mercoledì 2 dicembre 2009

AT WAR - Infidel





Informazioni
Gruppo: At War
Autore: Mourning
Anno: 2009
Etichetta: Heavy Artillery Records

Tracklist
1. Assassins
2. Semper Fi
3. Make Your Move
4. At War
5. Want You Dead
6. R.A.F.
7. Deceit
8. Vengeful Eyes
9. Raperchase

DURATA: 34:18



La Heavy Artillery casa americana che ha come mente Mike Andriani si è accaparrata il ritorno sulla scena degli At War monicker storico dello speed/thrash che dopo due buoni dischi pubblicati negli anni ottanta quest’anno ha inciso il nuovo “Infidel”.
Sono passati ventun’anni dalla loro ultima prova “Retaliatory Strike”, la band è rimasta coerente a quelle che erano le direttive sonore che la guidarono a quel tempo non snaturando il proprio credo basato su pure iniezioni di adrenalina.
Un platter di nove brani che ha il sapore ed il gusto eighties cosa che non stupisce dato il revival ormai in corso da un bel po’ d’anni a questa parte, solo che a differenza di molti act essi appartengono di diritto a quella realtà temporale ormai passata e che troppi malamente stuprano.
Apre le danze “Assassin” brano semplice e d’impatto tanto per far intendere che i ritmi punteranno a farci sbattacchiare la testa.
Le influenze interne alla band fanno sì che il sound sia ricco e ricollegabile a realtà come Venom, D.R.I., Destruction, Anthrax, Celtic Frost, peculiarità che si evidenziano in brani come “At War” ben assestata con il suo chorus ridondante, “Want You Dead” venomica e dal tratto heavy scuro e in “R.A.F.” dove si fa ben presente l’anima Motorhead tanto da sembrare una versione velocizzata di un loro brano.
Di solito molti dei dischi sul finire tendono a cedere botta invece (almeno a mio avviso) i brani migliori di “Infidel” sono relegati proprio alla fine componendo l’accoppiata “Vengeful Eyes”, “Raperchase”, con quest’ultima dalla struttura più classicamente speed a chiudere i giochi.
Non ci sono brani capolavoro ma il livello qualitativo sopra la media fa si che il disco nei suoi quasi trentacinque minuti di durata sia piacevole dall’inizio alla fine con prove dei singoli molto buone e che mettono in evidenza la prestazione vocale Paul Arnold e la vena solistica di Shawn Helsel che risultano essere le armi in più di questa produzione dotata anche di un sound retrò che ne aumenta il valore.
Di sicuro non entrerà negli annali, si assesta comunque fra le buone prove uscite quest’anno nel genere, fa piacere vedere che alcuni dei vecchi leoni sanno ancora ruggire quando sin troppi come back ahimè c’hanno regalato album che non rasentavano neanche la decenza.
Genuinità e thrash questo sono gli At War!

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