mercoledì 2 dicembre 2009

SUN OF THE BLIND - Skullreader


Informazioni
Gruppo: Sun Of The Blind
Etichetta: Avantgarde
Anno: 2009
Autore: ticino1

Tracklist
1. Cursed Universe
2. Lord of Mind
3. Fire and Thirst
4. Ornaments
5. Vanitas

DURATA: 44:39



Darkspace e Paysage D’Hiver sono forse i progetti black ambient svizzeri più conosciuti oltre i confini elvetici. Due progetti che sapientemente illustrano la freddezza spaziale e invernale, forse influenzati dalla vicinanza delle gelide Alpi che sicuramente forniscono abbastanza spunti creativi. Le mie pretese sono evidentemente alte mentre inserisco il dischetto nel mio lettore. Un punto di critica alla presentazione del CD: il digi a “cassettino” è sicuramente originale, ma più adatto alla versione promo. È poco solido e credo contribuisca all’usura del disco contenuto. La marca milanese Avantgarde promosse a suo tempo con successo il terzo full dei Darkspace, mi sembra perciò abbastanza logico che Zhaaral si faccia rappresentare con Sun Of The Blind sotto la stessa egida.
Le similitudini con i Darkspace parrebbero evidenti: cinque pezzi con una durata media di quasi dieci minuti l’uno. L’acquirente del CD (ci sono ancora tali persone?) noterà però immediatamente che il motivo della copertina è lontano dalla freddezza invernale e che si addentra nell’autunno carico di colori più caldi, suoni e odori lontani dal letargico inverno. La temperatura tiepida traspare dai pezzi, che sono privi del velo oscuro e gelido posato da una produzione ridotta al minimo. La musica è chiara e risplende come un raggio di sole in un gelido mattino novembrino. Musica che di tanto in tanto, durante il suo lento tragitto, sfocia in tocchi industriali. La voce appare raramente e allora solo in funzione di strumento per sottolineare e accompagnare alcuni passaggi. Mentre i progetti citati all’inizio influiscono sull’ascoltatore sotto forma di suoni, anzi come muro di suono, questo si mostra come un prato da cui il sole mattutino leva il velo di rugiada, ispirando l’osservatore a dare libero passo ai suoi pensieri più intimi e lasciando spazio a pur vane speranze. La bruma si scioglie al levare del sole, la mente dell’ascoltatore è trasportata dalla vela di note che si divagano in diverse regioni musicali, impregnandosi qui e là di oriente.
Forse esagero affermando che questo disco è adatto alla meditazione, ma non se dico che ne vale la pena rischiarvi un’orecchio.

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