lunedì 1 agosto 2011

AGRADO - Rumore Bianco

Gruppo: Agrado
Titolo: Rumore Bianco
Anno: 2011
Provenienza: Milano, Italia
Etichetta: Fermenti Vivi/Aereostella
Contatti: www.agrado.it
Autore: Mourning

Tracklist
1. Tra Sogni E Dovere
2. Come La Neve Quando Cade
3. A (Amami)
4. La Ragazza Blu
5. Numeri
6. E Se Domani
7. La Bellezza Delle Cose
8. L'Uomo Che Sorride
9. Non E' Facile
10. Piccola Luce
11. Un Cielo Senza Nuvole

DURATA: 43:35

Gli Agrado sono in giro dal 2005, come le buone macchine diesel hanno avuto bisogno di tempo per carburare e rendere al meglio, trovato però l'equilibrio adeguato lo slancio prende forma ed è questo 2011 che da loro la possibilità di far conoscere ai più la loro arte con l'uscita del debutto "Rumore Bianco".
Dopo vari e vari passaggi nello stereo, il platter del trio milanese ha lasciato più di un semplice ricordo piacevole al sottoscritto, le atmosfere grigiastre e melancoliche classiche di alcune formazioni della scena britannica quali Smiths e Cure si stratificheranno nella vostra mente ed è sempre la terra d'Albione a fornire forse sin troppi segni nel dna del sound, dagli Stereophonics più raccolti ai Radiohead, dai Police ai Blur per non parlare della scelta di dare vita propria a "Change" dei Tears For Fears riadattata e rinominata "Piccola Luce".
Attimi più spensierati e dal piglio accattivante come "Tra Sogni E Dovere" si alternano con il popular spicciolo e carezzevole della "Ragazza Blu" passando per varianti che tirano in causa frangenti di rock "indurito" all'interno di "L'Uomo Che Sorride", la hit da classifica "A (Amami)" e la cangiante e conclusiva "Un Cielo Senza Nuvole" capace di racchiudere in sè l'anima variopinta degli Agrado.
"Rumore Bianco" formalmente non ha nulla di sbagliato, il lavoro svolto nelle retrovie da personaggi esperti quali Lele Battista e Brando e il supporto della neonata label di Franz Di Cioccio (Pfm), la Fermenti Vivi, hanno dato la possibilità agli Agrado di metter fuori la testa, c'è però da rendersi conto che il "sogno" da inseguire, come cita il personaggio creato da Almodovar da cui prendono il nome esclamando: "una persona è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stessa", debba divenire maggiormente proprio.
Il far scivolare le influenze sino a questo momento sin troppo nette e che rendono il disco particolarmente derivativo sarà il punto su cui focalizzare gli sforzi in futuro, dettaglio comunque di cui non preoccuparsi esageratamente, è pur sempre il primo tassello di un mosaico che sta prendendo una forma gradevole e alquanto intrigante.
Il rock made in Italy continua a ritagliarsi spazio e a guadagnare consensi, mi auguro un giorno di vedere le nostre classifiche di vendita più generose e rispettose nei confronti di chi fa musica con un'unica vera spinta a guidarlo: la passione. In bocca al lupo ragazzi.

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