lunedì 18 luglio 2011

DOPETHRONE - Dark Foil


Informazioni
Gruppo: Dopethrone
Anno: 2011
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/dopethronemafia
Autore: Mourning

Tracklist
1. Dark Foil
2. Tap Runner
3. Porcelain God
4. Ain't No Sunshine
5. Zombi Powder
6. Cosecha De Sangre

DURATA: 43:53

Un ascoltatore, anche il più sprovveduto, conoscitore di un minimo di base doom cosa si può attendere da una formazione che ha come monicker Dopethrone? A meno che non si sia del tutto tagliati fuori dal mondo del "fato" oscuro e minaccioso, il nome che rimanda a uno dei capolavori targati Electric Wizard è un biglietto da visita che tranne una sorpresa inaspettata (non pervenuta) condurrà alle nostre orecchie del doom/stoner possente, profondo e in questo specifico caso palesemente coinvolto in un processo sludgy che dona quel tocco abissale alle tracce.
I ragazzi canadesi con "Dark Foil", rilasciato a due anni di distanza da "Demonsmoke", ci offrono una seconda produzione solida, fortemente ancorata ai canoni più classici dello stile tanto che citare le band che ne influenzano il sound è tempo sprecato, sono evidenti e palesate dalle scelte compositive sia dal punto di vista del riffing, sia da quello competente l'impianto ambientale, con l'unica differenza sostanziale risiedente dietro il microfono.
La vocalità di Vincent (anche chitarrista), rispetto a quelle utilizzate dai fan del classico filone sabbathiano quanto da coloro che preferiscono il settore più estremo, risulta essere più raschiata e strozzata poggiandosi con linee brevi e acide tese a sfruttarne tali doti.
Un platter come "Dark Foil" si descrive da solo durante l'ascolto, il deja vù è di casa eppure la sua struttura, in certi casi neanche poi tanto complessa, si eleva grazie ad assoli incasellati nel luogo più opportuno e a una pioggia fangosa che attecchisce nel terreno formando pozze in cui affondare la propria rabbia dimostrando di possedere le argomentazioni capaci di eccitare l'emotività del doomster incallito.
Sia poi la titletrack, "Tap Runner", la lunga e tortuosa "Zombi Powder" o la conclusiva "Cosecha De Sangre" a colpirvi dritto al cuore poco importa, il danno (positivo) è ormai stato fatto e non si può rimediare.
I Dopethrone giocano facile, sfruttano le armi più conosciute dello stile per mantenere ancora una volta viva e ardente quella tela nera che le release doom tessono, disfano e ritessono più fitta mantenendo con costanza e dedizione il livello qualitativo del genere una spanna e più in alto rispetto gli altri, l'ennesimo pasto che un appassionato non può lasciar andare a male, va consumato e a più riprese.

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