mercoledì 2 dicembre 2009

SUFFOCATION - Breeding The Spawn





Informazioni
Gruppo: Suffocation
Anno: 1993
Etichetta: Roadrunner Records
Autore: Leonard Z

Tracklist
1.Beginning Of Sorrow
2.Breeding The Spawn
3.Epitaph Of The Credulous
4.Marital Decimation
5.Prelude To Repulsion
6.Anomalistic Offerings
7.Ornaments Of Decrepancy
8.Ignorant Deprivation

DURATA : 35:56



Ma porcaccia della miseriaccia schifa. La Roadrunner a quanto pare ha voluto fare “le nozze coi fichi secchi” (come si dice dalle mie parti). Eh sì, perché questo album avrebbe dovuto essere registrato ai Morrisound Studios (tempio del Death Metal americano) come ogni altro album di quei fulgidi anni, secondo le volontà della band stessa. E invece no! Per motivi insondabili (temo monetari) i newyorkesi Suffocation sono dovuti andare a registrare a “casa loro” ai Noise Lab. Risultato: ‘na schifezza. O meglio, una schifezza rispetto ai lavori che sono usciti dalle mani di quel genio del banco di regia che è Scott Burns. Cosa è accaduto? Che questa perla di album è divenuto uno dei più sottovalutati lavori nel Death Metal. Invece la musica contenuta in questo cd è di prima categoria, come i Suffocation ci avevano già abituato col loro EP “Human Waste” e il loro primo full “Effigy Of The Forgotten”. “Breeding The Spawn” contiene al suo interno otto tracce che mischiano in maniera magistrale violenza e tecnica, creando un sound compatto dove ogni strumento riesce ad avere la sua importanza. Da questo lavoro aspettatevi strutture complesse e mai monotone, controtempi di batteria ad opera di Smith (che lascerà la band per tornare dopo la reunion), chitarre granitiche, basso pronto ad entrare in primo piano e a tracciare riff alla velocità della luce (Richards, che rimpiazza Josh), e la distruttiva voce di Mullen, una delle più cavernose del Death Metal (anche se la produzione la sciupa un po’). Andatevi ad ascoltare pezzi micidiali come la title-track o quel macigno di “Prelude To Repulsion”, così tecniche e al contempo così orecchiabili. Testi spaccaossa e copertina di Dan Seagrave completano il quadro. In definitiva: un album sottovalutato, che invece merita tutta la vostra attenzione. Un lavoro dove le canzoni non sono scritte “per fare a chi suona più difficile”, ma la tecnica è al servizio della brutalità e i pezzi non risultano mai freddi o “esibizioni da circo dei chitarristi”. E ricordate che sono album come questi che hanno dato il via a tutta la scena Brutal, “Generando La Progenie” (“Breeding The Spawn”, mai titolo fu più profetico) di una vera ondata di band metal che seguiranno i loro passi. Andatevi a sentirvi i padri del genere, invece dei molti, sopravvalutati e sterili “girini”.

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