quanto piacevolmente soffrono i portafogli degli appassionati.
Altro nome da segnalare ai nostri lettori, e probabilmente ai più sconosciuto, è quello dei The Company Corvette, il trio di Philadelphia composto da Alexei (chitarra), Ross (basso e voce) e Peter (batteria) è un mix perfetto di sonorità solari alla Fu Manchu, deserto cocente alla Kyuss, un pizzico di groove alla The Atomic Bitchwax e Black Pyramid, atmosfere psych e bluesy e qui sono forse troppi i nomi che mi girano in testa, così come sono disparati quelli settantiani che oltre ai classici Sabbath potrebbero incastrarsi alla grande nel sound di questi ragazzi, uno su tutti: gli Stooges, si respira libertà a pieni polmoni.
Il platter è ricco di venature metalliche, inanella riff stoner di uno spessore e carica sensazionale fantastici, è complicato sceglierne il pezzo migliore se non per questioni prettamente sottoposte al gusto personale, l'opener "Something New" è una summa di ciò che incontrerete, pesante, ricca di venature psichedeliche e con quei giri lievemente blues che supportati dal "fuzz" a manetta ti rapiscono, basterebbe l'ascolto di quest'unica traccia per giustificarne l'acquisto.
Per fortuna la tracklist di splendide emozioni similari per carattere e personalità è piena, sottolineo il secondo punto perché i The Company Corvette pur facendo trapelare una moltitudine d'influenze note riescono a divenire riconoscibili con l'aumentare degli ascolti, ciò è dovuto in primis alla stupenda prestazione dietro il microfono di Ross.
Ipnotico, rilassato quasi come se "parlasse" direttamente all'orecchio invitandolo a seguire tutte le parole e in "Wet Shoes" è praticamente un pifferaio magico, assoggetta ma con garbo.
La prova strumentale dei tre è impeccabile, l'incedere "dondolante" di "Henry", l'assolo che intarsia "One Ever", il senso di volitivo espresso dalle sonorità punk e heavy che affluiscono in "Regular Skip" e dieci minuti di puro magnetismo, freddo e metallico di "Third I" vengono scanditi in maniera egregia, il drumming di Peter imprime la potenza adeguata a ogni singolo brano e Alexei che dire, è così che si deve suonare "stoner".
La produzione fa scintillare le note di "The End Of Summers" donando lucentezza e dando modo alle "vibrazioni" fresche del sound di espandersi, la ruota gira nel verso corretto sotto ogni punto di vista.
Per chi ancora non avesse capito, i The Company Corvette hanno rilasciato una gemma, un disco simile lo si deve comprare, il resto sono chiacchiere e vuoto a perdere, "The End Of Summers" deve essere vostro.

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TASTE OF TEARS - Once Human


Informazioni
Gruppo: Taste Of Tears
Titolo: One Human
Anno: 2011
Provenienza: Svizzera
Etichetta: SAOL
Contatti: myspace.com/tasteotears
Autore: Mourning

Tracklist
1. Ames Room
2. Phlegraean Fields
3. Once Human (Pinnacle & Pit)
4. Architects Of Downfall
5. Profound Rain
6. A Walk On The Razor's Edge
7. A Great Paradox
8. Timeframe

DURATA: 55:24

Con calma, con i tempi dovuti ma alla fine anche gli svizzeri "Taste Of Tears" ce l'han fatta a tirar fuori il proprio debutto.
La formazione elvetica in attività dal 1998 aveva pubblicato in passato due demo, Taste Of Tears nel 2004 e "Architecs Of Downfall" 2007, sono serviti altri quattro anni per dare alle stampe "Once Human".
Il sound è quello progressive death e non è un caso, i membri della line-up sono coinvolti sia nell'ambito progressivo negli Stream of Consciousness che in formazioni melodic e brutal death quali Rätier e Bodysnatch, in questo caso vi è stata una fusione d'influenze che ha condotto a una via di mezzo.
Il nome più gettonato all'interno del platter è quello dei Death, in alcuni casi s'incroceranno reminiscenze Pestilence, Cynic, Nevermore e qualcosa di svedeseggiante alla At The Gates, in effetti la derivazione da altri act e l'eccessiva lunghezza del cd in parte si rivelano piccole pecche, così com'è spiazzante l'innesto di tromba sul finire di "Profound Rain", un attimo di follia?
D'altro canto "Once Human" mostra delle buone potenzialità di base, le canzoni sono dotate di un supporto melodico che ne garantisce l'aspetto orecchiabile e un'alta fruibilità, le ritmiche sono complesse e ordinate, in qualche circostanza tendono a complicarsi leggermente la vita come avviene in "A Great Paradox" ma pezzi quali "Architecs Of Downfall" e "Timeframe", che con la sopracitata confezionano il lotto estratto dal secondo demo, e "Phlegraen Fields" mettono in mostra del materiale sul quale poter operare un'evoluzione futura con conseguente maturazione.
Il connubio di voci growl/clean è eseguito in maniera più che soddisfacente, da un lato abbiamo una vocalità rozza e affine alle melodie che s'intrecciano nei brani, dall'altro una pulita non esasperata che si abbina con elementare e gradevole fine ai momenti più aperti, è un particolare che si può ancora perfezionare pur dimostrando di poter funzionare, l'affiatamento non manca.
Di cos'hanno bisogno i Taste Of Tears? In primis di una personalità propria, si deve giocoforza curare tale aspetto se non si vuole finir dimenticati troppo presto, poi di essere più concisi centrando l'obbiettivo senza girarci troppo intorno, le qualità tecniche e compositive in possesso dovrebbero dar loro una mano a risolvere questo problema perché in fin dei conti "Once Human" è un'onesta prestazione del genere e aver avuto dietro il mixer un signore come Tommy Vetterli (Coroner, Chamber 69, Kreator) da quel punto di vista li ha anche sorretti non poco.
Adesso che il cammino è stato definitivamente tracciato tocca seguirlo, assecondarlo e renderlo interessante, attendendo quindi che i Taste Of Tears sviluppino e progrediscano il loro "essere", un ascolto a "Once Human" concedetelo.

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WOBURN HOUSE - Sleep Summer Storm


Informazioni
Gruppo: Woburn House
Titolo: Sleep Summer Storm
Anno: 2011
Provenienza: Germania
Etichetta: Zeitgeister Music
Contatti: myspace.com/woburnhouse
Autore: Mourning

Tracklist
1. Willow
2. Shifter
3. Rain Keeps Falling Down
4. Clash
5. Sleep Summer Storm
6. Behind You
7. A Simple Man
8. Hood

DURATA: 38:43

I Woburn House sono forse fra i progetti meno conosciuti del collettivo Zeitgeister, dietro il monicker vi era un trio adesso divenuto un duo, le menti portanti sono quelle di Florian Toyka (Island, Klabautamann, Valborg, ex-Kosmos Wald) e Christian Kolf (Island, Owl, Slon, Valborg, ex-Kosmos Wald e Centaurus-A), artisti che non credo abbiano più bisogno di presentazioni particolari, a essi in passato si aggiungeva il bassista Fabian Fabian.
Con "Sleep Summer Storm" anche quest'avventura come altre loro in precedenza giunge al tempo della maturità e delle conferme, il banco di prova del terzo disco, non che ve ne sia il bisogno ma già d'ora posso dirvi che l'ostacolo è stato saltato con ampia facilità.
È una creatura post, che sia poi rock o metal molto dipende dall'inclinazione musicale del momento, è alquanto semplice ed emotivamente stuzzicante l'esposizione dei brani che tendono per lo più a interpretare e vivere di melodie e variazioni tutt'altro che pirotecniche, scivolano lenti e carezzevoli supportati da una farcitura di malinconia, quasi tristezza e progressione, non a caso la voce di Christian passa da linee similari a quelle utilizzate nei Valborg ad altre riconducibili per sintonia di sensazioni ai Type O Negative, profonda, evocativa con qualche sobbalzo inaspettato come l'urlo in "Willow".
Il platter egregiamente propone più scie sonore che s'intersecano, se le due tracce in apertura, "Willow" e "Shifter", sembrano sorelle spogliate dell'aggressività avanguardistica dominante e prorompente dell'altro act chiamato in causa poche righe più in su, un pezzo come "Rain Keeps Falling Down" è decisamente adeguato per l'orecchio di chiuque, la sua fruibilità "popular", l'incedere quieto e accattivante la potrebbero candidare al ruolo di "hit" divulgativa del sound mentre "Clash" n'è l'antitesi, così doomish oriented, con quei passaggi d'armonica e una solenne epicità a far capolino palesa una sfaccettatura meno vogliosa di offrirsi ai più.
Atmosfera è sempre e comunque la parola d'ordine, il mood che ruota internamente al disco, pur non variando in maniera essenziale di forma, esprime con continuità e contiguità d'intento una gamma d'impulsi e stati d'animo che s'intrecciano, un groviglio passionale disincantato e nostalgico che in sequenza la titletrack, "Behind You" e "A Simple Man" alimentano fino a fargli raggiungere un'intensità a dir poco struggente.
Lo sfiorare leggiadro di "Hood" chiude poi le porte di questo mondo sognante e dal retrogusto agrodolce.
Chi ha vissuto gli anni Ottanta da bambino quanto da adolescente ricorderà probabilmente un tormentone dei fratelli Righeira intitolato "L'Estate Sta Finendo", non che la qualità delle musica sia paragonabile con le strutture e le ambientazioni dei Woburn House ma quel sogno estivo che si conclude dopo aver accumulato in quei tre mesi gioie e illusioni, dolori ed esaltazioni del momento, non è distante poi anni luce se si sta seduti in riva al mare magari nel mese di settembre quando il caldo afoso è scemato e i primi ricordi della stagione finita iniziano a riaffiorare. E' questo che accomuna un album stupendo e ben composto qual è "Sleep Summer Storm" a una canzonetta "easy listening" come quella.
La musica non ha confini, come l'emozioni, in questo caso i due artisti hanno dato alle stampe l'ennesimo centro e l'acquisto diviene per svariati motivi un puro piacere.

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PLAYLIST 2011

Mourning

Top 5:
Wo Fat - Noche Del Chupacabra
Lord Vicar - Sign Of Osiris
The Wounded Kings - In The Chapel Of The Black Hand
Serpent Ascending - Enigma Unsettled
Cult Of Erynies - A Place To Call My Unknown

Flop 5:
Morbid Angel - Illud Divinum Insanus
Brutal Truth - End Time
Pestilence - Doctrine
Megadeth - Th1rt3en
Anthrax - Worship Music

Top Demo:
Seal Of Beleth - II

Band Emergente:
Devil (Norvegia)

Band Riscoperta:
Krux



Akh.

Top 5:
Emrevoid - Emrevoid
Fyrnask - Bluostar
Legion Of Darkness - Meridies
Serpent Ascending - Enigma Unsettled
Dornenreich - Flammentriebe

Flop 5:
Morbid Angel - Illud Divinum Insanus
Opeth - Heritage
Demonaz - March Of The Norse
Oransii Pazuzu - Kosmonument
Metallica - Lulu

Top Demo:
U.L.S. - Malluma Materio (versione estesa)

Band Emergente:
Dystopia Na
Forgotten Horror
Midnight Odyssey
Stillheven
Eikenai

Band riscoperta:
Helloween (fino a "Keeper Of The Seven Keys Pt. II")
Isanmaa



Dope Fiend

Top 5:
Septicflesh - The Great Mass
Blood Ceremony - Living With The Ancients
Sinister Realm - The Crystal Eye
Anaal Nathrakh - Passion
Diapsiquir - A.N.T.I.

Flop 5:
Morbid Angel - Illud Divinum Insanus
Megadeth - Th1rt3en
Demonaz - March Of The Norse
Venom - Fallen Angels
Endstille - Infektion 1813

Top Demo:
U.L.S. - Malluma Materio

Band Emergente:
Ilsa
Profane Prayer
Southell

Band Riscoperta:
Tronus Abyss




ticino1

Top 5:
Haereisarchs Of Dis - In Obsecration Of The Seven Darks
Assaulter - Boundless
Exhumed - No Guts No Glory
Dornenreich - Flammentriebe
Blasphemophagher - III Command...


Flop 5:
I dischi di tutti quei gruppi che avrebbero fatto meglio a restare sciolti, invece di riunirsi vent'anni più tardi producendo solo cagate

Top Demo:
Bestial Torment - "Revelations Of Morbid Warfare"

Band Emergente:
PCG666

Band Riscoperta:
NWOBHM in generale



Leonard Z

Top 5:
Septicflesh - The Great Mass
Caronte - Blood Owl
Burzum - From The Depth Of Darkness

Flop 5:
Morbid Angel - Illud Divinum Insanus
Demonaz - March Of The Norse
Metallica - Lulu
Brutal Truth - End Time




Insanity

Top 5:
Chthonic - Takasago Army
Dekadent - Venera: Trial & Tribulation
Peste Noire - L'Ordure À L'État Pur
Enid - Munsalvaesche
Goreshit - Semantic Compositions On Death And Its Meaning

Flop 5:
Morbid Angel - Illud Divinum Insanus
Demonaz - March Of The Norse

Band Emergente:
Ave Maria

Band Riscoperta:
Astral



Bosj

Top 5:
Midnight Odyssey - Funerals From The Astral Sphere
Dead Elephant - Thanatology
Primordial - Redemption At The Puritan's Hand
Sólstafir - Svartir Sandar
Entrenched - Preemptive Strike

Flop 5:
In Flames - Sounds Of A Playground Fading
Morbid Angel - Illud Divinum Insanum
Nightwish - Imaginaerum
Forgotten Tomb - Under Saturn Retrograde
Falkenbach - Tiurida

Top Demo:
Veratrum - Sangue

Band Emergente:
Midnight Odyssey

Band Riscoperta:
Primordial




M1

Top 5:
Septicflesh - The Great Mass
Anaal Nathrakh - Passion
Holy Martyr - Invincible
Pestilential Shadows - Depths
Peste Noire - L'Ordure À L'État Pur

Flop 5:
Locus Mortis - Inter Uterum Et Loculum MMXI
Endstille - Infektion 1813
Belphegor - Blood Magick Necromance
Demonaz - March Of The Norse
Burzum - Fallen

Top Demo:
Veratrum - Sangue

Band Emergente:
Azrath-11

Band Riscoperta:
Iron Maiden

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KLABAUTAMANN - The Old Chamber


Informazioni
Gruppo: Klabautamann
Titolo: The Old Chamber
Anno: 2011
Provenienza: Germania
Etichetta: Zeitgeister Music
Contatti: myspace.com/klabautamann
Autore: Mourning

Tracklist
1. Mary's Abbey
2. Bog Spawn
3. Dead Marshes
4. The Crown Of The Wild
5. Gloom
6. The Old Chamber
7. Death's Canvas
8. The Maze
9. Black Rain
10. The Dying Night

DURATA: 47:34

Il circolo d'artisti che ruota intorno all'etichetta Zeitgeister è qualcosa di veramente grandioso, attendo sempre con piacere e particolare interesse le release prodotte dalla label di Florian Toyka, mastermind membro di molti dei progetti proposti.
Fra le varie band che appartengono a questo roster composto da sette entità vi sono anche i Klabautamann che nel 2009 avevano rilasciato uno degli album più belli di quell'annata: "Merkur".
Sono passati due anni, l'accoppiata che vede Florian (chitarra e basso) e Tim Steffens (chitarra, voce e basso) ancora una volta supportata dalla presenza in qualità di session di Patrick Schroeder, drummer ex fra i tanti oltre che di Owl e Valborg anche dei Centaurus-A, ha sfornato l'ennesimo capitolo, il quarto della discografia intitolato "The Old Chamber".
Premettendo che un lavoro insufficiente da questi signori non è sinora mai pervenuto, c'è da dire che il sound riscuoterà qualche perplessità, l'aura magistrale, evocativa e avanguardistica di "Merkur" è stata leggermente messa di lato per guardare al passato, i suoni sono sempre perfettamente udibili ma la pulizia e le sonorità è facile che vi portino ancora alla mente nomi quali Enslaved, Ulver e Borknagar ma è più pungente, alle volte trascinato risultando "sporco" nell'animo.
Noterete da subito come l'opener "Mary's Abbey" si srotoli con dinamiche più allentate e lo scream si poggi su melodie semplici, istintive, non per questo però rinunciano a scintillare di luce propria tanto che con "Bog Spawn" sembra riprendere la via intrapresa da "Merkur" inanellando riff più ridondanti e che ti entrano in testa, sfruttando stacchi in clean che rapiscono, è solo illusione, "The Old Chamber" è un album terreno, ancorato al suolo, niente viaggi, la robusta dose di nero che filtra da "Dead Marshes" n'è la prova.
Il mood è altalenante, "The Crow Of The Wild" torna a sfruttare un lavoro di sei corde dissonante, "Gloom" aggiunge un piglio più deciso che si alterna a frantumazioni più lente e profonde, la titletrack è uno strumentale acustico, posta in zona-ponte, sì perché con le ultime quattro canzoni in tracklist il platter cambia marcia.
"Death's Canvas" sembra essere il punto di transizione, la traccia racchiude al meglio le qualità espressive e quelle di composizione del riffato delle quali sono portatori i Klabautamann, è con "The Maze" che il salto del fosso viene completato, le atmosfere divengono più tetre e intense, si rafforzano in "Black Rain" divenendo minacciose, il drumming pestato di Schroeder da una bella spinta per concludere il tutto con un rallentare melodico ma inquietante in "The Dying Night".
Non siamo lontani dall'ascoltare la band di "Merkur", questo "The Old Chamber" in effetti sembra essere una mistura fra l'uscita primorde "Our Journey Through The Woods" e l'appena citato, certo in qualche momento zoppica e il confronto con quei due capitoli è difficile da farsi dato che ne rispecchia solo alcune componenti, vi posso assicurare che rimane comunque un disco di molto superiore alla uscite considerabili nella media.
Che volessero guardare indietro i musicisti l'hanno fatto intendere anche dalla scelta dell'illustratore, la cover è infatti curata da John Bauer e l'ambito legato alla produzione affidato alle competenze di Armin Rave (Pavor, Darkened Nocturn Slaughtercult e Woburn House) così come avvenne per il debutto nel 2003.
In definitiva se conoscete il monicker Klabautamann avrete un'idea di cosa vi giungerà all'orecchio e l'acquisto diverrà un obbligo morale, mentre coloro che si approcciassero alla band per la prima volta, possono tranquillamente comprare quest'album ma quello fondamentale rimane il precedente, a oggi il loro capolavoro.

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LORD VICAR - Sign Of Osiris


Informazioni
Gruppo: Lord Vicar
Titolo: Sign Of Osiris
Anno: 2011
Provenienza. Finlandia
Etichetta: The Church Within Records
Contatti: myspace.com/lordvicar
Autore: Mourning

Tracklist
1. Sign Of Osiris Slain
2. The Answer
3. Child Witness
4. Between The Blue Temple And The North Tower
5. Sinking City
6. Endless November
7. Sign Of Osiris Risen

DURATA: 58:20

Peter Inverted aka Peter Vicar, un uomo, un simbolo di come il doom si debba suonare e interpretare, quest'artista dopo aver chiuso il capitolo Reverend Bizarre ha portato avanti le sue creature Orne e Lord Vicar producendo uno dietro l'altro dischi splendidi, quest'anno ce ne ha regalati ben due, "The Tree Of Life" con i primi, già recensito e che troverete girando per il sito, e "Sign Of Osiris" con i secondi del quale non potevo esentarmi dallo scrivere.
Siamo di fronte all'ennesimo capolavoro partorito dalla mente di Peter, la band dei Lord Vicar per chi non la conoscesse ha all'attivo un debutto straordinario, "Fear No Pain" del 2008, anticipato dall'ep "The Demon Of Freedom" dello stesso anno, successivamente sono stati pubblicati due split rispettivamente con gli svedesi Griftegård e con i canadesi Funeral Circle che hanno dato il via libera all'uscita ottobrina di "Sign Of Osiris", secondo atto del combo.
La formazione oltre il "Vicario" di sicuro non pecca d'esperienza, in line-up troviamo un ex membro di Centurions Ghost qual è il batterista Gareth Millsted e un cantante di lungo corso, un signore dal nome Christian Lindersson che in molti ricorderanno nel debutto degli svedesi Count Raven "Storm Warning" o in qualità di singer nei Saint Vitus di "Children Of Doom", si aggiunge a loro Jussi "Iron Hammer" Myllykoski al basso conosciuto anche in qualità di roadie della band primorde di Peter, ovviamente parlo dei Reverend Bizarre.
Doom classico che più classico non si può, un tocco d'epicità ancestrale e quella magia che solo le menti illuminate degli artisti più ispirati riescono a infondere alla propria musica, questo è ciò che troveremo insito nelle note di un platter che tiene letteralmente incollato l'ascoltatore dall'apertura affidata a "Sign Of Osiris Slain" sino alla chiusura con "Sign Of Osiris Risen", c'è bisogno che sottolinei che il mood sabbathiano e le spiccate venature alla Saint Vitus siano una delle chiavi portanti del sound?
La presenza, l'imponenza, la regalità con la quale le canzoni si portano avanti passo dopo passo sono di quelle che fanno "gridare" senza mezzi termini al capolavoro, il sentore d'esser immersi nella storia e di riscoprirne attimo dopo attimo l'epica descrizione è esaltata in "Between The Blue Temple And The North Tower", la melancolia di Ozzy e soci viene rimarcata in ogni situazione, sia la voce del buon Christian a infondere quel vago ma graditissimo ricordo, sia l'esecuzione da pelle d'oca dell'acustica "Endless November", è un gorgo che ti risucchia dentro e non ti molla più.
Non che Peter necessitasse di dimostrare qualcosa, nè servissero riprove del valore di ogni singolo suo progetto, eppure questo musicista in tutto ciò che si promette di realizzare riesce a donare una personalità propria e distinta, i Lord Vicar non fanno eccezione.
Tirando le somme, so che il portafoglio quest'anno ha sofferto parecchio, che le release da comprare sono un fottìo, è però possibile permettersi di non avere in collezione "Sign Of Osiris"? La risposta la conoscete ma "un assolutamente no" in questo caso non è abbastanza. E' il doom, come l'amiamo, l'adoriamo e sarebbe davvero una mancanza di rispetto nei propri confronti privarsi di questo capolavoro, l'avevo già detto nel testo che è un capolavoro vero? Repetita iuvant, acquisto obbligatorio.

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BALACLAVA - Crimes Of Faith

Informazioni
Gruppo: Balaclava
Titolo: Crimes Of Faith
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Southern Lord
Contatti: myspace.com/balaclava
Autore: Mourning

Tracklist
1. Victims
2. Throne Of Grace
3. This City
4. A Prophet
5. The Geometer's Hand
6. Omega Point
7. A Prophecy

DURATA: 36:57

Se finisci sotto le sapienti mani della Southern Lord un motivo ci dovrà pur essere, è questo ciò che ho pensato quando ho letto il monicker Balaclava a me prima sconosciuto.
Il quartetto composto da Joe Dillon (batteria), Dan Sanchez e Danny Finn (chitarre e voce) e Pete Rozsa (basso e voce) è dedito al post/hardcore metal, le influenze citate da loro stessi quali Neurosis e His Hero Is Gone sono evidenti nel sound ma nomi come ad esempio quelli di Isis e Today Is The Day non sono da escludere a priori e confluiscono all'interno di un debutto bello e diretto come un pugno in faccia intitolato "Crimes Of Faith".
Piccola digressione storica riguardante il nome della band, Balaclava verosimilmente potrebbe derivare da due cose: A) il conflitto di Balaclava (guerra di Crimea) durante il quale si svolse l'inutile carica dell'esercito britannico raccontata in maniera metallica eccelsa in "The Trooper" degli Iron Maiden, B) dalla Balaclava Helmet o Ski Mask, indumento protettivo per il volto usato sia in quel periodo ma anche odiernamente, similare al cosiddetto passamontagna.
Torniamo alla musica, l'aspetto che c'interessa maggiormente, il disco di questa formazione è una botta consistente e canonicamente rispettosa, abbiamo a che fare con delle discrete melodie insite nel fuoco d'artificio in apertura "Victims", una "This City" mostrante due facce della stessa medaglia, tesa come una corda di violino nella prima parte, maggiormente "rilassata" e accomodante nella seconda, il ritmo varia assecondandone l'umore e qui gl'Isis c'hanno lasciato lo zampino.
Sono bravi, forse ancora poco personali ma ci danno sotto da matti e con "The Prophet" in quasi quattro minuti si viene severamente e ripetutamente colpiti, l'armatura già rocciosa del combo assume dosi di crust percettibili ed è puro godimento ciò che ne tiran fuori mentre con "A Prophecy" sono l'operato di Joe dietro le pelli e un riffato meno "ferreo" a farsi notare, conservando però quella carica e quella tendenza bellicosa che sono saldamente incastonate nel loro sound.
I Balaclava sono schietti, si potrebbero paragonare a quell'amico che senza perdersi in giri di parole ti dice che la tua lei t'ha messo le corna, all'inizio pensi sia un bastardo poi t'accorgi che l'ha fatto per te, ti bastona per darti la spinta per ripartire, questo è ciò che possiede "Crimes Of Faith", una decisa e continua spinta che è priva di arrangiamenti particolari ma che può vantare una splendida prestazione corale con menzione d'onore per Dillon, veramente efficiente il suo drumming.
Cresceranno di sicuro, quale sarà la strada che intraprenderanno non posso immaginarlo, seguire questa via come quella della sperimentazione potrebbe portare in entrambi i casi ottimi risultati ai Balaclava, probabilmente lo sviluppo melodico di "Victims" sarebbe utile a snellire quel senso di canonico che pervade alcune tracce, è comunque difficile trovare un reale punto debole a un platter che ti prende bene dal primo all'ultimo secondo. Seguiteli, ascoltateli e comprateli, ne sentiremo ancora parlare.

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EVILE + Portrait + Dr. Living Dead + Contorsion (21/01/2012 @ Kiff, Aarau)

Informazioni
Gruppo: Evile (UK) + Portrait (SWE), Dr. Living Dead (SWE) e Contorsion (CH)
Data: 21/01/2012
Luogo: Kiff, Aarau (CH)
Autore: ticino1

Ieri sera mi sono messo in movimento per recarmi nuovamente ad Aarau con lo scopo di sorbirmi quattro gruppi a me totalmente sconosciuti. Ho ascoltato solo qualche pezzo degli Evile per sapere a cosa sarei andato incontro.

Come sovente succede, il treno e il bus non erano perfettamente d’accordo sul chi avrebbe aspettato chi e mi è toccato restare una ventina di minuti al freddo, dopo avere visto i fari posteriori della mia corriera partirmi da sotto il naso. È inutile prendersela troppo; ho sopportato stoicamente le intemperie sentendomi così particolarmente "true" e duro (nasconde le sue mutande coll’eroico motivo di Spongebob).

Entrato, sentivo già le note del primo gruppo che aveva appena iniziato. Il pubblico era scarso e la ragazza con il seno prorompente che ha lavorato già l’ultima volta al bar era anche nuovamente presente; stavolta i suoi gioielli erano presentati meno scoperti e non mi è toccato soffrire di dolori agli occhi. Beata gioventù...


Il palco era occupato dai thrasher svizzeri di vecchia scuola Contorsion. La musica è del buon metallo nello stile della Bay Area e ricorda in parecchi punti i Testament. Il gruppo ha presentato parte del materiale contenuto in "Solace Through Lies", disco che uscì nel 2009. I Contorsion si sono mostrati pieni d’energia al pubblico, anche se quest’ultimo non era ancora pronto a lasciarsi andare. Marc Torretti ha una buona voce ed è stato molto presente in scena. Questi ragazzi avrebbero veramente meritato più sostegno da parte degli spettatori che però, almeno un punto positivo c’era, applaudivano vivamente alla fine dei pezzi.

Ogni tanto avevo l’impressione d’avere qualcosa in faccia... alcuni mi osservavano un poco di traverso. Ero l’unico fotografo oltre a quello ufficiale, che sia stato quello il motivo? Boh, la prossima volta distribuirò loro miei ritratti, così quella gente potrà guardarmi con comodo a casa.


Vedevo gironzolare dei tipi con una bandana attorno alla fronte. Mi ricordavano i membri dei Suicidal Tendencies; le bandiere che sono poi state montate sul palco mi hanno riempito di curiosità... che stile avrebbero suonato questi signori? Il quartetto si è presentato con delle maschere da teschio che, ma pensa un po’, li hanno fatti sudare parecchio. Chi vuole essere bello deve soffrire (ironia). Pieno d’energia, molto presente e trascinante: così si può definire il lavoro sul palco dei Dr. Living Dead, svedesi che offrono un thrash / crossover non male e solido. Set corto che però ha spinto finalmente la platea a spostarsi verso il palco.

Fino a quel momento la serata è stata priva d’intoppi, i gruppi sapevano il fatto loro e ho avuto anche l’occasione di rivedere alcune facce conosciute.


Mi domandavo cos’era quell’altarino con incenso e candele che faceva capolino in un angolo del palco. Quando i giovanotti dei Portrait sono apparsi, tutto è stato chiaro: questi hanno bisogno di un poco di scena durante i loro concerti. Ho dovuto leggermente sorridere osservando il "corpse paint" del cantante; era definitivamente ispirato a quello che si vede su tante foto di Dead dei Mayhem. Le canzoni sentite ieri sera non sono sempre state di mio gusto ma alcune sono veramente forti e mi entusiasmano. Per definire lo show offerto dai Portrait desidero usare le parole di una ragazza con cui ho parlato. Il fattore intrattenimento è stato garantito, la musica è molto simile a quella del King, la presenza sul palco intrisa di pose e ha rispettato ogni "cliché" tipico per un gruppo che celebra riti heavy davanti a una platea.

Quando sono arrivato, nessuno voleva il mio biglietto e neppure si è sentito responsabile di mettermi un timbro sul braccio. Sono passato almeno dieci volte davanti al tipo del controllo d’entrata... non una mi ha però chiesto qualcosa. Ora, quasi alla fine della serata, mi rompe i coglioni per timbro e biglietto. Il mio gesto di stizza lo avrà forse indignato un poco; avesse fatto il suo lavoro come si deve dall’inizio...


Evile: la gran parte dei giovani presenti è parsa essere arrivata da ogni angolo della regione per vederli. I britannici mi sono sembrati in forma, sorridevano al pubblico e si muovevano bene sulle assi. La scaletta era stretta, concedendo poche pause al pubblico che era molto partecipe. Questa frase di Matt Drake è forse una delle migliori della serata: "Questa è dedicata ai nostri fan old-school ed è tratta dal lavoro del 2004!". Spero che abbia voluto dire "fan della prima ora"... Beh, insomma, la musica non mi prende per nulla, anzi mi annoia. Il concerto è stato bello e i musicisti si sono mostrati pieni di entusiasmo, ottenendo così in cambio parecchi applausi e scalpi che si muovevano al ritmo e grida entusiaste.

La serata di ieri ha offerto quattro gruppi che di per sé sono differenti fra loro. Malgrado ciò il livello è stato costantemente alto e i soldi spesi ne sono proprio valsi la pensa. Se questo billing fosse vicino a casa vostra prossimamente, non perdetelo.

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DEMONIC DEATH JUDGE - The Descent


Informazioni
Gruppo: Demonic Death Judge
Titolo: The Descent
Anno: 2011
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Inverse Records
Contatti: myspace.com/demonicdeathjudge
Autore: Mourning

Tracklist
1. Nepal
2. Churchburner
3. The Descent
4. Stick That In Your Pipe And Smoke It
5. Green Totem
6. None Of It
7. Four
8. Shitgiant

DURATA: 59:42

I Demonic Death Judge sono una vecchia conoscenza della 'zine, li avevamo incrociati nel 2010 con l'uscita dell'ep "Kneel" al quale ha fatto seguito lo split con Frogskim e Semtex intitolato "By The Malice Of The Evil Death Comes Vol. 1" nel 2011.
In questo stesso anno il combo proveniente da Kymenlaakso, regione situata nella zona sud della Finlandia, ha avuto occasione di rilasciare il primo full-lenght "The Descent" sotto la Inverse Records.
Il sound è rimasto fedele alla linea seguita sinora, è un'ondata di calore che subisce influssi gelidi composta da scanalature profonde di matrice sludge nelle quali è facile notare la firma d'origine di band come Eyehategod e Iron Monkey, partiture stoner e attitudine che tende all'acido psichedelico facenti entrare in gioco figure quali Electric Wizard e Ufomammut e la solita voce raschiata, uno scream venefico del quale Jaakko Heinonen sembra divenuto totalmente padrone.
"The Descent" ci mette a disposizione un'ora di musica che sprigiona una carica detonante di quantità massiccia, le note e i testi vanno di pari passo, così come la visione di una Scandinavia fortunatamente non ancora del tutto assoggettata alla cristianità, v'invito quindi a seguire le vicende narrate dai pezzi usufrendo del booklet che le contiene nel quale potrete riscontrare la voglia di libertà da un legame imposto nel corso dei secoli con metodi tutt'altro che ortodossi.
Il fatto d'aver curato stavolta ancor più rispetto al passato la parte grafica diviene un supporto al sonoro quasi fondamentale per calarsi nella realtà dei Demonic Death Judge.
Del resto sarà alquanto semplice notare il pieno distacco dalle posizioni di una certa "religione" già dai titoli iniziali: in "Nepal", invocando il credo induista, lontano anni luce dal credo di Pietro, "Churchburner", parlando del Nord Europa nel periodo Norvegese del primorde movimento black ("Fear Not - My Son, See The Burning Cross, Our Holy Land Cleansed By Fire, See Them Burn Alive, Churchburne!") e "Green Totem" mi sembra pongano chiaramente i puntini sulle "i".
Melodie e assalti ruvidi, pece nera e calda e folate di vento gelido si alternano, uno schema che probabilmente si ripete forse con troppa costanza, garantendo però alle tracce una solidità e un'impermeabilità emotiva da tenere in considerazione anche perché con assoli suadenti, vedasi quello che assume forma all'interno della titletrack, e il tentativo di aprire le porte alla sperimentazione in "Stick That In Your Pipe And Smoke It" dall'incedere quieto e distensivo, una sorta di ponte che una volta terminato ridà spazio alle sostanza poco malleabile, rocciosa delle canzoni a seguire, il gruppo porta con sè una garanzia di resa e affidabilità nell'ascolto che da piacere.
La formula non verrà poi mutata più di tanto, il trittico che condurrà al finire "The Descent", e che vede nell'ordine arrivare all'orecchio "None Of It", "Four" e "Shitgiant", quest'ultime più lunghe e prestanti, continuerà a combinare fasi più aggressive e aspre ad altre nelle quali la melodia provvederà ad addolcire "la pillola" mentre il primo episodio dei tre si limiterà a sferrare un colpo diretto e pesante.
La produzione similare a quella dell'ep, pulita e delineante alla perfezione i suoni della sezione ritmica di Lauri Pikka (batteria) e Pasi Hakuli (basso) quanto quelli delle chitarre di Saku Hakuli, fratello del già citato Pasi, offre una resa sonora d'impatto ai brani.
La vera pecca di "The Descent" è la struttura dei pezzi ancorata in alcuni aspetti a chi ha dato le basi per un certo tipo di sonorità, i nomi li ho fatti, li trovate nelle righe soprastanti, pensate invece a cosa potrebbero ottenere se sviluppassero in maniera un po' più personale quel connubio rodato di sensazioni roventi/ghiacciate del quale sono in possesso, avrebbero una loro dimensione nella quale poter far divenire dei buonissimi lavori del genere qualcosa di indimenticabile, ci riusciranno? Sono fiducioso, i mezzi e le prove in costante crescita fornite sinora fanno sì che il mio supporto nei loro confronti non venga a mancare, voi invece che intenzioni avete in proposito?

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HAMMER FIGHT - Hammer Fight

Informazioni
Gruppo: Hammer Fight
Titolo: Hammer Fight
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/hammerfightmetal
Autore: Mourning

Tracklist
1. Down The Line
2. Disas-Tour
3. Stuck In The Chamber
4. Tears Of Unfathomable Sadness
5. School Of Rock
6. Get Wrecked
7. If You Want Blood (You Got It)

DURATA: 18:24

Vi è capitato mai d'incrociare quella band che non t'inventa proprio nulla ma che quando la metti su ti fa venire subito voglia di correre in frigo a prendere una birra e scatenarti in un cazzo di salutare headbanging? Da buoni metallari quale sono sicuro voi siate, vi sarà certamente già successo.
Gli Hammer Fight sono la classica formazione di quattro elementi, così composta: Drew Murphy al basso e voce, Rob Guidotti e Tod Stern alle chitarre e Justin Spaeth alla batteria. Producono puro divertimento, non è un caso che il punto di riferimento più imponente fra le influenze sia quello che porta un monicker storico per il suo modo di vivere sfrenato e rock'n'roll: Motörhead.
Il sound è quello giusto, quello da serata frenetica, da festa metallica, ogni brano contiene una componente differente, chi più diretta rimembrando Lemmy e soci come avviene nell'accoppiata formata da "Down The Line" e "Stuck In The Chamber", chi più speed metal o hardcore oriented, si vedano "Disas-Tour" e "Tears Of Unfathomable Sadness".
Il demo non può assolutamente rinunciare a quella che è la dirompenza naturale del rock, pertanto "School Of Rock" e la successiva "Get Wrecked" dal flavor hard sembrano le apripista perfette per la cover di "If You Want Blood (You Got It) degli Ac/Dc, ultimo pezzo del lotto, in versione appesantita e coerente con le dinamiche sonore presentate sino a quel momento.
È un lavoro piacevole, godereccio quello degli Hammer Fight, uno di quei dischi che metti su e te lo dimentichi premendo in continuazione il tasto "repeat" tanto la compagnia si rivela essere sempre ideale.
Per amanti dei Motörhead e di gente come i Chrome Division l'acquisto è ovviamente da fare.

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RISE OF MALICE - Coronation Of Liar


Informazioni
Gruppo: Rise Of Malice
Titolo: Coronation Of Liar
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Facebook - Myspace
Autore: M1

Tracklist
1. There Is No God
2. Voice Of Profligate
3. Coronation Of Liar
4. Chalice Of Blood
5. Unholy Black Metal (Darkthrone cover)

DURATA: 16:40

"Coronation Of Liar" è la prima testimonianza del lavoro svolto dai Rise Of Malice, gruppo greco nato nel dicembre del 2009 dalle menti di Satwe, Nørlander & Størfeth, rispettivamente chitarrista, cantante e bassista, che ha esordito nel 2010 con questo demo. Si tratta di tre brani, un intermezzo e una cover storica per poco più di un quarto d'ora di musica.

Il black metal dei nostri è grezzo ed essenziale come i "Padri Fondatori" hanno insegnato, Darkthrone su tutti, con composizioni lineari dove il feeling emanato è il focus centrale: non è un caso che fra gli artisti preferiti citati sulla pagina Facebook appaiano i Bathory e fra le influenze i Satanic Warmaster. Il gruppo omaggiato in chiusura invece è proprio quello di Fenriz e Nocturno Culto con "Unholy Black Metal", qui proposta fedele all'originale ma con un basso vigoroso che ne aumenta la cupezza a discapito della capacità di graffiare. Non mancano però inserzioni melodiche nel riffing, "Coronation Of Liar" infatti rimanda al satanic black dei primissimi Sargeist, quelli del demo "Tyranny Returns", precisamente a un pezzo quale "The Impaler Prince", pur se qui il grezzume risulta decisamente minore. "Chalice Of Blood" infine è piacevole nell'alternare parti cadenzate ad altre che pestano senza compromessi.

Leggendo la formazione del gruppo elencata in apertura avrete notato la mancanza di un batterista, il trio ellenico infatti è dovuto ricorrere all'utilizzo di una drum machine, che si rivela nel complesso sufficiente, peccando solo nei frangenti più furiosi, imperfezione su cui in sede d'esordio si può soprassedere, specie parlando di questo contesto.

Promozione con abbondante sufficienza al primo appello per i Rise Of Malice, gruppo che i conservatori potrebbero essere interessati a seguire con attenzione data la proposta canonica ma soddisfacente, demo non solo per addetti ai lavori quindi.

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AETERNAL SEPRIUM - Against Oblivion's Shade


Informazioni
Gruppo: Aeternal Seprium
Titolo: Against Oblivion's Shade
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Nadir Music
Contatti: myspace.com/aeternalseprium
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. The Man Among Two Worlds
2. Vainglory
3. Sailing Like The Gods Of The Sea
4. Soliloquy Of The Sentenced
5. In Sign Of Brenno
6. Victimula's Stone
7. Solstice Of Burning Souls
8. L'Eresiarca
9. The Oak And The Cross
10. Under Flag Of Seprium

DURATA: 55:33

Il Seprio è una zona della Lombardia che comprende attualmente parte della Provincia di Varese e parte della Provincia di Como ed è proprio da qui che provengono e che prendono il nome gli Aeternal Seprium.
Il gruppo nasce nel 1999 con il nome di Black Shadows e ha alle spalle due demo, i quali hanno spianato la strada all'uscita del debutto "Against Oblivion's Shade".
Il disco si districa bene attraverso tutte le influenze di cui si compone ma senza dubbio è la venatura epica ispirata a formazioni del calibro di Warlord, Omen e Manilla Road a fare da padrona.
A tal proposito sono eloquenti pezzi come "The Man Among Two Worlds" (in cui è presente anche un efficace intermezzo cantato in italiano, a differenza del resto della canzone), "Sailing Like The Gods Of The Sea" e "Victimula's Stone", i quali sfoggiano momenti solisti particolarmente interessanti ed eleganti, degnamente accompagnati da robustissime e potenti fondamenta ritmiche e da un drumming fiero e sempre marziale al punto giusto.
Ascoltando la voce di Stefano Silvestrini è peraltro facile che salti all'orecchio un'ulteriore ispirazione tutta italiana, i Domine.
L'altro cardine attorno al quale si sviluppa l'album è senz'altro evidente in brani come "Soliloquy Of The Sentenced" e "Solstice Of Burning Souls", cadenzati e dal mood molto scuro e battagliero, con una maggiore attitudine prettamente Heavy, la quale si ripete in "In Sign Of Brenno" in cui Judas Priest, NWOBHM e una certa venatura Running Wild si incrociano e si amalgamano fino a formare un quadro di influenze classiche assolutamente godereccio.
Non mancano nemmeno altre variazioni sul tema in quanto "Vainglory" e "The Oak And The Cross" (impreziosita anche da un orgasmico solo di basso) si avvalgono di qualche sferzata al profumo di Thrash e di alcune leggere spruzzate Prog.
Un capitolo a parte lo merita "L'Eresiarca", una composizione permeata da un'atmosfera fiera ma, allo stesso tempo, quasi implorante e completamente cantata in italico idioma: questa scelta sembra essere stata davvero ottima, sia per la maggiore espressività trasmessa che per la sensazione di un songwriting ancor più fluido, forse proprio grazie al fatto di doversi "preoccupare meno" del lato lirico.
Dal mio umile punto di vista credo quindi che i ragazzi farebbero bene a insistere maggiormente sull'uso della lingua natia che, a quanto sembra, porta risultati ancora migliori.
In ogni caso "Against Oblivion's Shade" è un esordio con il botto, un disco che ogni appassionato dei gruppi sopracitati o, più semplicemente, delle sonorità classiche e/o epiche, non dovrebbe farsi assolutamente sfuggire.
Questa volta il talento l'abbiamo in casa, credo quindi sia doveroso più del solito supportare codesta ottima realtà nostrana che saprà sicuramente offrire soddisfazioni non da poco.
Per dirla con le parole degli stessi Aeternal Seprium (anche se so di correre il rischio di sembrare lievemente altisonante): "E nei secoli monito... monito sarà!"

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MASS OBLITERATION - Auschwitz


Informazioni
Gruppo: Mass Obliteration
Titolo: Auschwitz
Anno: 2011
Provenienza: Gaeta, Lazio, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: massobliteration.wordpress.com
Autore: Bosj

Tracklist
1. Sul Fondo
2. Larve
3. Schiavi E Padroni
4. Scrivere

DURATA: 28:03

È con colpevolissimo ritardo che vi presento il progetto Mass Obliteration, una volta band, ora idea solista del capitolino Andrea Lisi. Dopo due ep rilasciati su cd-r dediti (stando al materiale pervenuto, non conoscevo l'act all'epoca e non ho ascoltato i lavori interamente, ma solo quanto è disponibile sul web, è bene premetterlo) ad un più esplicito death metal, con questo terzo "Auschwitz" i binari su cui corre l'idea del polistrumentista nostrano sono cambiati notevolmente.
L'approccio do-it-yourself è rimasto - anzi si segnala che questo interessante esperimento è disponibile solo e soltanto in download gratuito per tutti i curiosi - così come l'estremismo musicale, ma non parliamo più di death metal, bensì di qualcosa di indefinito, oscuro e meno commerciale ancora: i quattro brani sono infatti un novero di bordoni, feedback e distorsioni spesse e dure come muri di cemento, permettendo la catalogazione del materiale, per chi fosse fan delle nomenclature, nel filone dark ambient e noise, aggiungendosi a questo però la presenza di un cantato pulito, asettico, in italiano. Immaginate cosa accadrebbe se Lustmord, Northaunt e P.H.O.B.O.S. si ritrovassero in una camera oscura con Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra ed iniziassero a discorrere di Primo Levi. Perchè, tra le altre cose, questo ep è la personalissima interpretazione che Lisi dà in "poesia e musica, o meglio rumore" di "Se Questo È Un Uomo" dello scrittore torinese.
Colpisce comunque trovarsi un'intervista a Levi stesso messa in musica, o meglio messa "su suoni", nove minuti e oltre in cui Levi parla della sua esperienza mentre Lisi distorce ed angoscia l'ascoltatore con una base graffiante e disturbata ("Scrivere").
Negli altri tre casi, invece, la parola è sempre molto fredda, distaccata; il testo, sempre in italiano, non è mai elaborato, bensì minimale, i versi asciutti ed essenziali, perchè quanto viene detto non necessita spiegazioni.
Così come non è necessario spiegare i motivi per cui vale la pena tentare questo ascolto, che parla di una storia nota, talmente nota da essere quasi opportunisticamente abusata in sede mediatica, qui affrontata da un'angolazione inedita e con fredda chiarezza.

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DEVINO G - Pleasure

Informazioni
Gruppo: DeVino G
Titolo: Pleasure
Anno: 2011
Provenienza: Padova, Veneto, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Facebook - Myspace
Autore: Bosj

Tracklist
1. Chanson Demotivé
2. World In Progress
3. Rocket One
4. Hate
5. Falling Down
6. Povera Patria
7. Dedicato
8. Leave Me Alone
9. Pleasure
10. Lost In Thought

DURATA: 48:42

Diamo il benvenuto ai DeVino G, trio del nordest dal tono grunge, con opportune spruzzate di stoner rock e sfumature alla Tool.
Primo lavoro sulla lunga distanza, il loro "Pleasure", disco totalmente e fieramente autoprodotto, strizza l'occhio (e pure la mano) ai vari Soundgarden, Pearl Jam, Kyuss e derivati, i già nominati Tool e tutto il novero di band più o meno note della scena del Nordovest e più ampiamente della West Coast USA.
Se da un lato, anche un lato ben nutrito, potranno arrivare voci di dissenso per la proposta, datata e ormai piuttosto arida di nuove esperienze, dall'altro è impossibile non notare come il calderone grungy e desertico goda di questi tempi di nuova vita, grazie al proliferare di acts validi e dedicati in ogni angolo del globo o poco meno. I DeVino G decidono quindi di imbarcarsi su un transatlantico rodato e collaudato, ed è bene premettere che lo fanno con cognizione di causa e mano salda.
Sì, il repertorio di genere è tutto rintracciabile nei tre quarti d'ora abbondanti di musica dei Nostri e non c'è nessuna invenzione né innovazione che faccia gridare al miracolo, ma non importa, non c'è di che lamentarsi quando un pezzo come "Hate" vede la penna di Chris Cornell e della sua compagine comparire tra le partiture dei suoi riff. Lo stesso può dirsi per la successiva "Falling Down", che ha nelle vene anche soluzioni più commerciali, ad ogni ascolto la ricollego alle atmosfere di "Natural Selection" dei Fuel, soprattutto a "Down Inside Of You".
Le dieci cartucce vengono sparate dal lettore dimostrando le indubbie capacità del trio di comporre brani incisivi e variegati e di suonarli con grande padronanza dei propri mezzi, senza paura di esprimersi in code strumentali o accelerazioni solistiche di quando in quando.
Abbiamo poi espedienti diversificati in "Povera Patria" e "Dedicato" dove, come suggerisce la titolazione, dietro al microfono Vincenzo Carraro (anche alla chitarra) canta nella lingua di Dante. Mi permetto proprio in questo frangente la critica: la prova alla voce del musicista veneto non è particolarmente brillante, per quanto sia dotato di ottimi polmoni (come dimostrato nella conclusiva "Lost In Thought", forse la migliore prova dell'intero gruppo in questo platter); contrariamente a quanto accade plettro alla mano, l'interpretazione e l'espressività dei testi sono poco passionali, eccessivamente monocorde e incapaci di dare quel tocco di personalità in più che farebbe del disco un inizio senza sbavature.
Date le premesse si tratta tuttavia di un aspetto che non mina la piacevole esperienza di "Pleasure" nella sua interezza, così come lascia aperte ottime porte per il futuro.

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TEITANBLOOD - Purging Tongues


Informazioni
Gruppo: Teitanblood
Titolo: Purging Tongues
Anno: 2011
Provenienza: Spagna
Etichetta: Norma Evangelium Diaboli
Contatti: teitanblood.com
Autore: ticino1

Tracklist
1. Purging Tongues

DURATA: 15:37

Penso che "Seven Chalices", uscito nel 2009, sia stato apprezzato dalla maggior parte degli ascoltatori. Il concetto si distaccava nettamente dal rumore caotico tipico per molti gruppi di death-black bestiale. Molti preludi, anche esotici, separavano i singoli capitoli metallici.

Il duo iberico ci ha lasciato attendere due anni, anzi quasi tre, prima di presentarci questo dodici pollici, inciso su un solo lato, che contiene un’unica canzone di quasi sedici minuti. La fattura del disco è veramente ottima e curata. La facciata non registrata è decorata con simboli criptici e il foglietto d’accompagnamento è pieno di testo. Non ho ancora capito se questo sia legato al cantato o al citato nella canzone.

L’entrata di "Purging Tongues" è una sequenza parlata in spagnolo, forse tratta da un film, che vuole preparare l’ascoltatore all’inferno che forse seguirà. Scoprirete presto che la canzone non è altro che un mezzo per accompagnare il sample. Questo si protrae per tutta la durata del pezzo e, per quanto riesca a capire, cita passaggi tratti dall’Apocalisse. È difficile dare un giudizio su questo disco. Di primo acchito desidero definirlo come un concentrato di "Seven Chalices". D’altro canto troviamo l’interessante concetto con il racconto che è prominente rispetto alla musica; questa, spaziante dal metallo all’ambiente, rappresenta, come già citato sopra, infine una colonna sonora.

Credo che questo pezzo di vinile sia piuttosto dedicato ai collezionisti; sedici minuti sono pochi ma la fattura è impeccabile e il prezzo tutt’altro che proibitivo. Non vi farete del male a procurarvi questo lavoro un poco fuori dall'ordinario.

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FORET D'ORIENT - Essedvm


Informazioni
Gruppo: Foret D'Orient
Titolo: Essedvm
Anno: 2011
Provenienza: Venezia, Italia
Etichetta: Archaic North Entertainment
Contatti: facebook.com/foretdorient - myspace.com/foretdorient
Autore: Insanity

Tracklist
1. Campo Di Marte
2. Sagitta
3. Mantva 1328 - I e II Movimento
4. Et Veteres Revocavit Artes
5. Diadema
6. Prudentia Et Armi

DURATA: 27:52

Ho notato già da tempo che il lato più atmosferico e melodico del Black Metal in Italia ha dato risultati più che buoni, solo andando a memoria su ciò che ho recensito mi vengono in mente gli Aedera Obscura e i Supremacy; anche i veneziani Foret D'Orient, al debutto con l'ep "Essedvm", fanno parte di questo filone pur distinguendosi dalle band citate con uno stile che combina una base relativamente grezza con la raffinatezza delle tastiere e dell'arpa di Sonia Dainese. Credo sia la prima volta che sento questo strumento in un contesto Black Metal ma devo dire che svolge benissimo il suo compito, i brevi intermezzi nei vari brani, in particolar modo "Et Veteres Revocavit Artes", dimostrano come venga sfruttato con sapienza. Ottimo anche l'uso delle tastiere, dosate nella giusta misura e con sonorità sinfoniche arricchiscono e completano un sound che nel suo lato più propriamente Metal spesso e volentieri mi ha ricordato i Fourth Monarchy di "Amphilochia" (la voce di Count David tra l'altro è presente in alcuni brani dell'ep), forse in una versione più atmosferica ma con elementi in comune quali il sentore mistico riscontrabile in "Mantva 1328" e alcuni riff, già al primo ascolto di "Sagitta" ho avuto questa impressione che poi è stata confermata dalle tracce successive. Il cantato in italiano (con alcune parti in latino), interpretato dallo scream aggressivo e dai sussurri di Roberto Catto, si sposa benissimo con la raffinatezza del sound; da questo punto di vista mi è venuta in mente un'altra band italiana le cui linee vocali hanno qualche somiglianza con quelle di questo disco: i Voland.
Rimproverare qualcosa ai Foret D'Orient mi viene veramente difficile, in "Diadema" troviamo anche un assolo, che si può chiedere di più ad una band al proprio debutto? Se proprio vogliamo trovare un difettuccio bisogna aprire il booklet e notare che alcuni testi risultano leggermente difficili da leggere, ma ciò non toglie che anche in questo "Essedvm" non delude e le immaigni rappresentano alla perfezione la musica in esso contenuta.
Esordire con un lavoro simile mi fa pensare che in futuro posso aspettarmi molto dai Foret D'Orient, se da un lato è vero che in ventisette minuti sono riusciti a mettere in chiaro le loro intenzioni, dall'altro sembrano non bastare mai; chi ha apprezzato i vari progetti di Count David probabilmente troverà di proprio gradimento anche questo piccolo gioiellino, sicuramente questa è una realtà da tenere d'occhio.

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KLABATAUMANN


Informazioni
Autore: Mourning
Traduzione: Insanity

Formazione
Florian Toyka - Chitarra, Basso
Tim Steffens- Voce, Chitarra, Basso


Oggi ho il piacere di chiacchierare con Tim Steffens, una delle menti dietro i Klabataumann, per cui parliamo del nuovo album "The Old Chamber" e dei suoi altri progetti.

Benvenuto su Aristocrazia Webzine, come stai?

Tim: Sono stato molto malato durante le ultime due settimane per cui sono un po' giù anche per l'inverno, ma a parte questo sto abbastanza bene.


Diamo il via offrendo un paio d'informazioni sulla band, com'è nata? Chi sono i musicisti coinvolti? Di tutto ciò che ritieni utile per avere accesso al vostro mondo...

I Klabautamann sono un duo composto da me e Florian Toyka. Le prime prove sono state nel 1998, quando volevamo partecipare ad una compilation di band locali. In quel momento abbiamo composto la nostra prima canzone "Paskmust", inclusa poi nel demo "Opus Obscoenum Infernalis", pubblicato quell'anno. I Klabautamann sono nati come un progetto di divertimento, per esempio il testo della nostra prima canzone è fatto dagli ingredienti del drink pasquale svedese chiamato "Paskmust", e in qualche modo lo è ancora. Le tematiche dei nostri testi sono più seri, il nostro modo di suonare e la nostra produzione sono migliorati, ma lo facciamo comunque per divertirci. È molto soddisfacente produrre qualcosa che suoni bene. Il processo a volte è estenuante, ma ricompensa molto, specialmente quando i nostri fan apprezzano ciò che facciamo! Anche se i Klabautamann sono un duo, ci sono altri musicisti considerati parte dei Klabautamann. Il primo è Patrick Schroeder (ex Centaurus-A) che ha suonato la batteria nella maggior parte degli album e in sede live. Ha influenzato i Klabautamann molto con il suo stile e ha fatto in modo che Flo ed io suonassimo più veloci che mai, haha! Oltre ad essere un batterista molto abile, è anche un nostro caro amico. Potete anche sentirlo in molti lavori della Zeitgeister. Secondo, il nostro caro amico Christian Kolf (Valborg, Island, Woburn House, Owl etc.) è parte importante dei Klabautamann. Ha scritto molti bei testi ("Eure MajestŠt, Dies Ist Deer Kopf Des VerrŠters" che significa "Sua Maestà, ecco la testa del traditore") che hanno formato molto lo stile dei Klabautamann e a volte ha cantato con noi in sede live ed anche nelle due tracce di "Merkur". Ma sicuramente ha influenzato molto le nostre composizioni, poichè suona in tre band con Flo. Ho anche avuto molte discussioni con lui sulle tecniche di composizione che mi hanno ispirato tanto. L'altra parte dei Klabautamann è Christoph Graf, il nostro bassista live. Probabilmente lui non ci ha influenzati per lo stile, ma è un ragazzo che amiamo avere intorno perchè mette buon umore ed è molto divertente. Anche lui è un caro amico, ho fatto molte camminate con lui, per esempio in Norvegia, Finlandia, Slovenia, Spagna e Giordania. Più recentemente, la mia ragazza Maria Koch si è unita ai Klabautamann scrivendo i testi di "Herbsthauch" e dell'80% delle canzoni "The Old Chamber". È molto simpatica ed amichevole, non potresti mai immaginare che possa scrivere testi così cattivi, haha! Ho ricordi molto belli delle nostre vacanze componendo sull'Eiffel, in Italia e in Nuova Zelanda!


Due nuove uscite nel quale sei coivolto in prima persona: "The Old Chamber" dei Klabautamann e "Sleep Summer Storm" dei Woburn House (troverete le recensioni girando per il sito, nda), come descriveresti i lavori?

The Old Chamber" è un album di black/doom metal atmosferico ed epico. Non è una continuazione di "Merkur", ma qualcosa di nuovo per i Klabautamann: un passo indietro verso le origini, un inno ai pionieri del viking/black metal come Enslaved, Borknagar, Helheim etc.


Ho notato una sorta di guardarsi indietro nell'album dei Klabautamann, sembra un incrocio fra il primo "Our Journey Through The Woods" e quel capolavoro di "Merkur", cos'è cambiato in questi due anni da portare quest'introspezione che ripesca nel vostro passato? Anche l'artwork e il lavoro dietro al mixer riportano firme, quelle di John Bauer e Armin Rave, che avete già incrociato tempo fa, perché tali scelte?

Sono sicuro che troverai un po' di ogni album dei Klabautamann nell'ultimo, abbiamo un certo stile che ci identifica. Ma per me non è proprio un mix di "Our Journey" e "Merkur". Posso solo dire che negli ultimi due anni c'è stato uno sviluppo veloce. Il modo in cui ci sviluppiamo è difficile da prevedere, anche per noi. Ma non ci importa, prendiamo quello che ci viene! Comunque, c'è una grande differenza tra "The Old Chamber" e gli altri lavori: ho scritto tutte le canzoni e non erano nemmeno pianificate per un album dei Klabautamann, dovevano essere di un mio solo project viking metal, per questo le ho scritte da solo. Apprezzo molto che Flo mi stia aiutando ancora per la composizione del nuovo album. Da un lato fare canzoni con lui da ottimi risultati ed è divertente, e dall'altro lato tendiamo ad arricchire le canzoni dell'altro. Di solito le canzoni migliori sono quelle che scriviamo insieme. Non lavoriamo davvero con John Bauer, è morto da circa settant'anni ormai, ma in effetti abbiamo usato ancora la sua arte. Amiamo le sue immagini e queste si combinano benissimo con il mood di "TOC". La decisione di avere Armin Rave al mixaggio è in parte a causa mia poichè non avevo tempo di farlo, anche se mi sarebbe piaciuto. Quando abbiamo pensato ad un'alternativa, Armin è stato il nostro primo pensiero. Flo ha lavorato con lui con la Zeitgeister, ed anche noi come hai detto in "Our Journey Through The Woods", ed è molto bravo. È stata proprio una buona scelta. Penso che il risultato sia meglio di quanto avrei fatto io, è una produzione perfetta ed atmosferica!


Ogni cover dei Klabautamann "racconta" una storia, cosa ci puoi dire a riguardo?

Ogni ascoltatore può immaginarsi una storia diversa. Una possibilità è che la principessa sulla cover tenga la chiave alla porta del retro del booklet, controllata da un brutto troll e che conduce alla vecchia stanza ("The Old Chamber").


Nelle composizioni più "rozze" (termine da prendere con le pinze) è rimasta intatta quella vena dissonante e psichedelica, quali sono le band che hanno influenzato tale caratteristica? Ascolti molta musica psych e avanguardistica anche al di fuori del mondo metal?

Ascolto molte band e generi diversi. Iniziando da Michael Jackson e arrivando a The Beatles, Pink Floyd, Esbjšrn Svenson Trio e molto metal, ma anche classica come Chopin o Leo Brouwer. Per cui è difficile dire cosa è stato più influente, come sempre è un processo inconscio. Comunque, direi Opeth e Enslaved come grandi influenze.


Patrick Schröder è presente in più band della "confraternita" Zeitgeister in qualità di session, posso chiederti come mai dato che la collaborazione col batterista è ormai di lunga data? È parte della famiglia giusto?

Sì, è sicuramente parte della famiglia Zeitgeister! Il motivo per cui non è un membro "vero" dei Klabautamann è semplice: lui non vuole. Gliel'abbiamo chiesto molte volte. Ma in passato ha detto che essere in un'altra band di metal estremo oltre ai Centaurus-A era troppo. E negli ultimi anni ha avuto molti problemi personali, per cui non ha voluto fare nessuna cosa del genere. Beh, se un giorno cambierà idea, sarà il benvenuto!


Florian mi ha parlato degli Skarab, puoi approfondire il discorso? Perchè questo nome? Ha a che fare con la cultura egizia?

Skarab è un mio nuovo progetto. Mi è venuta l'idea di fare qualcosa di più semplice e grezzo dei Klabautamann. Curioso che ora stia diventando più progressivo e ricercato, hahaha! La maggior parte delle canzoni sono state scritte con una tecnica di composizione che mi ha spiegato Christian. Ho iniziato a scriverle appena tornato dalle mie vacanze in Egitto. Avevo ancora quelle emozioni intense e mistiche in me, mi sono venute in mente cose come le stelle nel deserto di notte ed altre collegate alla mitologia egizia, nella quale lo scarabeo porta il Sole, ma in realtà trasporta palle di merde per riprodursi, haha! Mi piacciono queste creature e amo i riferimenti alla mitologia egizia, per questo ho scelto questo nome per il mio progetto. Tuttavia non troverai altri collegamenti all'Egitto nei testi. È solo l'atmosfera che ha influenzato la musica.


I tuoi progetti hanno una dimensione live? Se sì, qual è stato quello che reputi indimenticabile? Se ne avessi occasione in quale festival vorresti suonare e al fianco di chi?

Attualmente nessun mio progetto suona live. Ma ci stiamo pensando con i Klabautamann e gli Skarab nel 2012. Mi piacerebbe suonare al "Dong", che è un piccolo festival da queste parti, su una collina. Ho inviato una domanda per i Klabautamann senza dire altro alla band - per cui è una sorpresa, vediamo che succede!


Parliamo di Tim, quando hai iniziato ad ascoltare musica e metal? Gli album più importanti per la tua crescita artistica?

Ho iniziato presto ad ascoltare musica, i miei genitori ne ascoltavano molta. Principalmente Beatles, Peter Paul e Mary, Johann Sebastian Bach. Il primo album che ho comprato è stato "Bad" di Michael Jackson - penso che avevo nove anni - e le prima cassette metal sono "No Prayer For The Dying" degli Iron Maiden e "Rust In Peace" dei Megadeth. Parlando di struttre delle canzoni penso che "Rust In Peace" mi abbia influenzato molto. Ma come ho detto, è difficile da dire. Ho notato che la musica ispira e influenza ancora di più quando la suoni. Sento che suonare Grieg e Bach al pianoforte e Leo Brouwer, Sylvius Leopold Wei§ e Heitor Villa Lobos alla chitarra classica sia stato molto importante per me.


Il primo e e l'ultimo concerto a cui hai assistito? Il tuo primo e l'ultimo disco acquistato?

Il primo concerto è stato quello degli Iron Maiden ad Essen. Penso che fosse il 17 aprile 1993. Avevo tredici anni e mio padre mi ha dovuto accompagnare perchè bisognava avere sedici anni per andare da soli. Grazie papà! L'ultimo concerto è stato degli Screaming Souls per il loro anniversario due settimane fa. È stato molto stancante, perchè ero ancora un po' malato ed ho dovuto fare il sound. Ma alla fine è stato divertente comunque! Penso che abbiano messo la loro cover di "The Trooper" su YouTube! Come ho detto il primo album che ho comprato è stato "Bad" e l'ultimo, fammi pensare... Penso che sia l'ultimo Machine Head, ma non ne sono sicuro, ho comprato tanta roba! Oh, giusto ieri è arrivato "Hell Over Sofia" degli Hypocrisy su DVD e CD. Il concerto è ok, ma il documentario "20 Years Of Chaos And Confusion" incluso era veramente figo e caotico.


Com'è la vita al di fuori della band? Chi è il Florian di tutti i giorni?

Oltre a fare musica, sono un libero professionista sviluppatore di software e come hobby ho la pesca. inoltre viaggio molto e faccio passeggiate.


Non posso negare d'esser più che curioso, quali sono i prossimi progetti in cantiere? Ci sono già date e uscite programmate?

La data di pubblicazione del debutto degli Skarab è febbraio 2012 ma non credo che ce la faremo. Penso che sarà posticipata di uno o due mesi. Inoltre il debutto degli Elements - un altro dei miei progetti - dovrebbe arrivare nel 2012. Per i Klabautamann stiamo iniziando a lavorare sul nuovo album - tra venti minuti vado a provare. Penso che potrete aspettarvelo nel 2013.


Perchè i nostri lettori dovrebbero comprare "The Old Chamber"? Dai loro cinque buone ragioni.

1) Ha un bell'artwork e starà bene nella vostra collezione di cd.
2) Ha canzoni molto intense ed atmosferiche e la produzione è favolosa.
3) Ogni moneta che guadagnamo verrà spesa in strumentazione e produzione migliori, per cui potete essere certi che i Klabautamann faranno nuovi lavori così!
4) Potete comprarlo insieme al nuovo album dei Woburn House e risparmiare un po' - guardate il sito della Zeitgeister (www.zeitgeistermusic.com).
5) È un bel regalo di Natale - o se non vi piace il Natale, un bel regalo di San Valentino, hahaha!


L'intervista è giunta al termine, grazie per la disponibilità e il tempo concessoci, mandiamo un ultimo messaggio ai nostri lettori?

Grazie dell'intervista, è stato bello rispondere alle domande! Chiunque sia interessato al nuovo album - o anche a quelli vecchi - dei Klabautamann può controllare su www.facebook.com/klabautamann o può comprare alla Zeitgeister music o su ITunes - BandCamp arrivera presto! Saluti!

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KLABAUTAMANN (english version)


Information
Authore Mourning
Translation: Insanity

Line Up
Florian Toyka - Guitars, Bass
Tim Steffens - Vocals, Guitars, Bass


Today I had the pleasure of talking with Tim Steffens one of the two minds behind the Klabautamann's monicker, so we talk about the new release "The Old Chamber" and of the other projects are move on in his head.

Welcome on Aristocrazia Webzine, how are you?

Tim: I've been ill a lot during the last couple of weeks which makes me a little depressed in combination with the winter darkness, but besides that I'm quite OK.


Let's start talking about the band, how did born? Who is the musicians involved? Tell us anything you want about Klabataumann's world...

Klabautamann is a two man project involving me and Florian Toyka. The first rehearsal was in 1998, when we wanted to participate a local band sampler. There we made our first song "Paskmust", which was later included in our demo "Opus Obscoenum Infernalis", released the same year. Klabautamann started as a fun-project - for example the lyrics of our first song are the ingredients of the swedish easter drink "Paskmust" - and in a way it remained a fun project. The themes of our lyrics became more serious, our playing and our production got better, but still we are doing it for the fun. It's really satisfying to make a cool sounding record. The process is sometimes very exhausting, but still much more rewarding - especially when our fans like what we do! Though Klabautamann is mainly a two man project, there are other persons that can be counted as part of Klabautamann as well. First to mention there is Patrick Schroeder (ex Centaurus-A) who played the drums on most albums and also live. He influenced Klabautamann very much with his style of playing and he made Flo and me play faster than we ever though we could, haha! Besides bin a very skilled drummer, he is a good friend of ours. You can also hear his drumming on various Zeitgeister releases. Secondly our close friend Christian Kolf (Valborg, Island, Woburn House, Owl etc.) is an important part of Klabautamann. He wrote a lot of cool lyrics ("Eure MajestŠt, Dies Ist Deer Kopf Des VerrŠters" which means loosely translated "Thy majesty, here's the head of the traitor") which were very formative for the Klabautamann style and he did some live singing for us as well as vocals on two tracks of "Merkur". But for sure he was also very influencing for purr compositions, as he is paling in three bands together with Flo. Also I had a lot of discussions with him on composing techniques which were very inspiring for me.
Antoher constant part of Klabautamann is Christoph Graf, who is our live bass player. He's probably not as influencing for the musical style, but he's a guy we really like to have around because he spreads good mood and you can have a lot of fun with him. He as well is a very close friend of ours, I did loads of hiking tours together with him, for example to Norway, Finnland, Slovenia, Spain and Jordan.
Rather shortly, my girlfriend Maria Koch also joined the Klabautamann team by writing the lyrics for "Herbsthauch" as well as for 80% of the songs on "The Old Chamber". She is so nice and friendly, that you would never imagine, thatch could write such severe lyrics, haha! I have really nice memories of our composing and writing vacations in the Eifel, Italy and New Zealand!


"The Old Chamber" by Klabautamann (you can find the review on our websites), how would you describe this work?

"The Old Chamber" is an epic and atmospheric black metal / doom album. It's no continuation of "Merkur", but something rather new for Klabautamann: a step back to the roots, an anthem to the pioneers of viking / black metal like Enslaved, Borknagar, Helheim etc.


I noticed a look to the past in the Klabautamann album, it seems like a mix of "Our Journey Through The Woods" and that masterpiece called "Merkur", what did change in these two years? Also the artwork and the mixing are mad by John Bauer and Armin Rave, two guys you worked with in the past, why this choice?

I'm sure you'll find a bit of every Klabautamann album in our new one, we have a certain style which I think makes it easy to identify a Klabautamann release. But for me it's not particularly a mix of "Our Journey" and "Merkur". I can not say what changed during the last two years, it's just a further development. The way we develop is very hard to anticipate, even for us. But we don't care, we take whatever comes out! Anyways, there's one major difference for "The Old Chamber" to all other releases: I wrote all songs and they weren't evened planned as a Klabautamann release, they should have become a Viking Metal solo project by myself - which was the reason why I wrote them on my own. I appreciate very much that Flo is joining in again for composition of the new album. On the one hand working out songs with him works really well and is a lot of fun - and on the other hand we tend to enrich the songs of each other. Usually you can really tell that a song is much better after we worked on it together. We did not really work together with John Bauer - the guy is dead for about 70 years now - but you are right that we again used his artwork. We love his images and this one especially fit very well to the mood of "TOC".
The decision to have Armin Rave make the mix was partially caused by me not having enough time to do the mix on my own - I would have loved to do that. When we thought about and alternative, Armin was the most obvious decisions. Flo has worked with him on many Zeitgeister release, we also have - as you mentioned on "Our Journey" - and he's very skilled and well-equipped. It was definitely a good choice. I think the result sound better than if I had done it myself, it's a flawless fat and atmospheric production!


Each cover by Klabautamann "tells" a story, what can you say about this?

Each listener can make up his or her own story to that. But one possibility is that the princess on the front cover holds the key to the door on the back of the booklet, guarded by an ugly troll and leading to the old chamber.


In the "rougher" songs you managed to keep that dissonant and psychedelic vein, which band influenced you in this way? Do you listen to psychedelic and avantgarde music, both in and outside the metal world?

I listen to a lot of different bands and styles of music. That begins with Micheal Jackson and leads over The Beatles, Pink Floyd, Esbjšrn Svenson Trio and loads of metal stuff to classical music like Chopin or Leo Brouwer. So it's difficult to tell which was really influential, as usually that is a very subconscious process. Anyways, judging from likeliness, I would state Opeth and Enslaved as being heavily influential.


Patrick Schröder is in many bands under Zeitgeister as a session member, can i ask you why, since the collaboration with him started much time ago? He is part of the "family", isn't he?

Yeah, he is most definitely part of the Zeitgeister family! The reason why he is not a "real" Klabautamann member is quite simple: he doesn't want to. We asked him a lot of times. But in earlier days he said that being in another demanding extreme metal band in addition to "Centaurus-A" was just too much. And in the last years he went through a lot of private issues, so he didn't want any commitments of this kind. Well, if he should ever change his mind, he is very welcome!


Florian talk to me of your solo project Skarab, can you talk to me? why this name? Will have to do with egyptian culture?

Skarab is a very new project of mine. It came up with the idea of making something more simple and raw as Klabautamann. Funny that it now turns out to be rather demanding and progressive, hahaha! Most of the songs were written with a composition technique Christian told me about. I started writing them shortly after I came back from holidays in egypt. I still had all these intense and mystical feelings in me that came up when thing the stars in the desert at night and that are related to all the old egyptian buildings and mythology. In egypt mythology, the scarab carries the sun - though in reality it carries balls of shit to spawn, haha! I like these creatures and I like the reference to the egyptian mythology, that's why I took it as name giver for the new project. Nevertheless you won't find any further relation to egypt in the lyrics. It's just the atmosphere over there that influenced the music.


Do your projects make live shows? If yes so, which is your favourite one? In which festival would you like to play and with which bands?

Currently none of my projects plays live. But were thinking about that with Klabautamann and Skarab in 2012. I'd definitely love to play at "Dong", which is a cosy little festival nearby, on a hill top. I've send an application there for Klabautamann without telling anyone else of the band - so it's a surprise, lets see what happens!


Let's talk about Tim, when did you start listening to music and metal? The most important albums for your artistic growth?

I started listening to music very early, because my parents used to listen to a lot of music. That was mainly Beatles, Peter Paul and Mary - and Johann Sebastian Bach. The first album I bought was "Michael Jackson - Bad" - I think I was nine - and the first metal tapes I got were "Iron Maiden - No Prayer for the Dying" and "Megadeth - Rust in Peace". Speaking of song structures and riff-schemes I think that "Rust in Peace" influenced me pretty much. But as I said earlier, it's really difficult to tell. I experienced that music inspires and influences you even more, when you play it yourself. I feel playing Grieg and Bach on the piano as well as Leo Brouwer, Sylvius Leopold Wei§ and Heitor Villa Lobos on the classical guitar was very important for me.


The first and the last concert you saw? The first and the last album you bought?

First concert was Iron Maiden in the Grugahalle in Essen. I think it was on April 17th 1993. I was thirteen back then and my farther had to accompany me because you had to be sixteen to go on your own. Thanx again for that, dad! The last concert was "Screaming Souls" on there anniversary gig two weeks ago. It was kinda exhausting, cause I was still a little ill and I had to do the sound. But it turned out to be a lot of fun anyways! I think they put their "The Trooper" cover on youTube - if you like just go ahead and have a look! As mentioned the first album I bought was "Bad" and the last one hm, let me think about that I think it was the new Machine Head, but I'm not sure, bought a lot of stuff! Oh, just yesterday arrived "Hypocrisy - Hell over Sofia" on DVD and CD. The live show is just OK, but the "20 Years Of Chaos And Confusion" documentary also included was damn good - and really chaotic.


How is your life outside the band? Who is Tim in the everyday life?

Besides making music, I'm a freelance software developer and a passionate hobby fisher. Also I do a lot of traveling and hiking.


I'm really curious, what are your plans for the future? are there any dates and releases scheduled?

The release date for the Skarab debut was meant to be beginning of February 2012. But I do not think that we will be able to keep that. I guess it will be postponed by one or two months. Also the "Elements" debut - one of my other projects - should come out in 2012. For Klabautamann we are just starting to work on a new album - I'll leave for rehearsal in 20 minutes. I guess it can be expected in early 2013.


Why should our readers buy "The Old Chamber"? Give them five good reasons.

1) It has great artwork and will look very good in your CD collection.
2) It features very intense and atmospheric songs and the production is fabulous.
3) Every coin we earn is put into new equipment and new productions, so you make sure Klabautamann makes a lot of new records this way!
4) You can buy it as a package with the new Woburn House and safe some money - checkout Zeitgeister website at www.zeitgeistermusic.com.
5) it's a great christmas present - or if you miss christmas, it's a great valentines day present, hahaha!


Thanks for the time spent with us, the last message for our readers is up to you

Thanks for the interview, it was fun answering the questions! Anybody interested in the new - or any old - Klabautamann Album can check it out on www.facebook.com/klabautamann - there's also an advent calendar waiting - or buy it at Zeitgeister music or ITunes - BandCamp will follow shortly! Cheers!

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