lunedì 14 febbraio 2011

MACABRE - Grim Scary Tales


Informazioni
Gruppo: Macabre
Anno: 2011
Etichetta: Decomposed Records
Contatti: www.murdermetal.com - www.myspace.com/macabre
Autore: ticino1

Tracklist
1. Locusta
2. Nero's Inferno
3. The Black Knight
4. Dracula
5. The Big Bad Wolf
6. Countess Bathory (Venom cover)
7. Burke And Hare
8. Mary Ann
9. The Bloody Benders
10. Lizzy Borden
11. The Ripper Tramp From France
12. Bella the Butcher
13. The Kiss Of Death
14. The Sweet Tender Meat Vendor

DURATA: 49:36

Lavori concettuali sono piuttosto rari nel metal. I Macabre sono specialisti di questo tipo di album e contano una grande massa di fan. Attivi dalla metà degli Anni Ottanta, composero delle opere che dimostrano la capacità del gruppo di seguire una linea evolutiva costante. Non si trovano salti estremi nello stile suonato. Ascoltate i loro dischi uno dopo l'altro in senso cronologico e ve ne renderete conto.

Il primo LP presenta una grandissima varietà di riff che passano dal thrash all'hardcore, dal death al grind classico e alcuni indefinibili o estranei al metal che già rilevano il lato scherzoso del progetto. In verità non ho mai goduto all'ascolto di tali lavori. Preferisco una linea definita che si protrae per tutto il lavoro.

Passiamo al nuovo pargolo di questi genitori premurosi. Come al solito esiste un filo rosso rappresentato da un tema o da una storia. In questo caso i pezzi raccontano di maniaci partendo dal Sedicesimo Secolo arrivando ai nostri giorni.

"The Sweet Tender Meat Vendor" parla di Fritz Haarman, un macellaio tedesco, che dopo avere ucciso delle persone, si dilettava a elaborarne i cadaveri fino a ottenere delle salsicce molto amate dai suoi clienti. Lui le vendeva con un sorriso. Questo professionista trasformava gli acquirenti in cannibali complici ai suoi crimini. Apro una parentesi a proposito di questo personaggio proponendo un indovinello: che gruppo tedesco sfruttò questa figura come suo simbolo? Vi aiuto un poco. Il nome comincia con la "D" e la canzone contiene la parola "butcher". Vincerete la lettura di quest’articolo, se indovinate!

La musica segue la trama evolutiva descritta all'inizio. La Decomposed Records parla della lega di, cito, "true crime, math rock, nursery rhymes, punk, thrash, folk melodies, death metal, jazz fusion, black metal and more". Belle parole. Definisce il lavoro del gruppo addirittura come appartenente a un genere proprio. Non mi permetto di giudicare questa definizione ma é assolutamente chiaro che la formazione segue definitivamente e conseguentemente la propria politica musicale.

La tendenza da me notata nello sviluppo della band é una diminuzione continua delle sezioni metalliche. Non voglio asserire con questo che il disco non sia più metal anzi, i passaggi duri lo sono veramente e alcuni spaccano che é un piacere. Sono però dell'opinione che togliendo alcune parti mi si sarebbe fatto un favore. Non discuto sulla libertà artistica. Credo però che la cover dei Venom sia inutile. Il gruppo è in grado di comporre un pezzo proprio dedicato a questa famosa assassina. Canzoni come "Mary Ann", che é comunque un capolavoro, o il seguente, ispirato al country, insipidiscono l'ascolto. Inoltre questi mettono in ombra tracce come "Lizzy Borden", molto particolare, che sono un'opera d'arte, un esempio per molte band senza idee.

Soggettivamente ho la sensazione che si abbia voluto gonfiare il lavoro a scapito della qualità. Considero questo dischetto d'argento inferiore alle opere passate. Oggettivamente é necessario dire che questi artisti sfoggiano tutte le loro capacità musicali sfruttando gli strumenti al massimo. Ascoltate solo le parti vocali. Riescono a schizzare da una voce pulita a un growl straziatissimo, prima di imitare quasi alla perfezione Cronos.

Non sono esperto dei Macabre e voi conoscete ora la mia opinione. Consiglio a tutti gli ascoltatori che adorano progetti astrusi e con attributi esotici per la scena metal di dare un'ascoltata a quest'ultimo lavoro e, in ogni caso, al primo LP. Entrambi sono al 100% differenti dagli stili standardizzati a cui si é abituati.

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