lunedì 22 febbraio 2010

HAEMOPHAGUS - Slaves To The Necromancer


Informazioni
Gruppo: Haemophagus
Anno: 2009
Etichetta: Despise the Sun Records
Autore: Advent

Tracklist
1. La Garrota (Intro)
2. Slaves To The Necromancer
3. Remember To Dismember
4. The Mark Of Madness
5. Sniffing The Cremated Rests
6. Dead Eater
7. Red Diabolical Eyes
8. Consecration
9. Traumatic Defecation Of Pus
10. Goddes Of Malice
11. Cataleptic Murderers
12. Witches' Doom
13. Sunrise Over Fields Of Dust
14. Extirpating Life

DURATA: 35:15

Siciliani e troppo nostalgici della scuola Marcia con la m maiuscola gli Haemophagus devastano le nostre orecchie dal 2005. Dopo un primo esordio nominato "Into The Mortuary" avevano già dato forza alla scena estrema italiana reindossando l'abito mai putrefatto già vestito da band seminali come Repulsion, Impetigo, Machetazo e Autopsy. Con costanza non hanno mai fatto mancare la propria voce, pubblicando Split e comparendo in un paio di compilation.
Il richiamo è purissimo, death/grind suonato nel più vecchio ed eccellente dei modi! Dai primissimi secondi della intro all'ultima possente final song, il tutto con piacevoli intermezzi orrorifici come in "Witches' Doom", dove le cattiverie espresse attraverso parole altrui, ammalano ulteriormente l'atmosfera zombie-death-gore.
Già, gore! Ovvero sangue, perchè il loro nome significa letteralmente "Mangiatore di sangue", finalmente vediamo un uso pratico del nostro odiatissimo latino fatto a scuola!
Peccato che i nostri amici palermitani non si perdano in latinismi vari e vadano subito al punto con una release precisa e dannatamente buona.
Ogni canzone trasuda di pestilenza, putrefazione e, udite udite signori, perfezione!
Doom autopsiano rivisitato in "Sunrise Over Fields Of Dust" e "Dead Eater" con tanto di un lancinante e magistrale assolo a fine canzone.
La rabbiosa "Slaves To The Necromancer" verso il controllo dei Maestri che contano di avere sui propri servi, l'autentica "Remember To Dismember" un rifacimento nudo e crudo alla scuola dei Repulsion ascoltabile anche in "Red Diabolical Eyes".
Influenze molteplici ma sempre e solo ottime, dagli Incantation in "The Mark Of Madness" ai Terrorizer nella concludente "Extirpating Life".
Se non ve l'ho ancora fatto entrare in testa, quest'album è ispiratissimo e non perchè non proponga nulla di sperimentale o moderno non lo si debba ascoltare, è proprio questa la novità, la vecchia scuola alla Pungent Stench in casa Italia!

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DESTRUKTOR - Nailed


Informazioni
Gruppo: Destruktor
Anno: 2009
Etichetta: Hell's Headbangers
Autore: ticino1

Tracklist
1. Embrace The Fire
2. The Epitome
3. Inspiration Suicide
4. Violence Unseen
5. Nailed
6. Forward We March
7. Meccademon
8. Endless Reign Of Terror
9. After Death Murmurs
10. Spawning The Immortal

DURATA: 45:24

Glenn Destruktor? Questo nome lo conosco. Qualche anno fa gli scrissi per alcune registrazioni che non trovavo più in commercio. La comunicazione fu soddisfacente, ma i prezzi da lui presentati erano esagerati. Non vedo che interesse ci sia nell’offrire dischi a peso d’oro, a gente che conosce il mercato e che ha lunga esperienza in scambi o acquisti.

Fui sorpreso ascoltando “Nailed”. Le incisioni più vecchie dei Destruktor offrivano thrash annerito e molto sporco, qui invece ci troviamo di fronte ad un black/thrash che attacca bottone con il death. Sulla foto in copertina risalta un Glenn Destruktor che ha rinunciato ai capelli lunghi, presentandosi pelato, con tanto di maglietta dei Blasphemy e catene sul petto. Dopo tutto il war metal tende sempre più a diventare una moda. Calcolo? Forse, ma tutto ciò non è rilevante. Già che parliamo del CD, tengo a notare che il layout è veramente riuscito, così come la stampa della copertina. L’inserto è di carta spessa con il logo impresso nel materiale di base. Il rilievo é accentuato con colore metallico ed è veramente elegante a vedere o, come dicono i francesi, “très chic”.

I pezzi non presentano assolutamente nulla di nuovo. Non aspettatevi esperimenti o giochi tecnici. Il gruppo mira solamente a offrirvi musica dura e veloce, con lo scopo di farvi divertire. I riff sono precisi e veloci. La batteria non dà alcuna tregua al vostro collo che sta già spaccandosi. Fregatevene! Perché ascoltate metal? Giusto! Per sbattere la testa fino all’auto decapitazione!

Per finire: tutti gli amici di musica poco impegnativa, dura e veloce, dovrebbero dare un’ascoltatina a questo disco. Potranno sempre decidere se poi acquistarlo o no. Sono comunque convinto che la maggior parte di loro ne sarà entusiasta.

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INTERVISTA PSYCHO RECORDS

 

Con noi oggi Rob della Psycho Records, benvenuto è un piacere averti qui e poter scambiare un po' di chiacchiere con te, come va? Iniziamo presentando la label a chi non la conoscesse.

Robert: Ciao! Grazie per questa possibilità. So che la proposta di questa intervista viene da te perché so già che tu hai ascoltato alcuni album che ho pubblicato e che ti sono piaciuti. E’ meraviglioso che in questo mondo ci siano persone per le quali quello che faccio ha ancora un senso, e soprattutto che loro sono come la musica che viene pubblicata dalla mia label. Spero che altra gente si interessi alla mia etichetta grazie alla nostra conversazione. Iniziamo l’intervista… sono pronto.

La Psycho è una delle tante che si muove nell'underground ma a mio avviso anche per esperienze personali nel contatto con voi la disponibilità e l'abilità nel pescare formazioni e produrle è al di sopra di molte altre, cosa che noto comunque in molto etichette della vostra nazione (Polonia).
Quali sono i vostri canoni di selezione delle band e qual'è la logica che seguite in termini di produzione e supporto?

Robert: In ogni intervista che faccio metto sempre in chiaro una cosa. Non ho mai fatto niente per soldi, non ho neanche progetti, grandi motivazioni per mettere su una grande label. Voglio pubblicare album di giovani band che non hanno agganci o la fortuna di debuttare sul mercato. Ma devo avere della musica che ho voglia di ascoltare quando starò a casa da solo, durante il mio tempo libero. Oggi è difficile vendere un gran numero di cd, di band non molto conosciute, e di guadagnare soldi sudati faticosamente. Solo dei coglioni scaricano mp3 e non supportano la scena, sono solo una massa di poser. Ma se c’è ancora qualche fanatico che comprerà i nostri cd, il nostro ruolo come label allora avrà un senso.


Come si deve muovere una label e perchè?

Robert: Non sono sicuro di aver capito la tua domanda, ma proverò a risponderti. La distribuzione ai giorni d’oggi è un gran problema. Specialmente quando non hai molti amici in questo business che vogliono comprare i tuoi prodotti o fare qualche trattativa. La gente dice che la scena è una sola, che la gente si aiuta ma sono tutte stronzate. L’unica cosa veritiera è che costoro cercano di fare dei buoni affari nell’underground. La mia lista di offerte è sempre più grande, per me, la miglior prova, è che la gente crede in quello che faccio e crede in me, quindi se vogliono comprare un cd dalla Psycho Records loro avranno un prodotto veramente professionale e underground. L’unica cosa che voglio è che la Psycho Records non perda le sue radici, ma che pubblichi dei prodotti in maniera professionale. E’ questo l’importante.

Com'è organizzata la Psycho Records, qual'è il tuo ruolo all'interno e cosa consiglieresti a chi volesse entrare nel vostro roster?

Robert: La Psycho Records è guidata solo da me. E’ la mia isola deserta privata dove posso fare quello che voglio quando voglio. Oscillo ancora tra un obiettivo, pubblicare dei buon album, che voglio anche ascoltare con piacere. Finchè non mi stufo. Ogni scelta nella lista delle offerte è conosciuta da me, le ho ascoltate molte volte e sono molto orgoglioso delle mie scelte. Consigli per chiunque volesse far parte della Psycho Records? E’ semplice, mandatemi dei vostri promo ed una biografia. L’ascolterò e la valuterò e poi vi darò una risposta. Faccio sempre sapere ciò che penso, non importa che questo sia un Sì oppure un NO. E se troviamo un accordo possiamo firmare un contratto! Vedete, è molto semplice…

Siete attivi ormai dal 1992 da come ho letto sul myspace ufficiale, quale sono state le reali difficoltà incontrate in questi anni?

Robert: La Psycho Records come tu la conosci ora si è riattivata nel 2008. E’ una parte di Psycho Magazine ma dovrebbero essere trattati come due progetti differenti. Nel 1992 la Psycho Records pubblicò solo una casseta, ma non c’era nessun collegamento tra i due. Inoltre non posso dirti nulla a riguardo di quei vecchi tempi. Posso solo dirti cos’è Psycho Records. E’ il compimento di un mio sogno d’infanzia, e Psycho Records lo sarà finchè durerà.

Com'è il vostro rapporto con le 'zine siano web o cartastampata e quanto è
dura combattere con i ripp offer che spesso intasano la rete facendo perdere di credibilità a tali realtà?

Robert: Ho dei contatti molto stretti con le ‘zines, che ai miei occhi compiono un ottimo lavoro. Oggi è molto semplice creare un sito, quindi abbiamo un sacco di webzines. Non lo nego, ma molte di queste a causa di mancanza di contenuti sono molto deboli. Personalmente preferisco le riviste su carta stampata e mi congratulo con loro. Faccio sia webzines e sia riviste e so quanto lavoro ci voglia per un editore e ciò l’apprezzo. Ci sono inoltre un sacco di ‘zines alle quali non ho mai spedito dei promo. Riguardo al rippaggio –sfortunatamente è ancora troppo popolare. Ed in questo campo ultimamente sta regnando il Perù. Credo che non spedirò più nulla li. A causa di questi ladri, stupidi, e non spaventatevi di questa parola, figli di puttana della scena, che tutta la scena ne soffre. Un VAFFANCULO speciale lo vorrei dedicare al più grande figlio di puttana dell’intera scena – Christian Felipe Paucar Toledo!! Attenzione a questo bastardo – ha truffato delle band e delle label!!! Se il suo indirizzo include “morro solar”, è falso persino il nome della sua zine. Questo coglione usa diversi nomi di fanzine e cerca di reperire cd gratis, o prova a scambiarli senza mandare in cambio nulla. Cercate “morro solar”+”rip off”, ecc… su Google. Vedrete alcuni suoi cd rippati su diversi nomi di ‘zines.
Quali sono a tuo avviso le band migliori che hai prodotto?

Robert: Certamente, la risposta può essere solo una: OGNI band che ho pubblicato è stata magnifica ed è stato un grandissimo onore per me cooperare con loro. Ed ognuna con il logo della Psycho Records è per me fantastica. Forse ora sembrerò un buffone presuntuoso, ma ce l’ho proprio dal profondo del culo, non pubblicherò mai un album che non mi piace. Controllate band come: Hymperial, The Damnation, Repossession, Intestinal, Chaos Synopsis, The Thorn, Underdark e ditemi se mento!!!

Di quale band hai detto "cavolo, se l'avessi prodotta io!"?

Robert: In questo caso dovrei nominare centinaia di band, che personalmente, come fan della musica sono intriganti, eccitanti ed elettrizzanti. Avrei la stessa reazione se potessi mettere sotto contratto band che sono popolari e rispettate, come ho adesso, con band che non sono molto conosciute. Oltretutto adesso non posso rispondere velocemente a questa domanda. Se volete dei nomi concreti, provate a menzionare un sacco di album di metà anni ottanta – inizio anni novanta. E sono questi album e queste band che io vorrei pubblicare. Ma sfortunatamente, non possiamo tornare indietro nel tempo, ma possiamo sognare hahahhaha.

L'episodio più bello come produttore...e quello più brutto?

Robert: Non sono un produttore ma un pubblicatore. Ma forse un giorno??? Adesso per me c’è un grande margine tra produttore-pubblicatore. Questo episodio è il peggiore ancora prima che io lo sia. Ed il migliore? Ogni mia prima volta è il migliore episodio. Ogni album appena pubblicato mi eccita in una maniera così forte come farebbe solo il bellissimo culo di Monica Bellucci. E’ stato grandioso invitare i ragazzi dei The Damnation a casa mia e bere con loro ettolitri di birra. Cerco di tenere dei rapporti amichevoli con ogni band che pubblico. Ma sai, non è sempre possibile. Cerco di avere dei legami completi tra me e le band.

Quale è stato il primo album che hai comprato e quale gruppo è il tuo preferito?

Robert: Il mio viaggio con la musica metal iniziò a metà anni ottanta, quando nel mio paese c’era ancora il regime comunista. Era molto difficile in Polonia accedere a della musica, ma non solo da comprare ma persino da avere da qualcun altro. Per voi italiani sarà di sicuro una parte di storia europea che non comprenderete. Dovreste essere grati che il vostro paese non abbia mai conosciuto questa merda. CCCP, Comunismo – cose veramente brutte. Ma torniamo alla domanda. Uno dei primi vinili che comprai fu “Dorosle Dzieci” dei Turbo, “666” dei Kat, “Heavy Metal Word” dei Tsa, “Possessed” dei Venom, “Live After Death” degli Iron Maiden, “Second Attack” dei Crossfire e “Gold ’n' Glory” dei Faithful Breath. Ancora oggi sono molto legato a questi album. E comprai anche le cassette di band come Sodom, Messiah, Betrayer, Imperator, Vader, Destruction, Bathory, Entombed, Kreator, Morbid Angel, Master, Morgoth, Assassin e Protector. La scena polacca è sempre stata eccitante per me. Abbiamo sempre avuto grandi band e ancora oggi abbiamo dei gruppi eccellenti. AVE UNDERGROUND POLACCO!!!
Ho centinaia di band favorite, ma il mio sentimento più grande è riverso ai vecchi Voivod, pura genialità!!!


Se tu potessi scegliere tre gruppi da mettere sotto contratto ora, chi sceglieresti? ...ok, i Metallica non valgono

Robert: Solo tre? Hey amico, non so come potrei dormire se distruggessi i miei sogni hahhahah. E’ come chiedere d'esprimere un desiderio ad un pesce rosso. Assolutamente senza senso ;-) Non posso rispondere a questa domanda perché non vorrei farmi del male. Avrei preferito se mi avessi chiesto tre donne che avrei voluto vedere nel mio letto hhahahah. Seriamente ora… non saprei, se dovessi scegliere queste tre band sceglierei queste: VOIVOD, GRAVE e IRON MAIDEN!!!

Ti ringrazio per la tua disponibilità e chiudi a tuo piacimento l'intervista...

Robert: Grazie per tutto ciò che mi hai chiesto a riguardo della mia attività. E’ bello quando qualcuno apprezza ciò che fai. Auguro a te e alla tua webzine un sacco di fortuna. Ed invito tutti a passare sui due siti dove potete trovare informazioni sulla Psycho Records e su Psycho magazine. Sarebbe bello rispondere tramite mail a donne simili a Monica Bellucci ;-)!! E controllate tutti i cd della Psycho Records!

Prossimamente: Repuked su cassetta! Puro death metal svedese nella sua forma migliore!!!
Robert Legowik, P.O. BOX 61, 09-400 PLOCK 1, Poland; robert@psychozine.eu

http://www.myspace.com/psychozine 
 

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MYSTERIUM INIQUITATIS - I - Cosmos



Informazioni
Gruppo: Mysterium Iniquitatis
Anno: 2006
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Akh.

Tracklist
1. Assideramento
2. Demolizione Dell'Io
3. Cold Galaxy, My Despair
4. Disfacimento Del Cosmo

DURATA: 25:43

Secondo lavoro di questo progetto trevigiano.
La differenza principale rispetto al precedente è l'inserimento di strumenti elettrici in alcuni frangenti, ma che non stonano anzi vanno a risaltare ed evidenziare i sentimenti e i concetti che gli autori hanno intenzione di ricreare.

L'iniziale "Assideramento" ne è l'esempio piu marcato; dopo un'introduzione ambient molto sottile si inserisce una chitarra che mi riporta a mente gli ottimi e mai troppo menzionati In the Woods... dell'epoca di "Omnio", si manifesta un'atmosfera melodica molto pronunciata, sognante, leggera e raffinata, ma al contempo ossessiva ed ipnotica che perdura per tutta la durata del pezzo.

"Demolizione Dell'Io" è il brano piu corto dell'album, un pezzo Dark Ambient che anestetizza l'interlocutore portandolo dritto dritto a "Cold Galaxi My Despair".
Questo brano riabbraccia al suo interno il filone Ambient/Black Metal (a mio modo di vedere è il brano piu scuro e duro del disco), ad una prima parte molto profonda e bassa si passa ad una sezione abbastanza aperta, dove nuovamente le chitarre dominano con accordi molto inclini ad una melanconia molto marcata, per poi cambiare in maniera drastica e cupa in un mood tetro e disperato dal suono quasi rotto, mentre la chiusura mi riporta a mente la rarefazione di un pezzo come "Tomhet".
"Disfacimento Del Cosmo" chiude quest'opera, un altro pezzo Dark Ambient, dove gli archi appaiono per poi sparire immediatamente ma fondendosi con la base in maniera suggestiva, pezzo dilatato ma evocativo, che insinua un tratto quasi epico, celestiale, che fa da contraltare al concetto della canzone stessa.

Un plauso anche all'ottima copertina, che riproduce le atmosfere che si respirano in alcuni punti di questo "Cosmos".

Complimenti vivi a questo progetto, hanno tutte le carte in regola per crescere ed osare ulteriormente!

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SULPHUR GRACE - Demo 2009

Informazioni
Gruppo: Sulphur Grace
Anno: 2009
Etichetta: Self-Released
Autore: Advent

Tracklist:
1. The Blade Reforged
2. Winter of the Redeemed
3. Trial, Judgment, Deliverance

DURATA 18:56

Dustin Grooms, batterista nella vecchia formazione degli Woe Of Tyrants, ha intrapreso dal 2005 una strada solitaria e personale dal punto di vista prima laico e poi cristiano, pubblicando dopo tre anni un album fatto in casa dal titolo "From The Ashes Of This World", il nuovo demo invece preannuncia un musicista più credente, con testi apertamente cristiani.
Bell'inizio con "The Blade Reformed", qua spinge l'acceleratore hardcore punk per un piacevole crust/death dai toni duri, l'ottima sincronia anche nelle parti più veloci garantisce un ascolto scorrevole e mai impegnativo, "Winter Of The Redeemed" scopre ritmi e rallentamenti sapientemente suonati concludendo con un bellissimo urlo ribelle ed un breakdown che ispira mosh!
Dustin Grooms continua in questo onesto demo con la terza e ultima traccia "Trial, Judgment, Deliverance" traccia lunga ma ben elaborata, alla quale sfugge una certa ripetitività in brevi passaggi, il difetto però potrà essere una lacuna per alcuni ed un piccolo neo per altri, amanti del metal di matrice punk non disprezzeranno affatto questo approccio.
Attendiamo allora, chissà se ci aspetterà un full più aggressivo e profondo o un'altra vivace ma dura produzione!

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ENTITY - Promo 1997



Informazioni
Gruppo: Entity
Anno: 1997
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Leonard Z

Tracklist
1. Save & Demise
2. Born To Suffer
3. Martyrdoom Of God
4. Rotting

DURATA: non disponibile

Ma che bello questo promo degli Entity, band di Rimini attiva dal '94. Questo lavoro ci presenta una band dalle ottime doti tecniche, capace di sfornare quattro pezzi di Death Metal trascinante e groovy. Se dovessi dare delle coordinate potrei citarvi gli Obituary con una voce più profonda... ma devo dire che altri esempi non mi vengono in mente, dato che questo promo mostra una band che riesce a fare il suo sporco lavoro senza copiare nessuno (incredibile nell'inflazionatissimo Death Metal del periodo, che oltretutto si trovava in una fase particolarmente buia!).

Chitarra granitica, tempi di batteria mai troppo sostenuti, basso ben presente che si lancia in parti non scontate, voce gutturale. In definitiva siamo davanti a un Death Metal con influenze Thrash che si fanno sentire in alcuni passaggi. Il mio pezzo preferito è “Martyrdoom Of God”, sostenuta da un preciso tempo terzinato di doppio pedale: puro headbanging. Non credo che sia possibile trovare questo promo in giro, ma date un'occhiata agli Entity e alle loro uscite, non ve ne pentirete.

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A.A.V.V. - Abominations, Chaos And Bestial Warfare



Informazioni
Gruppo: Artisti Vari
Anno: 2009
Etichetta: Infernal Kaos/Misanthropic Art
Autore: Mourning

Tracklist:
Adokhsiny
1. Nuclear Warfare
2. Ritual Of Lust
Wargoatcult
3. Cosmo-Colaspo Celestial
4. Isotopo Mesias
5. Devil Pig (Von Cover)
Wicked (Swe)
6. Legion Of One
7. Gospel Of Sickness
8. Beast
Nadimac
9. Metal Je Rat
10. Hirani Badu Da Te Ujede
Land of Hate
11. Claustrophobic
12. From The Street
13. In The Hands Of Destruction

DURATA: 44:47


Infernal Kaos e Misanthropic art producono questo Split a cinque dove vengono inseriti i nostri connazionali Land Of Hate, la band calabra si trova in compagnia degli svedesi Wicked già recensiti sul nostro portale con il loro demo, i guerriglieri spagnoli Wargoatcult, il black/death degli asiatici Adokhsiny e il thrash rozzo dei serbi Nadimac.
Ce n'è davvero per tutti i gusti, si rimane sempre con il motore a giri elevati quindi di canti da collegiali non ne ascolterete, poco ma sicuro.
L'apertura dei giochi viene affidata agli Adokhsiny che con una prova canonica del genere non dispiacciono, si muovono su coordinate ormai conosciute e che chi ama lo stile non troverà difficile apprezzare, di seguito i Wargoatcult risultano sicuramente molto più violenti.
Il solo project di Necrotomb si presenta con un black death furioso, monotono in molti passaggi e alquanto scontato, il suo urlare a perdifiato
è straziante, relegato a chi ascolta war metal e n'è uno sfegatato e ossequioso seguace.
Fanno molto di meglio per fortuna i successivi Wicked e Nadimac che con le loro composizioni alzano il livello qualitativo e fanno centro soprattutto con brani come "Gospel Of The Sickness" carica di groove o l'incedere pesante di "Beast" per quanto riguarda i primi death/black e "Metal Je Rat" che in certi tratti par ricordare una "Deny The Cross" degli Overkill per i secondi, un thrash crossover adrenalinico da headbanging senza tregua.
L'ultima formazione a dare il proprio contributo è quella dei Land, tre episodi estratti dal debut dell'anno appena trascorso "Neutralized Existence", tre salutari e sane mazzate di death/thrash spaccaossa con "Claustrophobic" sugli scudi a tenere ben alto il vessillo italico.
Di questi split ne escono a centinaia ogni anno, non sono lavori che si possano ritenere fondamentali, danno la possibilità di far conoscere più realtà insieme e magari trovarne qualcuna che sia di vostro gradimento, se poi vengono assemblati con la giusta perizia diventano piccoli e preziosi dischi che si conservano con piacere.

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ISEGRIM - Dominus Inferus Ushanas



Informazioni
Gruppo: Isegrim
Anno: 2000
Etichetta: Massacre Records
Autore: M1

Tracklist
1. Domine Ushanas
2. Witches Of The Northernlights
3. Lucifers Black Wings
4. Blasphemous Hymns
5. ...The Eyes Of Jesus Christ (Rape Jesus Christ Part 2)
6. Angel With Fire And Sword
7. A Fistfuck Of Black Metal
8. Into The War Of Satan

DURATA: 47:18

Siete stanchi di finti intellettualismi, filosofia, ortodossia e menate come il religious? Ogni tanto, a voi scegliere quanto spesso, può essere necessario scaricarsi dallo stress e da musicisti che si prendono troppo sul serio: essere investiti da un poderoso assalto a base di black metal blasfermo e ignorante ma suonato con "classe" può essere una soluzione. Per fare questo dobbiamo tornare indietro al 2000, il Millenium Bug si è rivelato una bufala colossale e così senza alcun problema nell'estate di questo anno gli Isegrim possono rilasciare il loro primo e unico album intitolato "Dominus Inferus Ushanas".


La formazione tedesca si presenta su Massacre Records con un intento ben preciso: massacrarci i padiglioni auricolari inneggiando a Satana e deridendo il Nazareno! Nelle sette vere e proprie tracce del disco la feralità del metallo nero si unisce alla solidità del death metal in una miscela arricchita inoltre da influssi svedesi specie nell'uso della melodia, in un composto in tempi più recenti proposto in maniera similare (ma con meno influenze death) dai Cirith Gorgor. Manifesto di assoluto valore può essere considerata "Witches Of The Northernlights", sette minuti e mezzo debordanti, un assalto all'arma bianca senza esclusione di colpi che si concede aperture in presenza dei refrain e sfoggia una prova al microfono da parte di A. Blackwar eccellente, sempre abile nel piazzare lo screaming più tagliente e il growl più profondo nei momenti opportuni, giocando spesso a incrociarli. Il lavoro dei due chitarristi Kvehlor e Zenturio Okkulto è altresì ottimo, macinano riff su riff, si concedono alcuni intrecci e addirittura assoli sbilenchi a velocità folli col solo scopo di fare male all'ascoltatore. Non da meno infine quanto proposto alla batteria da Soldur, motore devastante dell'Isegrim-sound. Altro brano da citare è sicuramente "A Fistfuck Of Black Metal" dove accanto al solito armageddon scatenato dalla band troviamo anche ben due stacchi, di cui l'ultimo condito da un inaspettato coro dai toni pagan/viking!

Se al mio entusiasmo per la proposta sonora unite il fatto di aver trovato questo dischetto alla modica cifra di soli cinque euro capirete il perchè abbia dedicato una recensione della sezione "From The Vault" proprio a questa opera! "Dominus Inferus Ushanas" non è un disco fondamentale, nè tantomeno innovativo ma il suo sporco lavoro lo fa ancora egregiamente a dieci anni dalla sua uscita: tanto di cappello a questa band che rilascerà ancora un mini ep ("Gloria Deo, Domino Inferi") nel 2001 per poi sciogliersi non lasciando più traccia.

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SAMMATH - Triumph In Hatred



Informazioni
Gruppo: Sammath
Etichetta: Folter Records/Apollon Records
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Blood
2. Burn in the Fires of Hell
3. Interlude/Torment
4. Damnation
5. Blazing Storm of Steel
6. Triumph in Hatred
7. The Dead Lay Torn

DURATA: 40:45



Quarto studio album per gli olandesi Sammath, da sempre dediti a un black ferale e battagliero, la creatura che vede in J. Kruitwagen il suo cardine essenziale è decisamente migliorata col passare degli anni, ha acquisito esperienza e dinamismo nel soundwriting limando le varie pecche disco dopo disco.
"Triumph In Hatred" è un netto passo in avanti, la band per alcuni versi è accostabile ai belgi Enthroned per la qualità con cui sfrutta le parti più thrash, la furia dei Marduk era Legion dove fuoco e fiamme regnavano nelle note emesse dagli svedesi e uno spunto heavy/progressivo che potrebbe ricondurre agli Emperor.
Un bel calderone che però non intacca una proposta personale riconducibile al combo soprattutto per chi li segue da tempo.
I sette brani che compongono il lavoro si mantengono su ritmi sostenuti, blast beat a manetta, doppia cassa in mid tempos e chitarre che elargiscono riff possenti e affilati carichi di melodie graffianti.
Nei Sammath una componente death primorde sembra essere fondamentale nella base per elevare i giri al regime preferito, questa permette loro di spingere, episodi come l'opener "Blood", "Blazing Storm Of Steel" o la stessa titletrack "Triumph In Hatred" sono delle badilate in pieno volto nelle quali assoli o accenti alla parte armonica marcatemente heavy non fanno che fornire un valore aggiunto.
La formazione si è evoluta ma non ha per questo rinunciato a un approccio raw non smantellando la personalità e le doti da cui è nata e ha attinto in questi ormai tre lustri di carriera.
Sono davvero piccoli particolari quelli che possono considerarsi negativi: una batteria che alle volte va un po' perdendosi nei momenti tendenti ad accelerazioni o che probabilmente se avessero puntato ad aumentare la carica death/thrash nelle tracce (influenza con cui si trovano a loro agio in maniera palese sia compositivamente sia come esecuzione) "Triumph In Hatred" sarebbe potuto magari essere più corposo e allo stesso tempo possedere un piglio maggiore in alcuni frangenti.
La visione che unisce il classico black sparato a un riffing dal tratto progressivo fa dei Sammath oltre che una realtà ormai matura che ha bisogno sempre più di accrescere i propri confini musicali, una di quelle a cui si può dare una chance d'ascolto.
Se vi sono piaciuti i precedenti lavori della band non farete nessuna fatica ad approcciarvi con "Triumph In Hatred", se invece la prima volta che avete incrociato il loro nome è proprio con questo disco avrete fra le mani il migliore che abbiano rilasciato sinora.
Oltre la versione cd rilasciata dalla Folter Records, la Apollon Records ne ha stampata una serie in tiratura limitata vinile, per chi è collezionista può essere una motivazione in più per farlo entrare in casa.

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PORTALL - Code Black

Informazioni
Gruppo: Portall
Anno: 2009
Etichetta: Under Her Black Wings
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Left For Dead
2. Code Black
3. Silenced
4. Im Memoriam
5. Mind On Fire
6. Where Vultures Feast
7. I Prevail
8. Act Of Killing
9. Tongue Of The Snake
10. The Premier Plague

DURATA: 42:54



I Portall sono una band olandese che nel duemilaquattro, dopo aver vinto una Metal-battle (competizione per formazioni emergenti), ebbe la possibilità di veder prodotto il primo ep "In The Absence Of Light".
Questa vittoria e l'esperienza susseguente live che li portò a condividere il palco con act importanti quali Sinister, Vomitory e Legion Of The Damned fa avere loro la possibilità di firmare un accordo con la Under Her Black Wings (sublabel della Freebird Records) per l'uscita del debut album "Code Black".
I tempi e i ragazzi sono ormai maturi per dar vita alla creatura full, il risultato che ne vien fuori è un disco carico di groove, compatto, moderno e nel complesso ben assemblato.
Il sound per molti punti prende dai Machine Head prima era ("Burn My Eyes"/"The More Things Change...") intrisi della vena Vader più thrashosa, per quanto sia molto facile da ascoltare e assimilare, i brani hanno un appeal spiccato che permette loro di risaltare.
Episodi come la titletrack "Code Black" o "In Memoriam" con aperture furiose e dotate di una carica groovy massiccia, "Mind On Fire" possedente un gran riffing e pattern di batteria centrati e ficcanti o una "Where Vultures Feast" con il suo piglio catchy che trascina all'impazzata conquistano l'ascoltatore.
La prova dei singoli in toto è più che sufficiente, si trovano a loro agio nei momenti in cui la musica diventa più spessa e monolitica creando un giusto equilibrio con quelli dove l'attenzione si sposta su fraseggi melodici, non male infine gli assoli ben eseguiti e mai ostentati.
L'album non ha cali vistosi, si regge bene dall'inizio alla fine e viene voglia di rimandare on air alcuni pezzi: è un segnale positivo.
"Code Black" non sarà un capolavoro ma ci fa un grosso piacere regalando un bel po' di buona musica agli amanti del thrash, la proposta potrebbe essere ostica per i più conservatori, una possibilità datela prima di uscirvene con la solita storia del non suonano "Old School".

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D.A.M.N. - Forbidden Anger



Informazioni
Gruppo: D.A.M.N.
Anno: 2010
Etichetta: Unexploded Records
Autore: Mourning


Tracklist:
1. Urt La Bu Tal
2. Lost In Lines
3. Close To The Border
4. Deathinfection
5. Hate
6. Ewigkeit
7. First Class Suicide
8. Forbidden Anger
9. Across The Street
10. Hall Of Fame

DURATA: 48:04



Nuova uscita in casa Unexploded Records, l'anno scorso mi avevan fatto felici pubblicando il genuino debutto degli svedesi Born Of Sin, tocca adesso ai tedeschi D.A.M.N. vedere pubblicato il loro secondo lavoro "Forbidden Anger" sotto l'ala protettrice di questa buona label.
Il territorio sonoro su cui la formazione si muove è un solido death/thrash di nuova generazione che combina impatto veemente ad aperture melodiche (mai ostentate per fortuna).
Ridondanti, spessi come un mattone, i brani vengono intervallati da attimi ad ampio respiro o cavalcate martellanti in cui vengono assestati solos e variazioni alla struttura alle volte lineare ma incisiva che fa da leit-motiv portante al platter.
Un'ondata groove che ha inizio con "Lost In Lines", se alle volte il richiamo e spunto tratto dallo stile svedese spunta fuori in maniera prepotente come si nota marcatamente nella successiva "Close To The Border", i D.A.M.N. non cadono nella becera scelta di sfruttare passaggi ultracatchy, pestando e spingendo ancor più sul pedale dell'acceleratore con "Deathinfection".
Bisogna però mettere in luce che non ci troviamo dinanzi a una band di melodic d'ultima generazione che si spaccia per qualcosa che non è, convinta di suonar death metal.
Sì è vero che gli Arch Enemy e la Gossow vi verranno magari in mente ma la differenza sostanziale fra le due formazioni sta in primis nella cantante, Antonie infatti non ha la vocetta da micio spaurito che Angela mostra quando growla, la ragazza forza di brutto graffiando, raschiando e quando serve scendendo di tono (non è certo Fisher ma non si può pretendere tutto dalla vita), mostrando di possedere anche una bella carica.
Le linee vocali si prestano bene alle basi che continuano nella loro opera, infliggere colpi precisi e incalzanti, cosa che avviene sia con "Hate" e soprattutto con "Ewigkeit" forse la migliore come prestazione vocale, scream e growl vengono alternati senza problemi, indiavolati al punto giusto.
Altro punto a loro favore è il riffato, le sei corde sono particolarmente ispirate, attive, vibranti e pronte a passare da una classica ritmica più thrashy a fraseggi death spinti ad altri ancora prettamente melo.
"First Class Suicide" placa gli animi, un piacevole strumentale nel quale una bella esecuzione solistica si spande per la sua quasi totale interezza, semplice e armoniosa si pone il compito di rilassare prima che i tempi ed i modi tornino a divenire nettamente più pressanti e battenti con la titletrack "Forbidden Anger" che offre il lato migliore nei periodi dall'andatura cadenzata, "Across The Street" e la conclusiva "Hall Of Fame" non fanno che confermare quanto di buono fatto in precedenza.
La produzione curata con Jacob Batten (Illdisposed) e Ziggy (Illdisposed, Behemoth, Mercenary) si presta agevolmente alla funzione richiesta, esalta infatti in toto i suoni grazie a volumi ben inquadrati e crea un feeling positivo con il disco, evitando la plastificazione che troppo spesso si rivela marchio negativo di chi ha un sound moderno.
Suoni che in effetti potrebbero essere l'unico ostacolo per quelli che si approcciano a tale release e sono fedeli alla vecchia scuola, per i rimanenti non ci saranno problemi ad ascoltare "Forbidden Anger", non è un capolavoro sia chiaro ma un'onesta prova suonata con passione e sprazzi di personalità, possono ancora crescere e far meglio.

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NECROWRETCH - Rising From Purulence


Informazioni
Gruppo: Necrowretch
Anno: 2009
Etichetta: Skeleton Plague/Adzove Vrbe Records
Autore: Leonard Z

Tracklist
1. Called From The Grave
2. Regurgitated Remains
3. Impending Morbidity
4. Repugnizer
5. Assumed Dead
6. Rising From Purulence
7. Buried To Death

DURATA: 14:43

Demo limitato a 200 copie, cassetta professionale e spilla in omaggio. Figata! Gruppo francese che suona un Death Metal influenzato dalla scena svedese e da quella di Tampa. Figata! Metto su la cassetta: demo totalmente inutile. Influenze di Svezia e Florida? Sì, mah... Diciamo che in dei punti ci sarebbero gli spunti, ma tutto è suonato così pessimamente che ogni intento viene vanificato, quindi alla fine 'ste influenze non sono poi così percepibili. Un demo che vi consiglio di non acquistare. Risparmiate i soldi. Pollice verso. Però attenzione, questo è il loro primo demo (da evitare) ma è appena uscito il secondo. Darò loro una seconda possibilità, vediamo se si redimono. Stay tuned!

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BLASPHEMOPHAGHER - ...For Chaos, Obscurity And Desolation...


Informazioni
Gruppo: Blasphemophagher
Titolo: ...For Chaos, Obscurity And Desolation...
Anno: 2010
Provenienza: Italia
Etichetta: NWN! Productions
Contatti: facebook.com/pages/BlasphemophagheR-Official/174711162564339
Autore: ticino1

Tracklist
1. Intro / Descending Into Extermination
2. Chaos Obscurity & Desolation
3. Perverse Multiverse Of Damnation
4. Sign Of Blazar Storm
5. Vengenace From Nuclear Abyss
6. Altar Of Quantum Immortality
7. Fleshripping Terrordeath
8. Black Hole Abominations
9. Rites Of Eternal Horror
10. Ascending To Chaosthrone / Outro

DURATA: 40:11

"... For Chaos, Obscurity And Desolation"... Leggendo il titolo, temo di trovarmi davanti a un'ennesima pubblicazione di White Metal. Mi rassicuro subito. La copertina di Paolo Girardi non lascia dubbi sul fatto che debba trattarsi di un disco di metal estremo e con tendenze oscure. Quando poi vedo il logo dei Blasphemophagher, mi si gonfia subito il pacco nei pantaloni. Possiedo già un demo, uno split e il primo LP "Nuclear Empire Of Apocalypse". Siccome nessuna registrazione mi deluse finora, sono un poco teso. Comunque non mi aspetto nulla di nuovo. Il gruppo è sempre stato fedele alla linea, migliorando passo dopo passo la propria tecnica.

Yosuke della NWN! Productions annichilisce impietosamente da anni i timpani dei nemici dell'underground. Egli non solo produce dischi come questo, ma offre continuamente metal estremo a prezzi molto abbordabili. Pensate: dirige l'etichetta per passione, oltre a lavorare a tempo pieno come la maggior parte di noi. Ammetterete che coordinare il tutto non è una passeggiata.

Ecco, il grande giorno è arrivato. Aprendo la buca lettere, trovo finalmente il pacchettino della NWN!. Come d'abitudine, smonto la confezione del CD per avere un'idea della sua fattura. Il libretto è privo di testi. Sembra che R.R. Bastard e compagnia bella vogliano costringere l'ascoltatore a concentrarsi sulla musica.

L'introduzione alquanto lenta e oscura non è un buon augurio. Pochi secondi dopo, infatti, una raffica m'investe, obbligandomi a cercare rifugio al coperto. Dopo una quarantina di minuti il bombardamento a tappeto termina e io posso ritornare a concentrarmi sulla missione ricevuta. La prima impressione ottenuta dopo l'ascolto è che il gruppo utilizzi meno riff nei pezzi, rispetto al lavoro precedente. Trovo questo fatto positivo. Le tracce sono così più lineari, tirate e, dulcis in fundo, i musicisti non esauriranno tutte le idee in un colpo solo. La musica è nettamente più pesante e offre una sfilza di spunti che invitano a scuotere la testa al suo ritmo.

Indossiamo le maschere antigas, allacciamo i bracciali irti di chiodi da venti, stringiamo le cinghie dei nostri caschi e gettiamo eroicamente i nostri cuori oltre la trincea. Soffriremo insieme una morte metallica e valorosa sul campo di battaglia intriso di sangue chiamato Blasphemophagher!

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HIBERNUS - Nostra Terribilis Hiems


Informazioni
Gruppo: Hibernus
Anno: 2009
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Cupra

Tracklist
1. Suspirium Mortis
2. Hiems Gelida
3. Glorificato Dalle Tenebre
4. L'Incantevole Luna
5. Il Funerale Del Vespro

DURATA: 30:08

Gli Hibernus sono una giovane realtà abruzzese che ha dato alla luce questo "Nostra Terribilis Hiems" a un anno dal primo demo "Propaganda Di Guerra".
La band definisce il suo sound Depressive Black metal ispirato ai fenomeni della stagione invernale, concetto emblematicamente racchiuso nel semplice ma efficace artwork del cd.

Scenari desolanti e spettrali vengono disegnati dalla musica degli Hibernus che a strutture ritmiche sostenute e martellanti alternano lunghi momenti introspettivi e atmosferici, dove a tenere la "scena" sono arpeggi mesti e soffusi che risultano molto incisivi nell'amplificare un forte senso di disagio e inquietudine che pervade tutta la release. Scarni riffs di chitarra sferzano senza sosta le nostre orecchie grazie ad una distorsione cruda e gelida che si abbatte come una bufera di neve. Le stridule (in senso buono) vocals di Tasatyr, quasi animalesche, si fanno portavoce di antiche leggende, di danze spettrali che prendono vita nelle gelide notti invernali rischiarate dalla luna e dell'inferiorità dell'uomo, dovuta alla sua imperfezione originaria, di fronte alla maestosità della natura.
Purtroppo le buone cose partorite in questo "Nostra Terribilis Hiems" vengono un po' offuscate dalla produzione: spesso le linee vocali sono coperte dalla batteria, così come le chitarre che restano troppo in secondo piano: a causa del mancato bilanciamento dei suoni talvolta risulta difficile comprendere fino a fondo i patterns. Non che sia un'amante delle produzioni piatte e cristalline, ma in questo caso la forma va a discapito della sostanza. Nonostante ciò posso comunque dire che le potenzialità espresse dagli Hibernus lasciano ben sperare per il futuro e che con l'ausilio di una produzione migliore potranno sicuramente fare il grande salto nel prossimo lavoro.

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BOMB OF HADES - Carnivores


Informazioni
Gruppo: Bombs Of Hades
Anno: 2008
Etichetta: Blood Harvest
Autore: Leonard Z

Tracklist
1. Necronomicus Kanth (The Hounds of Hell)
2. Twisted Decay
3. Slaughter The Dead
4. Disrespect Their Bones
5. Coffin

DURATA: 14:13

Vengono dalla Svezia i Bombs Of Hades e ci propongono, indovinate un po', il buon vecchio Death Metal svedese! Coordinate sonore? Manco a dirlo: Entombed, Grave e compagnia cantante. In questo EP c'è proprio tutto quello che vi aspettate di trovarci: voce gutturale, chitarre nello stile swedish, assoli melodici, doppio pedale ecc... ecc... Che gli ispiratori siano gli Entombed di “Left Hand Path” i nostri lo rendono palese con “Twisted Decay”, che finisce proprio nello stesso modo di “Bitter Loss” (bell'omaggio ragazzi!), ma ci sono anche influenze esterne come nell'opener “Necronomicus Kanth”, dove il riffing è pesantemente influenzato dai Six Feet Under di “Haunted” e dagli Obituary di “The End Complete”. Quello che posso dirvi è che questo è un ottimo EP, uno dei tanti della nuova onda del ritorno all'origine del sound svedese, ma non un clone senz'anima. Questo è un prodotto che sto ascoltando senza sosta da quando mi è arrivato. I Bombs Of Hades non saranno i nuovi Entombed (rimettete su “Left Hand Path” e capirete che un gruppo con quella caterva di pezzi uno più bello dell'altro non tornerà mai più), ma portano avanti lo stendardo del metal svedese in modo più che dignitoso. Acquisto più che consigliato! Obbligo totale per chi ama “Left Hand Path” e “Clandestine”.

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PLANKS - Planks


Informazioni
Gruppo: Planks
Anno: 2008
Etichetta: Narshardaa Records
Autore: Tabris

Tracklist
1. Deluge
2. Forgiveness To Tyrants
3. Mollusk King
4. Fist Of The Ocean
5. Totenschiff
6. The Curse Of All Things Drowned
7. Narrows
8. The Harpooner's Divide

DURATA: 22:03

E’ un ottimo disco sludge quello partorito dai Planks, trio tedesco che in soli venti minuti riesce a mettere in musica un cd potente e coinvolgente.
Ripercorrendo li stilemi classici del genere – chitarre ruvide e potenti in contrasto ad una batteria in up-tempo – i ragazzi di Mannheim danno vita ad un lavoro fresco e godibile per la sua intera durata.
Quindi, se vi immaginate un disco prolisso con dilatazioni all’inverosimile come mostrato dagli ultimi Cult Of Luna vi sbagliate di grosso, anzi, lo stile di questi giovani musicisti è accostabile più ai primi lavori di Mastodon ("Call Of The Mastodon" e "Remissions" in primis come si potrebbe notare nell’ascolto di “Fists Of The Ocean”) e Baroness (First/Second ep) nelle parti più ragionate oppure alle sfuriate più grezze ed hardcore dei canadesi Cursed – esempio lampante ne è "Delunge", la traccia d’apertura.
A dare quel tocco in più ci pensa anche la produzione affidata alle mani di James Plotkin, che riesce a sporcare il suono quel tanto che basta per rendere l’atmosfera abrasiva e tempestosa come i testi dell’opera, dedicata completamente al mare e alle sue profondità.
Se siete amanti dello sludge/crust non esitate a far vostro questo cd, un concentrato di adrenalina e potenza che sarà come manna dal cielo per chiunque apprezzi certe sonorità.
A tutti gli altri consiglio almeno un ascolto, visto che il lavoro è ottimo per iniziare ad apprezzare un altro modo di fare musica.

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BUDDHA SENTENZA - Mode 0909


Informazioni
Gruppo: Buddha Sentenza
Titolo: Mode 0909
Anno: 2009
Provenienza: Germania
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Buddha-Sentenza/261997021743
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Black Coal Funeral
2. White Crystal Party
3. Ride With The Devil
4. Saturn
5. Noise From The Death Factory
6. Kehakeeltekool
7. Sexual Omega
8. Ate Itself

DURATA: 36:07

Vengono dalla Germania i Buddha Sentenza, non l'avrei mai detto quando ho inserito nel lettore il loro "Mode 0909". La musica che la formazione ha composto è un viaggio intenso e colorito, ricco di sfumature e che pare spandere odori e sensazioni trascinanti: un misto fra la psichedelia di classe dei Pink Floyd, lo space rock degli Hawkwind prima era e l'heavy accattivante e primordiale di Black Sabbath e Motorhead. Solo nelle parti più stoner asciutte sembrano avvicinarsi a band come i Kyuss e la loro calura californiana.

Un cocktail altamente esplosivo quanto delirante: l'album offre una performance prettamente strumentale di alta fattura e adrenalinica quando spinge sull'acceleratore. Lo spirito desertico che aleggia nei brani è di tipo lunare, come se si stesse rimbalzando fra un cratere e l'altro del nostro satellite; i tocchi da pittura estrosa settantiana, come il piano inserito in "Noise From The Death Factory", sono dei graditi cadeau che innalzano il valore complessivo già alto, non sortendo altro effetto che far drizzare le orecchie a un ascoltatore desideroso d'immergersi in questo mare di suoni da cui essere inglobato. Le influenze, come nervi vivi e scoperti continuamente stimolati, fanno pulsare il cuore di "Mode0909", passando dai Pink Floyd in "Saturn" agli Emerson Lake & Palmer od Oblivion Express in "Kehakeeltekool", per non parlare dello spirito "on-the-road" senza sosta dall'amaro retrogusto bluesy di "Black Coal Funeral" e della più heavy "Ride With The Devil", un connubio fra psyco-hard rock e proto-heavy della prima metà anni Settanta. La conclusione poi arriva con la mistica "Ate Itself" dall'andamento orientaleggiante. C'è realmente poco da dire sulla prova dei singoli, è praticamente perfetta, evocativa, dinamica, capace di dare una forma distinguibile alla musica, vi verrà quasi spontaneo unire a ogni traccia una collocazione spazio-temporale precisa e personale.

Per chi ama andare oltre con la mente, ricercare paesaggi che non esistono sul nostro Pianeta, vivendo una continua esperienza di trasporto condita da note che sanno incantare: "Mode0909" è per voi, senza ombra di dubbio.

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lunedì 15 febbraio 2010

UNCREATION - Return To Chaos


Informazioni
Gruppo: Uncreation
Anno: 2008
Etichetta: Locust Swarm rec.
Autore: Morbosus

Tracklist
1. Wrath Of Knowledge
2. Return To Chaos
3. Uncreation

DURATA: 11:26

Band di recente formazione gli Uncreation, facente parte del Club Alcolisti Millenari, proveniente da Parma e nata dalle ceneri dei Morbid Upheaveal, scioltisi dopo la defezione del cantante. In attesa dell'ormai prossimo split coi milanesi Necro, mi accingo a recensire il primo demo della band, risalente al 2008. Appena tre pezzi sono inseriti in questa tape, ma abbastanza da far capire che ci troviamo di fronte ad una band di alta caratura: le precedenti esperienze dei ragazzi contribuiscono a rendere questa cassettina un primo lavoro per nulla acerbo! Inutile girarci intorno, a mio avviso questo demo è un piccolo gioiello di Death Metal made in Italy. Il demo viene registrato direttamente in saletta, tuttavia i suoni sono grezzi ma senza sfociare nella cacofonia e decisamente potenti e incisivi. Ottimo il lavoro alle chitarre, i due chitarristi Save e Vince ci strappano la pelle con riff feroci, intramezzati a rallentamenti cupi e soffocanti. Anche il lavoro di Christian dietro le pelli è superlativo, il ragazzo ci travolge con un drumming schiacciasassi e massiccio e non sbaglia un colpo sia nelle parti più veloci che nei suddetti rallentamenti. Menzione finale per la voce, il bassista cantante Carlos riesce a tirare fuori vocals bestiali e d'impatto, che ben si sposano con il sound della band.
Concludendo brevemente, la tape rappresenta un gioiellino, tre tracce di sicuro impatto per uno dei gruppi più promettenti del panorama death italiano attuale.
Consigliato a tutti gli amanti del vero Death Metal.

P.S. : E' anche possibile ascoltare il demo per intero sul profilo myspace della band. www.myspace.com/uncreationgods

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MYSTERIUM INIQUITATIS - Elohim's Ascension


Informazioni
Gruppo: Mysterium Iniquitatis
Anno: 2006
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Akh.

Tracklist
1. Human Creation
2. Astral Suicide
3. Machine Abomination God
4. Unchained AntiMateria
5. Human Extinction

DURATA: non disponibile

Mysterium Iniquitatis gruppo nostrano, dedito a soluzioni elettroniche e ambient, si presentano con un mini concept "Elohim's Ascension".

Il suono è una ricerca personale, dove si intende ritrovare l'equilibrio fra il dolore e il cinismo, una realta' fredda si propaga immediatamente con l'opener "Human Creation", dove sembra che l'umanita' sia solamente un freddo contributo al piano del Kosmos.
La seguente "Astral Suicide" si cala in un tunnel cosmico dove il freddo continua a segnare la strada di questo concept, suoni dilatati parlano di un infinito che solo in determinati stati d'animo è possibile ritrovare, pezzo davvero notevole.
Un po' di calore si intravede, quasi per paradosso in "Machine Abomination God", dove un cello pero' da forma ad un intreccio oscuro, che si miscela con somma lentezza alla morte, per ritrovarsi di fronte alla stessa entita' elettronica che da vita a tutto questo viaggio.
"Unchained AntiMateria" ha un ritmo portante da marcetta marziale, disturbato da distrazioni elettroniche, che cozzano metaforicamente fra le due correnti energetiche, tornando ad una desolazione di fondo che da sempre si sente in questo lavoro e che è il vero trademark di questo concept.
Chiude "Human Extinction" piccolo delirio, che manifesta la volonta' di andare oltre questo stato di cose.

In definitiva un prodotto particolare fatto con un trasporto e al tempo medesimo una cinica lucidita', dove non c'è spazio per la follia della vita.

Rivolgo i miei piu' sentiti complimenti a Minstrell e al suo progetto, per aver saputo creare tanta glaciale visione.
Un viaggio astrale dove il buio è l'unico panorama possibile!

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METE INFALLIBILI - Karma Catarsi


Informazioni
Gruppo: Mete Infallibili
Anno: 2007
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Akh.

Tracklist
1. Ostentare Il Massimo
2. Karma Catarsi
3. L' Ultimo Saluto
4. La Meta
5. Unicità Raggiunta
6. Glacial Plus
7. Il Fanciullo
8. C.F.A.
9. Nessun Pentimento
10. L' Ultimo Sogno

DURATA: 50:41

Questo progetto perugino prende vita per volonta' di Der Deilige (gia' intervistato da Aristocrazia Web Zine (http://blogs.myspace.com/index.cfm?fuseact...logID=421311816)) ad operare sfrontatamente nella direzione di un BM sintetico e di una epicita' dirompente e violenta.
Ne escono fuori dieci brani tirati, bellici, ironici, (vedete lo stacco che risiede in "La Meta") pregni di atmosfere monumentali e ruvide che fanno da contro altare all'indiscutibile raschiare dell'approccio BM, approccio che è simbolo e manifestazione di una decadenza visibile e tangibile a cui il nostro va fieramente incontro con orgoglio e maestosita'.
L'impostazione dei brani è assolutamente fuori dalle solite metriche del genere, essendo marziali e magniloquenti ma cosparse da tessuti esclamativi distorti, neri, ribelli e come dice "Il Santo" provocatori; da sottolineare la prestazione vocale, che nel suo imperante cantato in italiano si presta a narrare come solo un poeta passionale e bagnato dalle rive del Parnasso puo' fare.
Non troverete il minimo calo, un assalto, uno squarcio, un grido di guerra epico e trionfale che incita al superamento di tutti gli ostacoli (fisici e metafisici), per potersi ritagliare un posto fulgido dove risplendere la propria forza uranica, liberandosi della melma che lo appesantisce.
Difficile segnalare i brani piu' rappresentativi, qua la qualita' è indubbia e non esistono riempitivi; ogni canzone è costruita per esplicare una sensazione precisa o un messaggio, un cd che ha veramente moltissimi picchi su cui la nostra aquila umbra troneggia, coscente che le vette piu' alte possono essere toccate solamente dagli animi piu' impavidi.
"Karma Catarsi" trasuda italicita', personalita', genio, euforia, grandezza e rovina.

Un album da avere in quanto superiore alle aspettative, che sa guardare oltre le altissime vette, altrimenti l'unica cosa da dire prendendo in prestito una citazione da "L'ultimo Saluto" é:
"..ma Vaffanculo"

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ABORYM - With No Human Intervention


Informazioni
Gruppo: Aborym
Titolo: With No Human Intervention
Anno: 2003
Provenienza: Italia
Etichetta:Code666 Records
Contatti: aborym.it
Autore: M1

Tracklist
1. Antichristian Codec
2. With No Human Intervention
3. U.V. Impaler
4. Humechanics-Virus
5. Does Not Compute
6. Faustian Spirit Of The Earth
7. Digital Goat Masque
8. The Triumph
9. Black Hole Spell
10. Me(n)tal Striken Terror Action 2
11. Out Of Shell
12. Chernobyl Generation
13. The Alienation Of A Blackened Heart
14. Automatik Rave'olution Aborym

DURATA: 64:51

Le macchine infine ebbero la meglio ed imposero il proprio dominio sulla Terra. La guerra era iniziata nel 1999 ma pochi se ne accorsero, "Kali Yuga Bizarre" il nome della prima epica battaglia in cui era ancora l'uomo ad imporre la propria legge, poi fu la volta di "Fire Walk With Us" e tutti si illusero che il viaggio nel cyberspazio elettronico non avrebbe avuto conseguenze... "With No Human Intervention" segna il passaggio ad un livello superiore nello scontro, la violenza si è fatta cinica, inumana, fredda e precisa, industrial black metal? Alien-black-hard/industrial? Le macchine hanno prevalso e per l'uomo non c'è stata via di scampo...

Abbiamo poco tempo per respirare, esattamente i trenta secondi di "Antichristian Codec", prima di essere assaliti dalla furia senza compromessi e dal rigore spietato della title-track: la drum-machine impone ritmiche folli e forsennate, l'onda d'urto delle chitarre spazza via tutto con una precisione chirurgica, così come avviene in "U.V. Impaler" e "Humechanics-Virus". Non di sola violenza vive però questo disco: "Faustian Spirit Of The Earth" è uno dei brani più complessi per struttura e andamento, "Digital Goat Masque" presenta uno stacco melodico inaspettato e l'epica "The Triumph" un assolo pauroso. Sono presenti inoltre episodi decisamente alieni al metal come ad esempio la "danzereccia" "Chernobyl Generation" dai toni Ebm (sonorità poi riprese da Nysrok nei suoi Alien Vampires) o "Does Not Compute" ad opera di Matt "OCD" Jarman della industrial black metal band britannica Void, pezzo industrial/noise che si inserisce perfettamente nel concept generale. Non manca infine un richiamo al glorioso passato grazie alla presenza di "Me(n)tal Striken Terror Action 2", secondo episodio e autocitazione dal brano più thrashy dell'esordio "Kali Yuga Bizarre".

La prova di tutte le personalità coinvolte, ospiti compresi, è di livello eccellente: gli effetti utilizzati sono innumerevoli e stranianti, le vocals di Attila sempre acide, degne di uno sciamano hi-tech, Bard "Faust" inaugura la sua collaborazione con Aborym direttamente dalla cella dove stava ancora scontando gli ultimi giorni di prigionia per i crimini commessi durante gli albori dell'Inner Circle, registrando via telefono alcune spoken words, scrivendo alcuni testi e dando il titolo al disco, mentre il nucleo storico (che lavorerà insieme per l'ultima volta e poco a poco sarà smantellato) composto da Fabban, Nysrok Infernalien e Seth Teitan 131 si conferma ancora una volta una sicurezza.

Decisamente curato anche l'aspetto grafico del digipack, con un booklet completo di testi e foto piuttosto esplicite e una traccia video contenente una sorta di videoclip del brano "With No Human Intervention".

L'unica pecca rintracciabile in questo album può essere considerata la durata importante che supera l'ora di musica, quasi sessantacinque minuti di assalto più o meno continuato, mai monotono ma comunque davvero una bella mazzata non facile da "incassare".

Tirando le somme possiamo dire che Aborym si sia fatto ancora più estremo ed "alieno" da ogni tocco umano, radicalizzando in un certo senso le coordinate del precedente "Fire Walk With Us" pur differendone: il secondo disco di Malfeitor Fabban e soci infatti rimane più "spaziale" (vedi "White Space" o "Sol Sigillum") e meno spietato per quanto estremamente violento, un trip allucinante dove si sono incontrati black metal e sonorità elettroniche EBM. L'entrata in pianta stabile di Bard "Faust" per le registrazioni di "Generator" permetterà poi al gruppo di mutare nuovamente pelle, confezionando un disco più dinamico e differenziato grazie al drumming del nuovo entrato. Con Aborym comunque non potete sbagliarvi: quattro dischi, quattro capolavori.

Per uccidere si deve odiare. Chi uccide i falsi vive in eterno.

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FRONTLINES - Demo II

Informazioni
Gruppo: Frontlines
Anno: 2009
Etichetta: Self-Released
Autore: Mourning

Tracklist:
1. All Within
2. Conquer
3. Contaminated
4. Wrath Of Man

DURATA: 16:44



Secondo demo per la band finnica dei Frontlines, groove metal, molto spesso con questo termine s'identifica anche una totale mancanza d'innovazione e una totale devozione a un nome storico quanto altisonante della scena: Pantera.
Sì è vero i ragazzi nelle quattro tracce di questo "Demo II" sono dei fedelissimi seguaci di quello che i texani riuscirono a comporre nel periodo post "Vulgar Display Of Power", è anche vero però che i brani oltre a essere composti ed eseguiti eccellentemente rispecchiano quella grinta e quella espressività che solo la formazione di Phil e il compianto Dimebag sapevano infondere nei pezzi.
Hanno studiato bene la lezione quindi? Decisamente sì.
Nel sound di un act nordeuropeo come il loro è sensazione strana ritrovare quella polverosa e ostinata rabbia che l'aridità di un territorio come il Texas donava al combo madre dello stile.
"All Within" quasi death nel suo cantato che rasenta il growl, la solistica che si spande nei break in cui prende il largo nella già citata e in "Conquer" conducendole alla fine in una girandola di note che infoga, la pesante "Contaminated" e l'ancor più groovy e quasi sludgy in certi frangenti "Wrath Of Man" rappresentano una bella carta di presentazione.
Gli assoli dove si spezza il filo della chitarra ritmica che scompare lasciando il compito d'accompagnamento alla base di basso e batteria mostrano la compattezza e l'inaspettata dinamicità che il drummer possiede, altra nota positiva è la prova dietro il microfono di un cantante che nelle parti più aspre non punta a strafare ma solo a fare il culo a chi ascolta.
Demo che supera le più rosee aspettative, migliore anche di molte produzioni che hanno avuto a disposizione budget non di poco conto, se amate il groove e la scena che ha preso anima dai Pantera non fateveli scappare.

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LILYUM - Fear Tension Cold

Informazioni
Gruppo: Lilyum
Anno: 2010
Etichetta: Salute Records
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Intro - Chaos From Order
2. Dissolution Is Imminent
3. Of Lead And Mercury
4. The Black Slumber
5. Fear Tension Cold
6. Obsessed
7. Hail Failure - The End Of A Sick Era
8. Salvation

DURATA: 32:06



A distanza di pochissimo dal precedente "Ultimatum" i Lilyum ancora una volta sotto l'egida ala della Salute Records di Satanic Tony tornano a farsi vivi con un nuovo full-lenght dal titolo "Fear Tension Cold".
Il progetto guidato dal mastermind Sergio Vinci ha avuto un'escalation continua, miglioramenti e rivoluzionamenti aventi inizio con un album che tutto era fuorchè black "Oigres".
Nell'ultimo triennio si è davvero dato da fare supportato da personaggi che hanno offerto la loro partecipazione e che condivisero e condividono tuttora (Lord J.H. Psycho) questo cammino.
Nel suo andare nettamente avanti non ha mai rinnegato la passione per il background musicale da cui prende ispirazione: l'epoca d'oro del black e i predecessori che fecero grande lo stile.
Il sound guarda decisamente indietro, la scelta di chitarre zanzarose e ossessive, di tempistiche veloci senza respiro riportano la lancetta del tempo ai primi novanta quando picchiare malevolmente aveva davvero un senso.
Il connubbio di rasoiate thrash e sfuriate black che si percepiscono indiavolate e nette nei brani come solo Aura Noir o i genuini Inferno sapevano fare, danno quell'accessibilità a delle tracce gelide e dai tratti criptici soprattutto legati alla prova maniacale di un Lord J.H.Psycho che si destreggia fra morbosità ed esaltazione dell'inumanità, lasciando che come un animale voracemente incattivito la sua voce si abbatta su di voi.
Dallo scattare della prima nota legata all'intro "Chaos From Order" verrete risucchiati in un ciclone primordiale il cui occhio sarà costituito dalla dilaniante "Black Slumber" e dalla monumentale "Hail Failure - The End Of A Sick Era" di cui l'incedere malvagio e ammorbante emana un semplice e chiaro messaggio di annientamento: la fine ha inzio.
Carpathian Forest e Darkthrone sono due delle band che sembrano richiamo evidente nell'opera ma ascoltando in profondità e con attenzione più volte il lavoro verrete a contatto con un'aura fortemente Celtic Frost che spinge dannatamente sotto la coltre zanzarosa.
La produzione non ha nulla d'amatoriale essendo da sempre uno dei punti forti nelle prove dei Lilyum, è ben equilibrata, il drumming programmato nella giusta maniera sia per quanto riguarda i tempi medi sia per quelli più veloci sposandosi bene con il lavoro chitarristico, l'unico neo è quello del risultare un tantino freddo e palesare una sensazione di staticità apparente che scompare con il crescere degli ascolti.
Amate il black metal? Avete bisogno della musica con cui siete cresciuti e che veniva prodotta ancora genuina e intrisa di passione?
I Lilyum fanno per voi, "Fear Tension Cold" è un disco senza se e senza ma, da prendere e vivere per com'è.

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L'ORDRE DU TEMPLE



Informazioni
Autore: Leonard Z

Formazione
Count David - All vocals, all Synth, Guitars

Ed eccoci qua con Count David, mente portante e polistrumentista dietro il progetto “L’Ordre Du Temple”. Benvenuto su Aristocrazia Webzine.

Grazie infinite a te per l’opportunità ed un caro saluto a tutti i vostri lettori.


Puoi presentare in breve il tuo progetto? Quando hai iniziato a dar vita a L’Ordre Du Temple e perché?

Dopo una lunga serie di vicissitudini relative a quella che è sempre stata la mia band più cara e, con ogni probabilità più promettente, ossia gli Eneth, che mi hanno impedito di poter mantenere costante, sia qualitativamente che quantitativamente, la produzione e l’attività live, presi la decisione di concentrare ogni mio sforzo solo ed esclusivamente nella composizione e nella registrazione. Ovviamente, se da un lato non mi è stato possibile dare vita ad una entità musicale solida e compatibile con le esigenze del mercato (periodicità delle produzioni ed esibizioni dal vivo), dall’altro lato mi sono sentito libero di muovermi in qualsivoglia direzione sonora e concettuale che di volta in volta mi sembrasse più opportuna.
L’Ordre Du Temple non è altro che la conseguenza di questa mia scelta, ovverosia uno dei vari capitoli facenti parte di un unicum creativo, forse il più profondo ed intimo essendone io l’unico interlocutore, ma che tuttavia non rispecchierebbe il suo reale significato se non fossero presi in considerazione anche gli altri episodi.


Nel 2008 è uscito il tuo primo full “In Hoc Signo Vinces” per la My Funeral Records. Cosa ha fatto sì che la label si interessasse al tuo lavoro? Cosa li ha colpiti?

Davide Redo, ossia il boss della My Funeral, è un una persona che da tanti anni offre il proprio contributo all’underground, italico e non solo, in un modo che definire esemplare è profondamente riduttivo. Non appena mi manifestò la sua intenzione di trasformare la sua piccola distro in una vera e propria label, nonché la volontà di iniziare l’attività producendo qualcosa di mio, sottoposi alla sua attenzione i brani che avevo da poco finito di registrare. Visto il suo entusiasmo, ritenni che collaborare con una persona di cui avevo stima e fiducia fosse la cosa migliore, e gli consegnai il master.
A due anni dall’uscita, sono fermamente convinto che sia stata la scelta migliore.


Qual'è il tema principale dell'album e quale è il messaggio che vuoi veicolare?

Con “In Hoc Signo Vinces” ho voluto esprimere, attraverso un linguaggio fortemente simbolico, alcune considerazioni in merito a determinate vicende, epoche e fatti, nonché al pensiero di alcuni uomini o dottrine che, a mio giudizio, erano stati poco o mal approfonditi dalla letteratura ufficiale ed, in alcuni casi, completamente disattesi o stravolti.
Suddetta analisi, iniziata tempo addietro attraverso altri progetti musicali, non poteva che partire da tutto ciò che l'Europa ha prodotto nei secoli che vanno dalle civiltà pre-romaniche al mondo rinascimentale, ivi compreso tutto ciò che ha avuto la propria genesi nel Cristianesimo.
Non vi è un vero messaggio veicolato nel disco: focalizzate alcune questioni, ho lasciato all’interprete volenteroso massima libertà.


Mi sembra che, dal punto di vista dei testi, il tuo lavoro sia molto distante dai normali cliché, andando invece a scavare tra eresie medioevali e rinascimentali. Perché questo interesse?

E’ una passione che coltivo da molto tempo, ed ho avuto modo di condividerla con le altre personalità con cui ho collaborato in questi anni. Le nostre ricerche sono state compiute con una certa cognizione di causa, spaziando dalla storia alla filosofia, dall'esoterismo all'alchimia, dalla teologia all'occultismo, sempre relazionandoci alle sacre scritture ed alle interpretazioni ufficiali e non ufficiali. Abbiamo compiuto viaggi, confrontato le nostre idee con quelle altrui, non abbiamo lasciato nulla al caso ed alla mediocrità.


Il tuo lavoro fonde in maniera personale il black e l'ambient. Ci sono gruppi che ti hanno influenzato?

Direi che per ciò che riguarda l’aspetto black metal, la scena tedesca ed austriaca hanno senza dubbio contaminato il mio modo di comporre, soprattutto nell’uso dei synth. Devo dire, tuttavia, che ho sempre avuto una grande passione per una band italiana, ossia i Crown Of Autumn, di cui auspico quanto prima il ritorno. Per ciò che attiene, invece, all’ambito atmosferico e folk, ti confesso che amo molto di più la musica minimalista di bands come i primi The Soil Bleeds Black piuttosto che le sonorità eccessivamente pompose e sofisticate di gruppi molto più quotati.


Alcune scelte da te fatte in fase compositiva e di scelta dei suoni mi ricordano da vicino i Summoning, in particolare i synth. Cosa ne pensi di questa band?

Hai perfettamente ragione. Beh, sarebbe come chiedere ad un qualsiasi gruppo black metal cosa pensa di Darkthrone, Mayhem e Burzum: rappresentano i cardini di un certo modo di fare musica, la cui influenza, per quanto si cerchi di personalizzare il proprio sound, finisce naturalmente per farsi sentire. Alcune ‘zine hanno criticato la mia musica per un eccessivo richiamo ai lavori della band di Protector e Silenius. Non posso negare che ciò sia vero, però critiche analoghe dovrebbero essere rivolte anche a tutti quelli che imitano i vari Darkthrone, Immortal e Marduk, che sono decisamente di più rispetto a chi trae spunto dai Summoning. Ed invece la loro è “attitudine”, il mio è plagio. Vai a capirli!


One man band... ce ne sono un sacco in ambito metal. Cosa ti ha spinto a non volere altri elementi nel gruppo? C'è qualche one man band che ti ha ispirato?

Come ti dicevo all’inizio, lavorare da solo mi ha permesso di essere libero di decidere, in ogni momento, sia in merito all’aspetto compositivo, sia a quello esecutivo, e soprattutto ha scongiurato quegli indugi, tipici delle bands, che compaiono ogni qualvolta si debba scegliere a chi affidare la produzione del disco.
Oltre a Diabolical Masquerade, per cui nutro profonda ammirazione, mi piace un gruppo austriaco chiamato Greifenstein, molto validi, e poi gli inglesi Balor e naturalmente gli italici Hesperia. Per ciò che riguarda invece la scena ambient e dark wave, oltre ai progetti più conosciuti della C.M.I. come Raison D’Etre, che adoro, stimo molto una band italiana che risponde al nome di L'Effet C'Est Moi.
A dire il vero sono pieno di demo-tape e cd-r di musicisti solisti, frutto di numerosi scambi avvenuti negli anni, ma non saprei quanti di loro siano ancora in attività.


Oltre a L'Ordre Du Temple sei anche la mente dietro altri gruppi, in particolare Eneth, Dolcinian e Legione del Sole Nucleare. E' difficile per te coordinare tutti questi lavori (che oltretutto hanno coordinate musicali molto differenti tra loro seppur rimanendo ancorati al black metal)?

Parlo al passato in quanto, come sai, attualmente la mia attività musicale è pressoché ferma, fatta eccezione per alcune collaborazioni ancora in fase embrionale. Beh direi di no, non è stato difficile, anche perché ho sviluppato i vari progetti in tempi diversi e, in linea di massima, non si sono quasi mai accavallati tra di loro. La tecnologia applicata all’home-recording consente, oggi, di fare ciò che un tempo sarebbe stato inimmaginabile, se non spendendo cifre da capogiro. Questo è un vantaggio, ma anche un dramma, poiché ha permesso a cani e porci di insozzare il mercato con prodotti inutili, abbassando drasticamente la qualità delle produzioni.
Manca una selezione alla base: myspace è gratis, e chiunque si sente legittimato a caricarci qualsiasi cazzata. Qualche foto notturna nel giardino dietro casa col viso dipinto, ed ecco fatto il gruppo black metal. Come pretendere che qualcuno si arrischi a spendere del denaro per acquistare un demo o un cd in un marasma del genere?


Il mondo del black metal è da sempre pieno di querelle, invidie, accuse di poca “trvezza” o di troppo “grimmezza” ecc... Cosa pensi del panorama black metal. Cosa salvi e cosa butti via in Italia e in Europa?

Il mio pensiero si è tramutato in azione, ed oramai, la questione non è più di mia competenza.
Come ti dicevo, tranne che per alcune collaborazioni programmate con musicisti che stimo, per ciò che attiene ai miei progetti, ritengo che il cammino concettuale iniziato tempo addietro sia giunto a compimento, ed allo stato attuale non ha più senso far uscire nuovi lavori.
Rimarrò attivo nell’underground, ma attraverso forme e canali diversi…


Grazie mille per l'intervista e per la tua disponibilità. Le ultime parole le lascio a te:

Il mio pensiero va a tutti coloro i quali, in questi anni, si sono dimostrati sinceri e leali con me. A loro va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.
Supportate l’underground più meritevole, specialmente quello italiano.
Non curatevi del resto.

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JUGGERNAUT - ...Where Mountains Walk


Informazioni
Gruppo: Juggernaut
Anno: 2009
Etichetta: Subsound Records
Autore: Advent

Tracklist
1. Of Snakes And Men
2. Flamingoes
3. Seven Companions And An Empty Chair
4. Ghostface
5. A Fish Called Atlantis
6. Nailscratched
7. Day Of The Dances
8. Thank You For Not Discussing The Outside World
9. The Bridge And The Shepherd
10. Diario

DURATA: non disponibile

Growl stampato in faccia, diretto.
Un'abissale prova di abilità con il semplice uso del petto. L'inhale ha un nuovo uso, atmosferico, sovraccarico di tensione e univoco in un "gigantic post-core" come recita la SubSound Records.
"Of Snakes And Men" libera nell'aria un gas che può esplodere alla minima scintilla, ma ci vorranno degli evocativi intermezzi post-rock per far echeggiare nelle vostre orecchie
l'alta e lenta voce di Salvatore Blasi, vocalist che si rivela dal primo secondo abile, mostrando successivamente una buona capacità anche nelle strade basse e pulite.
Il tutto per dare spazio ad una splendida e netta esecuzione ritmica da parte delle chitarre, voce risucchiante che attrae l'ascoltatore in un vortice di buio porpora.
Durante l'ascolto di "...Where Mountains Walk" si passa dalla alternata e melodica jazzy "Flamingoes" alla terza "Seven Companions And An Empty Chair", quest'ultima mostra il sapiente uso di varie distorsioni ed effetti con l'aggiunta di una voce articolata, che non si riveleranno mai dei finti ritocchi!
La loro musica potrebbe sembrare agli occhi di tutti gli estremi appassionati un semplice prodotto derivativo, bene non lo è! Dotata in realtà di una possente corporatura melodica, l'influenza core acquista il proprio significato emotivo in funzione della loro durezza.
In "Nailscratched" assistiamo ad un classico ma sempreverde assolo, la rapidità sarà presente in buona quantità nell'ultima parte e gli stacchi tecnici saranno molto apprezzati da chi accetta con buon gusto rallentamenti e velocità melodica che continuerà con "Day Of The Dances" di spicco death.
Come si possa arrivare al limite di un'atmosfera autunno-invernale ce lo mostrano in "Thank You For Not Discussing The Outside World", la nevicata di percussioni e ritmiche si fa sempre più bianca e pura, tutto cade e si ricostruisce con la tenacia di una buona voce hardcore, la quale in "Diario" sarà l'esempio pittoresca e sentita di tutta la produzione. Qua i romani si aggirano in un ambiente post-metal con violenza hc squarciando tutto il loro passato al quale Salvatore guarda con rabbia; gli Juggernaut bucano la strada conficcando riff psichedelici e in una fine soporifera, terminano.
L'unico neo che salta agli occhi a fine release è la pesantezza, le canzoni sono tutte originali e personali tra di loro, ma peccano di un eccessiva durata che le rende a lungo andare dispersive.
Verso le ultime tracce ci sentiremo infatti spaesati e con la voglia di chiudere, nonostante tutto ogni canzone da sola vale molto, valutatele dunque nella loro individualità e non solo nel loro intero contesto.

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A.A.V.V. - From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of Hell



Informazioni
Gruppo: Artisti Vari
Anno: 2008
Etichetta: Raven Music
Autore: Mourning

Tracklist:
Cd1
1. Prey For Nothing - Cowardice
2. Belagror - Syndicate Of Evil
3. Crossfire - Heartbreaker
4. Acropolis - Divine Cycles
5. The Afterlife - Insanity
6. Shworchtsechaye - Chaotic Days
7. The Fading - One Step To Drama
8. Breorn - The Mechanismo Of A Prison
9. Vipress - Godblind
10. Gevolt - Tum Balalayka
11. Birth - Choice
12. M.I.A - Flood
13. Hate Corporate - Worms
14. Requiem For Dawn - Shake Before Use
15. Altharia - Death Won't Do Them Apart
16. After Gerv - Help Me

Cd2
1. Arallu - The Seven Chosen Genii
2. Bartholomeus Night - Armageddon In The Making
3. Eternal Decay - Barricades Of Internal Mysticism
4. Mucous Scrotum - The Battle For A Black World
5. Smfh - Suicide By Seashore
6. Dagor Dagorath - Fate Of Slaves
7. Infernal Nature - Declaring War
8. Spawn Of Evil - Sane Man
9. People To Burn - Fatalities Count Went Up
10. Kna'an - The 12th Star
11. Immaterial - Tide Of The Empire
12. Epidemic - Than
13. Thy Mesmerized - Reptiles (Bonus Track For Brave Ears)

DURATA: 2:05:10

La Raven Music label israeliana fondata da Yishai Schwartz compie nel duemilaotto il suo decimo anno d'attività.
Lo stesso proprietario come fan del metal da un ventennio ormai, decide d'offrire agli ascoltatori una panoramica ad ampio raggio della scena nazionale con un doppio cd intitolato "From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of Hell".
Ventinove artisti per ventinove brani che rappresentano in gran parte il panorama nelle sue variegate sfaccettature, troverete formazioni come i Crossfire o gli Acropolis dedite agli stili più classici, il modernista mix estremo dei Belagror, il melodic death e non death di The Fading, Birth, Hate Corporate e uno sludge act come i Breorn a farvi compagnia nella prima ora.
Un primo cd vario e ben congeniato con alcune di queste band sugli scudi per composizione e piglio, non tutto quello che ascolterete sarà di alta qualità ma si respira un'aria di ribellione impressa nelle note di questi ragazzi che fa piacere, rende il tutto genuino e volitivo.
Il secondo disco è quello dedito al reparto più estremo, lo fanno notare già con l'open act: gli Arallu, esecutori di un discreto black death che ha come controaltare il melodic black degli Eternal Decay, si torna a pestare poi con Mucous Scrotum e Dagor Dagorath, è ancora il black a farla da padrone prima che Spawn Of Evil, People To Burn, Kna'an e Immaterial spostino il tiro verso il death e il thrash metal.
La chiusura spetta al black sperimentale dei Thy Mesmerized, anche questa seconda sessione vive di luci e ombre ma fornisce spunti interessanti per chi ha voglia di cercare andando oltre i normali confini prestabiliti per generi o "truismi" vari.
Certo è che l'idea di Yishai è da valorizzare per la voglia di dar rilevanza a una nazione che anche con la musica cerca di bypassare la folta scia di sangue che si porta dietro da troppo tempo.
Nel booklet vi è un piccolo passaggio esplicativo del pensiero dello stesso autore della compilation, esprime il parere personale sul senso del metal.
Effettivamente quando si parla del genere lo si fa tirando in causa spesso sensazioni estreme legate alla paura, alla morte, al dolore, alla crescita spirituale.
Tirare in causa da testi che inneggiano a guerra, mitologia o alla naturale lotta interiore o quella contro una conformizzazione della propria persona è cosa abituale dato che sono temi che scorrono nella vita e storia dell'uomo.
Cit:
"Io penso che se adesso cantate di terrore e vivete nell'Europa Settentrionale perdete d'autenticità, come una band israeliana che canti di troll e vichinghi., come band israeliana che canta di troll e vichinghi, non è stupido? Le band come quelle norvegesi che cantano di terrore, guerra e campi di battaglia e poi hanno "troppa paura" di venire in Israele a suonare per i loro fans? Cosa ancor più stupida, non credi?"
E' solo uno stralcio di un discorso ben più ampio e che avrei riportato in toto ma che preferirei andaste a ricercare ma che si basa sul giudizio che la massa spesso impone erroneamente secondo canoni prestabililiti mentalmente a seconda del filone che si segue e che com'è facilmente immaginabile ha sicuramente più storia nelle lande Europee ma che forse andrebbe rivalutato in termini non solo musicali ma di credibilità legata a fattori anche odierni.
Fino a quando il Metal e l'arte in genere riusciranno a infondere alla gente passione e voglia d'esprimersi trovando personaggi come Yishai a impersonarle anche le scene considerate minori avranno un motore su cui poter intelaiare un discorso serio e produttivo.
Vi dovesse capitar sottomano questo doppio "From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of Hell" concedetegli un po' del vostro tempo e avrete materiale in mano che susciterà il vostro interesse.

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