giovedì 3 dicembre 2009

ANTHRAX - Spreading The Disease





Informazioni
Gruppo: Anthrax
Anno: 1985
Etichetta: Island Records
Autore: Mourning

Tracklist
1. A.I.R.
2. Lone Justice
3. Madhouse
4. S.S.C. / Stand or Fall
5. The Enemy ]
6. Aftershock
7. Armed and Dangerous
8. Medusa
9. Gung-Ho

DURATA: 43:47



Anno 1985, ne è trascorso solo uno dal loro debutto col botto “Fistful Of Metal” che la band deve vedersela con le prime defezioni in line up, sia Neil Turbin (voce) che il mitico Danny Lilker (basso) abbandonano per seguire altri progetti.
Al loro posto entrarono a far parte due personaggi che diverranno le colonne storiche del marchio Anthrax: si parla di Joey Belladonna al microfono e Frank Bello al basso.
E’ Con il loro ingresso ed una formazione rimanente rodata ed esplosiva viene composto quello che per molti è il loro capolavoro, quello “Spreading The Disease” che riesce a coniugare fattezze heavy, speed e thrash con una naturalezza disarmante e con la prova dell’allora debuttante Joey superiore ad ogni più rosea aspettativa.
E così si scivola dentro un mondo che è fatto di velocità, ritmiche da headbanging in un platter dove il richiamo all’heavy più classico di matrice Nwobhm si fa evidente e s’amalgama alla perfezione alla vena compositiva della band.
L’opener “A.I.R.” o la successiva “Lone Justice” chi non le ha mai canticchiate almeno una volta?
“Madhouse” mette in scena una band che si mette in gioco con un testo impegnato trattandolo con l’umorismo pungente che da sempre è punto forte dei ragazzi newyorkesi ma è nella parte centrale del disco che ci viene riservato il meglio infatti con “S.S.C/Stand Or Fall”, “The EnemY”, “AfterShock” ed “Armed And Dangerous” (quest’ultima probabilmente la migliore del disco)
mettono il sigillo su di una prova al di fuori dal comune, un lotto di quattro pezzi che esprime appieno il valore di questo storico act.
“Medusa” per quanto standard e poco elaborata nel suo sviluppo prende e lascia che sia l’assassina “Gung-Ho” a lasciar ripartire l’headbanging sfrenato conducendoci alla fine d’esso.
Un’opera di un’era speed/thrash che non esiste più e di cui si sente la mancanza, un disco che dovrebbe esser consigliato per avvicinarsi al genere.
Istituzione!

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