lunedì 14 marzo 2011

SAVIOR FROM ANGER - Lost In The Darkness


Informazioni
Gruppo: Savior From Anger
Anno: 2009
Etichetta: Rock It Up Records
Contatti: www.myspace.com/marcoruggiero
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Claustrophobia
2. Victim Of Rage
3. No Way Out
4. Killing Greed
5. Double Shot
6. Mindstruck
7. Shudder Of Death
8. Through This Life
9. Shock Wave

DURATA: 46:03

Il mondo del metal è molto variegato.
Vi sono band che cercano l'innovazione a ogni costo e vi sono band che cavalcano i trend del momento. Ve ne sono poi altre che invece suonano guardando nel passato.
In quest'ultima categoria si incasellano i Savior From Anger, quartetto napoletano di musicisti non certo alle prime armi, in quanto tutti membri o ex membri di altre realtà più o meno conosciute (uno tra tutti il chitarrista Marco Ruggiero proveniente dai Nameless Crime).
Dopo un demo e uno split, nel 2009 viene alla luce "Lost In The Darkness", primo full in cui sono presenti anche le tracce ripescate dal primo demo.
Le nove canzoni che compongono il lotto sono un chiaro omaggio alla scena metal che fu, l'eta dell'oro in cui brillavano stelle come Annihilator, Anthrax, Metal Church e Armored Saint. Questi, e molti altri, sono i nomi che vi potrebbero venire alla mente ascoltando il disco.
L'apertura è affidata allo speed di "Claustrophobia", brano che ci fa già comprendere quale sia il tiro dell'album.
Il gruppo si muove bene attraverso gli stili che interpreta e fa capire che è perfettamente cosciente di ciò che suona.
Il thrash è comunque l'elemento più presente, che fa gonfiare di potenza tracce come "Victim Of Rage", "Killing Greed", "Shock Wave" e l'esplosiva "Mindstruck".
Grande è comunque anche l'influenza del power di stampo americano (e in parte della nwobhm) che fa capolino in tutto il disco con picchi elevati in "Double Shot" e "Shudders Of Death".
Ora, secondo voi, poteva forse mancare in un disco del genere la classica ballad in stile power?
Assolutamente no! I Savior From Anger ci completano quindi il piatto con la bella "Through This Life".
Strumentalmente parlando le prestazioni dei singoli sono irreprensibili. Versatile e potente la voce di Alessandro Granato (Joey Belladonna docet), sotto cui si stende un riffing robusto ed efficace.
Qui però viene la nota dolente.
Da "Double Shot" alla fine (ovvero i brani nuovi) il livello della produzione cala vertiginosamente minando in maniera pericolosa la coesione strumentale, soprattutto per quanto riguarda la batteria, troppo in sottofondo.
Difetto assolutamente sormontabile (sempre che non si sia fanatici delle produzioni laccate e ingioiellate), ma per il futuro una rivisitina a questo punto sarà bene darla.
Leggo sul Myspace che i ragazzi sono ora al lavoro ad una nuova uscita.
Quale miglior modo per prepararsi a un nuovo album, se non venendo in contatto con il precedente?
Io ve lo consiglio caldamente; è una band che non cerca il modernismo, ma suona per passione nei confronti di un genere che appassiona ancora i propri affezionati.
Credo che già solo per questo meritino supporto.

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