lunedì 15 novembre 2010

AN AUTUMN FOR CRIPPLED CHILDREN - Lost


Informazioni
Gruppo: An Autumn For Crippled Children
Anno: 2010
Etichetta: ATMF
Contatti: www.myspace.com/crippledchildren2009
Autore: 7.5-M

Tracklist
1. To Set Sails To The Ends Of The Earth
2. Tragedy Bleeds All Over The Lost
3. A Dire Faith
4. In Moonlight Blood Is Black
5. Ghost Light
6. An Autumn For Crippled Children
7. I Beg Thee Not To Spare Me
8. Gaping Void Of Silence
9. Never Shall Be Again

DURATA: 50:24

Ci sanno fare. E' evidente che gli olandesi An Autumn For Crippled Children sanno il fatto loro. Sono tutti musicisti esperti, con altri progetti alle spalle, vent'anni di carriera musicale. Insomma possono permettersi di rilasciare un album intero al primo colpo. Credo sia la soluzione più immediata. Come sempre la ATMF italiana ha avuto l'accortezza di catturare questa realtà interessante.
Il loro debutto "Lost" viene presentato come black metal dai tratti malinconici misto al doom. Posso essere d'accordo, anche se come definizione è troppo parziale. E non solo la definizione è parziale, ma anche il salto degli An Autumn For Crippled Children è parziale. Spiego meglio le mie due affermazioni: innanzitutto il loro lavoro contiene sì elementi black, come pure elementi doom classici, ma non è tutto qui. La ricerca del suono, molto freddo, sintetico direi (sia per quanto riguarda le chitarre, che per la voce, per il basso così come per la batteria. Non fatevi trarre in inganno, c'è un batterista reale, non una drum machine), ma non per questo poco umano, mi rimanda alla mente un certo shoegaze; per libera associazione di idee sonore arrivo fino a certi Have A Nice Life. Inoltre c'è una forte, seppur non palesata, componente post-rock, una certa attenzione al pezzo emotivo ed esplosivo (anche qui per associazione ancora più libera arrivo persino a certi Sigur Ròs di "Glòsòli"), alla singola corda alta. Insomma il misto è molto intenso, ci sanno fare, ed i pezzi scorrono bene, con picchi emotivi, altalenanti, intensi. Ne sono un esempio pezzi come "Never Shall Be Again" o "In Moonlight Blood Is Black" e "To Set Sail For The End Of The Earth". Ora passiamo alla seconda affermazione: perché il salto è parziale? Di che salto si tratta? Mi riferisco alla carica personale e compositiva del progetto. E' sicuramente un ibrido valido, a tratti commovente. Il problema sta nella fragilità di questo ibrido e delle sue composizioni. E possiamo ritrovarci all'interno dello stesso brano a godere e poi a rimanere perplessi. Perché, se sei capace di farmi star male (in senso positivo), e ne sei capace, lo so, non lo fai fino in fondo? E così ci troviamo passaggi doom efficaci, ma che mancano di quel mordente, sanno di già sentito (un po' in tutti i brani, ma più evidenti nel lungo “A Dire Faith”). Poi ci sono frammenti black (come la voce, che ho trovato veramente poco rilevante, insieme ad alcuni accenni di piano poco riusciti), che non aggiungono nulla. I punti di picco a cui accennavo prima sono invece i momenti di “wall of sound”, quando i nostri fanno esplodere gli strumenti in una tempesta post-rock (attenzione, molto più scuro del post-rock normale), che satura i coni degli stereo, le orecchie ed il cuore, come il finale di "Never Shall Be Again". In definitiva, il salto compositivo è riuscito a metà, gli An Autumn For A Crippled Children non hanno rischiato fino in fondo, hanno ancora un piede nella fossa di certi stili, pur avendo una grande capacità evocativa. Devono gettarsi ed approfondire quegli aspetti non nominati del loro stile, il post rock, lo shoegaze, e forse altro, sicuramente molto di più. Questo lavoro, considerato come opera prima, risulta comunque molto bello, intenso, seppur a tratti; ed è veramente auspicabile un salto di qualità ancora maggiore, per arrivare al capolavoro. So che ne sono capaci, già qui si sente.

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