lunedì 29 marzo 2010

FIRESTORM - Web Of Deceit

Informazioni
Gruppo: Firestorm
Anno: 2008
Etichetta: Copro Records
Autore: Mourning

Tracklist
1. Cold Hand In A Warm Heart
2. Angeldevil
3. Falling Into Alienation
4. Tempus Fugit
5. Neverending Course Of Time (Part 1 - Impulses Of The Heart)
6. Pictured By The Moon
7. Salome
8. Beyond Every Rational Thought
9. Shadows In My Mind
10. Neverending Course Of Time (Part 2 - Walls Of The Past)

DURATA: 50:44

Arriva per tutti prima o dopo il momento di concretizzare gli sforzi fatti per creare qualcosa che ne sia la summa.
Così è stato pure per i Firestorm, band marchigiana dedita a un power metal progressivo che dopo aver prodotto tre demo ha rilasciato l'album di debutto "Web Of Deceit".
Negli anni la formazione si è più volte rivoluzionata tanto da annoverare adesso in line-up uno solo dei fondatori, il chitarrista Manuele Pesaresi.
Le dieci tracce influenzate "fortemente" da act quali Dream Theater, Angra ma riconducibili anche a nostrane realtà come Labyrinth e Dgm hanno di buono una composizione canonica ma che si presta piacevolmente all'ascolto, la scelte solistiche azzeccate da parte dello stesso Pesaresi coadiuvato dall'altra ascia Moreno Baldoni e la prova vocale di un Riccardo Curzi dietro il microfono che regge soprattutto quando mantiene range medio/alti, ma che sulle parti che tendono a salire più del dovuto perde leggermente botta divenendo a tratti fastidioso sul lungo andare.
I brani scorrono senza problemi, evocano continui dejà vu ma si ascoltano con piacere, "Angeldevil" con il suo refrain catchy, la lunga e progressiva "Tempus Fugit" con gli assoli posti in chiusura, "Salomè" e il cantato "epicheggiante" o il divertente concludersi di una "Pictured By The Moon" che riprende la mitica colonna sonora del "Benny Hill Show" fanno la loro parte ma purtroppo non possiedono quel quid in più che le faccia risaltare.
Il disco si muove su un valore sufficiente con lievi picchi che vengono smorzati da scelte scontate subito dopo.
C'è da lavorare in primis sulla personalizzazione del sound e sulle strutture delle canzoni ancorate troppo a schemi conosciuti, spicca il batterista che ci prova a mettere del proprio almeno per quanto riguarda la dinamicità fornita, ma in mezzo a un mare standardizzato è una goccia che si perde.
Consiglio l'ascolto di "Web Of Deceit" esclusivamente agli sfegatati fan del genere in attesa di incrociare nuovamente i Firestorm sulla nostra strada sperando in una prova più matura

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