lunedì 7 marzo 2011

FOLKEARTH - Viking's Anthem


Informazioni
Gruppo: Folkearth
Anno: 2010
Etichetta: Stygian Crypt
Contatti: www.myspace.com/folkearth
Autore: Mourning

Tracklist
1. Beasts From The Blizzards
2. Ragnarok
3. There Is No Death
4. The Eternal City
5. Viking's Anthem
6. To Avalon
7. A New Day Is Rising
8. Warrior Code
9. The Conquering Nightmare
10.Set Sails To Conquer
11.Legacy Of Steel

DURATA: 49:48

In apertura di recensione mi vien subito da dire: ragazzi aspettate!!! Prendetevi del tempo, non si possono produrre dischi a raffica pretendendo di mantenere una qualità che sia quanto meno decente, datevi una regolata.
Dico ciò perché i Folkearth, il gruppo di musicisti che ogni volta si riunisce cambiando qualche pezzo al proprio interno per regalarci dischi tutto sommato piacevoli di folk/viking, stavolta è a un passo dall'insufficienza.
Passi per i clichè ripetuti e ripetuti, passi per un growl che è intellegibile come Luca Giurato quando tenta di spiegare una qualsiasi teoria partorita dal suo cervello illuminato, passino pure gl'interventi quasi mai indovinati della cantante Anaïs che tranne nella bella opener "Beasts From The Blizzards" sembra una che gira per lo studio infilandosi nel pezzo quando meno serve, c'è comunque bisogno di una registrata generale.
La tracklist vanta canzoni dal buon piglio e gradevolissime d'ascoltare come "The Eternal City", "The Conquering Nightmare" e l'acustica "Legacy Of Steel" posta in chiusura come a indorare la pillola, il resto è un alternarsi di brani che vanno da "ok ce la posso fare" a "no per favore questo no".
Le prestazioni di "Ragnarok" e "A New Day Is Rising" per citarne solo due sembrano messe lì tanto per far numero, il termine riempitivo purtroppo in "Viking's Anthem" trova abbondante spazio e paragonandolo al precedente "Rulers Of The Sea", non un capolavoro ma di sicuro un disco che si faceva ascoltare, ne esce sconfitto e non di poco.
Un solo punto gioca a favore e contemporaneamente riesce comunque a far danni, la produzione è finalmente corposa, robusta peccato che si dimentichi quasi del tutto di valorizzare la componente fondamentale del progetto Folkearth: il lato folk.
La strumentazione che rende caratteristiche le prove del genere viene praticamente sbattuta il più delle volte in un angolo dando spazio alla classica, tanto da poter pensare che un episodio come "To Avalon" se non fosse per un inizio delicato e rimembrante una traversata in mare aperto sia una brutta copia di un pezzo Amon Amarth, buono l'intento ma la riuscita sa d'occasione sfruttata decisamente male.
Cosa c'è di esaltante in questo disco? Il lavoro di grafica, ancora una volta Kris Verwimp (Moonsorrow, Arkona) ha dato vita all'ennesima front cover d'impatto, bella la rappresentazione della figura del guerriero vichingo in mezzo a un sentiero contorniato dalle montagne alle cui spalle si scorge una legione in completo assetto da combattimento pronta ad avviare la marcia, la scelta cromatica dai toni malinconici e al tempo stesso fieri è fantastica.
Se come me avete accolto gli album precedenti con la sola certezza che fossero di compagnia e nulla più, troverete anche in "Viking's Anthem" del buono ed effettivamente qualcosa c'è, ripeto comunque il ritornello posto nell'incipit del testo, Folkearth per il prossimo: aspettate!!!

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