lunedì 4 aprile 2011

BLUE ASIDE - The Orange Tree

Informazioni
Gruppo: Blue Aside
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/blueaside
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Traveler Of Time And Space
2. Otis' Sun
3. Orange Eyes
4. Black Rays
5. The Inevitable Journey

DURATA: 36:19

Ci sono dischi che li metti su mezza volta ed è amore, incontrastato, incondizionato e fottutamente coinvolgente, è già successo in passato e sono contento sia avvenuto anche stavolta con l'ep degli statunitensi Blue Aside "The Orange Tree".
Leggo la biografia arrivata insieme al cd e mi accorgo che c'è un nome conosciuto fra le ex band di questi ragazzi, Palace In Thunderland, cerco di ricordarne il perché e poi arriva l'illuminazione: cazzo, ci suonavano anche membri dei meravigliosi Black Pyramid!!!
Questa inaspettata scoperata m'invoglia ancora di più a inserire il platter nello stereo, che poi diciamocela tutta, ep? Son quasi quaranta minuti di musica, per un'altra band sarebbe un album intero e che album.
Il trio di Boston si ritaglia spazio in quell'area che racchiude gli act che vagano nel settore doom drogato sino all'osso, sono presenti il carisma degli anni Settanta e la psichedelia da stordimento con conseguente trip cosmico di tal periodo tanto da rendere impossibile non citare gente come Pink Floyd e Hawkwind fra le influenze, con l'opener "The Traveler Of Time And Space" che tanto per venire incontro ci autorizza a esserne certi.
La doppietta che le succede è caratterizzata dalla commistione di generi che diviene prorompente, il modo in cui vengono coniugati sludge, stoner, psych e aspetti cosmici in "Otis'Sun" mostra un evidente piglio hendrixiano, nella seconda "Orange Eyes" la decisione di calcare la mano sugli strati più pesanti e profondi esalta la componente classic doom, sono uno spettacolo, un viaggione capace di farti veramente pensare che il corpo sia solo un tramite, una porta con cui la musica entra in contatto spedendoti rapidamente in una dimensione differente priva di ostacoli gancio. Fluttuare liberi? E' sensazione impagabile.
I Blue Aside sono una delle migliori rappresentazioni di come metal e rock possano convivere nutrendosi l'uno dell'altro, è innegabile che la passione per band come i Saint Vitus, Sons Of Otis e Sleep riesca a combinarsi a meraviglia con lo spirito spacey che anima la voce di Adam, peraltro perfetto anche in chiave di riffing e presenza solistica, "Black Rays" la più lenta e martellante ce lo conferma.
Del resto è altrettanto vero che il drumming di Matt Netto agevolerebbe il lavoro a chiunque, la sua impostazione varia e calibrata asseconda il mood da perseguire accompagnata dalla prova robusta di Joe Twomey e mentre scrivo queste parole sono giunto per la terza volta consecutiva alla conclusiva "The Inevitable Journey", il pezzo ruota sui cardini impostati da ciò che lo precede, i particolari che la differenziano dal resto della tracklist sono una sottile vena "grungettona" sul finire e una serie di soluzioni che ricordano gli Yob, non possiede la stessa mole massiccia del resto del disco ma si difende egregiamente.
"The Orange Tree" è un grandissimo lavoro, forse la produzione poteva esser curata in maniera diversa, un po' di spessore in più avrebbe irrobustito la già imponente quantità di atmosfere e un sound che per essere goduto al meglio ha bisogno di volume, tanto volume.
Tolto questo particolare relegabile all'ambito del gusto personale, non mi rimane che consigliare l'ascolto e l'acquisto dei Blue Aside, se come base han messo un "mattone" di valore simile non oso immaginare così il futuro potrà donarci.
Fatevi un bel regalo, compratevi "The Orange Tree"!

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