venerdì 4 dicembre 2009

ANUBI - Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis


Informazioni
Gruppo: Anubi
Anno: 1997
Etichetta: Etichetta: Danza Ipnotica Records
Autore: Atem

Tracklist
1. Savo Kelyje
2. Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis
3. Mirtis
4. Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis II
5. Gyvenimo Kritima Dovanosim Krankliui
6. I Nauja Galybe
7. Ir Saule Neteko Savo Puses Veido
8. Ozirio Adventas
9. Folklorine Daina Apie Mirti
10. Iš Tuštumos I Akmens Tyla
11. Tarp Akmens Ir Veidrodžio

DURATA: 54:06



“Quando la Morte Chiuderà gli Occhi alla Luna Piena”, un titolo emblematico presentato ed accompagnato da un bellissimo dipinto eseguito dal carismatico cantante nonché talentuoso pittore tragicamente scomparso nel marzo del 2002, Lord Ominous (chiaramente ispirato dall’altrettanto penetrante e meraviglioso “Wintermondnacht” dell’artista espressionista tedesco Ernst Ludwig Kirchner), raffigurante l’Oscura Signora immersa in una natura selvaggia, dall’aura tetra e dinamica, nell’istante successivo in cui ha rubato furtivamente gli occhi alla luna piena, splendente e solitaria nel suo vanitoso manto madreperlaceo in un ardente crepuscolo vivo, pulsante di rosso sangue.
Il livello di sperimentazione, padronanza dei mezzi e creatività degli Anubi ha dell’incredibile: il loro sofisticato e regale Avant-garde Black Metal ci proietta in una bizzarra dimensione intrisa di psichedelia, arcana, distante e quasi senza tempo, se non sperduta nel tempo stesso, uno stravolgersi continuo di sensazioni, eventi, colori, in un’ininterrotta spirale di simultaneità tipicamente espressionista.
Gli streganti canti del Poeta Imbalsamatore Lord Ominous, a tratti affogati in veri e propri deliri “teatrali” (“Savo Kelyje”), a volte più cauti e ed ipnotizzanti come in “Folklorine Daina Apie Mirti” (ma senza mai perdere la loro tipica vena di follia improvvisa di fondo), vengono alternati da graffianti screams che celano anatemi.
Le chitarre “spezzettate” e guizzanti di Thoth e Mr. Harm mantengono intatti i legami con la tradizionale crudezza e affilatezza del Black Metal, le quali in certe occasioni si cimentano in sporadici duelli con ukulele sbronzo in “Gyvenimo Kritima Dovanosim Krankliui”, cedendo poi il posto a ben più sobrie, liquide e raggelanti chitarre acustiche dal sapore squisitamente Folk della bellissima e melanconica “Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis II”, probabilmente ambientata in una qualche sperduta vallata fra venti laceranti, impetuose nevicate bianco latte notturne e i solitari fuochi dell’inverno, accompagnati da un caldo violino gitano.
I folli inserti di pianoforte “cabaret” di “Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis” ed archi sognanti, malinconici e ammalianti in “I Nauja Galybe” concedono volentieri delicati duetti assieme ad un effimero sax, solito inoltre nel fare timidi capolini sgangherati.
Con l’oscuro ed atmosferico Ambient rituale di “Tarp Akmens ir Veidrodžio” la solenne cerimonia si conclude, lasciando l’ascoltatore in uno stato di trance ancora scandito lontanamente dai trilli di sinistre campanelle e dalla voce dello sciamano Lord Ominous che riecheggia in lontananza dal sinistro tramonto.
“Kai Pilnaties Akis Uzmerks Mirtis” è un (capo) lavoro maturo ed intelligente come giù espresso in precedenza, ancora ingiustamente misconosciuto e/o volutamente lasciato cadere nell’oblio del dimenticatoio ed ovviamente non destinato a tutti i palati, fra cui i vari puristi del Black Metal o gli allergici alle sperimentazioni più disparate.
Un’autentica perla di rara bellezza e dalla corazza non facilmente accessibile ma che una volta scoperta, rivela tutto il suo immenso splendore.

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