lunedì 28 dicembre 2009

DEVASTATOR (2009)

Oggi con noi i toscani Devastator, salve ragazzi e benvenuti su Aristocraziawebzine, come va?
Iniziamo subito dai, presentiamo la band:

 Salve, ringrazio Aristocraziawebzine per aver reso possibile questa bella intervista. Premesso questo vengo subito alle presentazioni! I Devastator sono nati nel 2001 sotto il nome di Violent Overture per volere mio e di Rob (voce e chitarra). Nel 2002 abbiamo cambiato definitivamente nome in Devastator. Ricca (basso) è entrato nel gruppo nel 2003. In otto anni di attività abbiamo fatto uscire tre album in studio, due live demo e un promo. Fortunatamente adesso abbiamo pure raggiunto un’ottima stabilità di formazione, dopo l’abbandono di ben due cantanti, Luchino nel 2007 e Albe nel 2008. Adesso siamo un trio, e le cose stanno andando veramente bene, eravamo un po’ preoccupati quando Alberto ha deciso di andarsene, ma ci siamo dati da fare (soprattutto Rob che ha dovuto cominciare a cantare) e devo dire che ne è valsa veramente la pena!

Siete degli iperattivi, dal 2003 anno di uscita del vostro primo demo e già 3 album, un live è una gran cosa visti anche i vostri continui miglioramenti, quali sono le motivazioni che vi danno la giusta carica e spinta per andare avanti?

 Beh di certo non amiamo stare con le mani in mano. Fortunatamente Rob, che è il compositore di tutte le canzoni dei Devastator, ha un sacco di idee e propone sempre un sacco di pezzi nuovi. Poi c’è da dire che i brani ci vengono a noia abbastanza in fretta ehe, per cui scatta la necessità di scriverne di altri! A parte di scherzi, abbiamo sempre voluto scrivere più materiale possibile, per far uscire più roba possibile. Come ho già detto prima, i pezzi abbondano, quindi la cosa migliore è farli uscire, sempre e comunque. Ovviamente non proponiamo ogni cosa che scriviamo, cerchiamo sempre di scegliere i pezzi migliori tra tutti quelli che escono fuori.

I cambi in line up sembrano essere una costante sinora, ascoltando il vostro ultimo lavoro "Underground 'N' Roll" pare però che abbiate trovato il giusto assetto, cosa vi mancava o cosa stavate cercando di preciso?

 Sfortunatamente l’assetto che puoi sentire su “Underground ‘N’ Roll” ormai è acqua passata, visto che poco dopo che sono finite le registrazioni Albe ha deciso di lasciare la band. Però come ti ripeto, da quando siamo diventati un trio, anche se con enormi difficoltà, le cose funzionano veramente a meraviglia. Questo perché ormai io Rob e Ricca suoniamo insieme da sei anni, ci intendiamo perfettamente su ogni cosa. Principalmente siamo tre ottimi amici, e questo conta molto di più di ogni altra cosa. Comunque adesso stiamo lavorando veramente bene, anche perché io Ricca e Rob la vediamo alla stessa maniera su come vogliamo concepire la nostra musica.

"Underground 'N' Roll" è un disco particolare, genuino che conserva la sua natura thrash anche se letteralmente invaso da influenze punk e ho sentito anche influssi surf, cosa vi ha portato a questa virata sonora?

Ovviamente siamo nati come band thrash, e ancora oggi le nostre radici si possono avvertire nella nostra musica, anche se decisamente in quantità molto minore che in passato. Se ascolti il nostro primo disco, “Thrash ‘N’ War” del 2005, chiaramente sentirai che è un disco principalmente thrash, anche se è possibile sentire qualche influenza rock ‘n’ roll in alcuni pezzi. Dopo “Thrash ‘N’ War” abbiamo sentito la necessità di ampliare il nostro songwriting, sia perché stavamo cominciando a maturare come musicisti, sia perché suonare un solo genere stava cominciando ad andarci stretto. Quindi abbiamo cambiato metodo di comporre, non più scrivere un pezzo secondo un determinato genere, ma scrivere semplicemente tutto quello che ci frullava in testa. Se un pezzo ci piace noi lo pubblichiamo, non importa di che genere sia, basta che ci piaccia e che spacchi il culo. Questa nuova nostra concezione di comporre musica si può ascoltare già su “Alcoholic Invasion” del 2007, ma ha il suo completo sfocio proprio su “Underground ‘N’ Roll”, disco secondo me molto vario che propone e mixa un sacco di generi differenti.


Il tipo di proposta che eseguite più che su disco sembra essere perfetta per l'esibizione on stage, com'è la vita sui palchi italiani? Siete in tour adesso?

Hai proprio fatto centro, perché tutti i pezzi che scriviamo sono realizzati per rendere al meglio dal vivo. La dimensione live è la nostra dimensione ideale, fortunatamente sin da quando siamo nati abbiamo sempre suonato parecchio, e per band come noi è tutt’altro che facile, visti i non pochi problemi che ci sono oggi in Italia. Attualmente non possiamo certo lamentarci, adesso stiamo promuovendo live il nostro ultimo disco, e devo dire che da quando è uscito abbiamo fatto un sacco di date. Ovviamente ci sbattiamo come bestie per trovarne più possibile, ma da quest’anno sono contento nel dire che molte date sono arrivate da sole, locali che ci chiamavano, band amiche che ci invitavano… Facciamo il possibile, purtroppo la musica underground in Italia non è incoraggiata per un cazzo, e finchè ci saranno quelle merdosissime tribute bands per noi sarà vita difficile! Ma sarà dura farci smettere di sbatterci!

La Toscana ha un buon movimento metal in questo periodo oltre i soliti noti si fanno strada anche formazioni come Subhuman e Profanal, che rapporto avete con la vostra scena locale? E con quella Underground in genere?

Conosciamo molto bene i Subhuman, abbiamo pure suonato insieme nel 2006, durante il festival Metal Disorder, in provincia di Milano. Sono ottimi ragazzi, nonché musicisti spaventosi, sicuramente sopra la media. Anche loro come noi si impegnano al massimo su tutti i fronti. I Profanal li conosce bene il nostro bassista Ricca, avendoli invitati a un festival metal nella nostra città. Comunque la Toscana è piena zeppa di gruppi validissimi! Cerchiamo sempre di aiutarci come possibile gli uni con gli altri, combattere insieme per la stessa causa. Siamo molto amici anche di gruppi all’infuori della Toscana, conosciuti ai vari concerti. Vale la pena di menzionare una band come gli Hellstorm, sicuramente le migliori persone che conosciamo, senza storie. Anche loro sono ragazzi seri e determinati, che si fanno il culo ogni giorno!

Avete avuto il piacere di fare da spalla agli Assassin, com'è stata quest'esperienza e quale sarebbe il vostro concerto perfetto avendo la possibilità di scegliere chi supportare?

Sì, suonare di spalla agli Assassin è stata un’esperienza straordinaria, anche perché nel 2006 era appena uscito “Thrash ‘N’ War” ed eravamo veramente infottati con il thrash, quindi immagina come eravamo esaltati. Fu una serata veramente bellissima, abbiamo ricevuto un sacco di consensi e venduto tantissimi cd, ma soprattutto abbiamo conosciuto e fatto serata proprio con gli Assassin, grandissime persone! Serata fantastica, a parte vari problemi tecnici durante la nostra esibizione (la batteria non aveva un tappeto sotto, ho suonato tutto il concerto con un poveraccio che stava seduto di schiena a bloccarmi la cassa ehehe), però cazzo, ci siamo veramente divertiti tantissimo! Se dovessi scegliere chi supportare dal vivo senza dubbio farei tre nomi: Skruigners, Motorhead e Bulldozer!

"I Hate Cover Bands" è un brano che rispecchia una sacrosanta verità dato che le cover band stanno intasando spesso i locali dove suonare, qual è il problema secondo voi? Poca voglia di mettersi in gioco?

Per me il problema è suddiviso in due motivi ben precisi. Il primo sta nell’incapacità totale di una band nello scrivere musica propria, o almeno non avere le palle per proporla. Il secondo invece (più frequente purtroppo) sta nel creare una tribute band proprio perché ha più possibilità di fare successo e ovviamente di fare soldi. In Italia funziona così, quando stavamo a Bologna c’era un locale che per farci suonare ci ha messo cinque mesi (non scherzo) e ci ha dato 50 euro a fine serata, anche se avevamo suonato un’ora e mezzo e il locale traboccava di persone. A una fottutissima tribute band dei Guns ‘N’ Roses (bravi per carità, ma travestiti come i veri Guns, patetici) dettero per una serata 600 euro… Suonare musica già scritta venti o trenta anni fa è facile, troviate piuttosto le palle di proporre musica vostra!!!

Ci sono novità in cantiere, avete già ripreso i lavori?

Ovviamente sì, che domande ehehe! Stiamo finendo di registrare un nuovo Lp di quattro pezzi inediti, completamente in italiano! Abbiamo deciso di scrivere i testi in italiano, primo perché siamo italiani e pronunciamo l’inglese da fare schifo, secondo perché Rob adesso, cantando e suonando, ha la necessità di scrivere testi più semplici e facili da cantare, terzo perché adesso abbiamo la possibilità di scrivere testi con un maggiore significato, cosa che con l’inglese ci risultava molto difficile. Prima di adesso pensavamo prima alla musica che alle parole, infatti i testi erano puramente riempitivi. Adesso invece i testi avranno un ruolo predominante nei pezzi, con linee vocali molto più curate e efficaci. Il promo sarà pronto a breve, credo che lo faremo uscire entro l’anno.

Ringraziandovi per la disponibilità, chiudete come meglio credete:

Grazie a voi per la bella intervista, è stato un piacere rispondere alle domande. Invito tutti a visitare la nostra pagina myspace www.myspace.com/devastatorcrew per ascoltare la nostra musica e per lasciare ogni tipo di commento! A presto!!!


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DEAD ALONE - Silvering Marrow




Informazioni
Gruppo:Dead Alone
Anno:2006
Etichetta:Self-Released
Autore:Mourning

Tracklist:
1. Slivering Marrow
2. Guilty?
3. Angels in the dust
4. Sick society
5. A lifetime away
6. For you
7. Nightmare
8. Deathwish
9. Living Dream
10. Existence
11. Escape from reality

DURATA: 44:15



Nel 2006 i Dead Alone autoproducendosi rilasciano il loro primo disco successore del demo "Inhumanity".
E' un death metal che punta molto sulla ritmica e su basi cariche di groove, una creatura non ancora del tutto matura che sopperisce momentaneamente ad una mancanza di forma chiara con una massiccia carica adrenalinica e che ogni tanto lascia intravedere sprazzi di personalità.
I brevi passaggi che tendono a spezzare la costante e portante onda esplorando il lato più riflessivo denotano una ricerca che prova a uscire dalla schematicità ancora insita nelle composizioni, non sempre vi riescono ma il tentare è già sintomo di voler crescere e guardare oltre.
Brani come "Angels In The Dust", "Sick Society", "Nightmare" e "Living Dream" rappresentano le chiavi di volta in versione primordiale del sound che verrà sviluppato nel successivo e maturo "Phobia".
Così come "For You" straniante rispetto all'intero platter per la sua vena più addolcita e l'inserto di voci femminili in "Deathwish" che torneranno utili alla formazione proprio per la fase evolutiva della loro proposta.
La produzione curata dagli stessi ragazzi non è male, avrebbe avuto forse bisogno di una spinta in più nella coralità degli strumenti, pecca è che alle volte le voci corali di contraltare risultano offuscate ("Escape From Reality").
Non si può negare la loro voglia di esporsi con conseguente spesa di tempo e denaro nell'affrontare l'autoproduzione (pratica ormai sempre più frequente).
Un primo passo per una band che troverà il suo quadrare col tempo, iniziando a conoscerli dalla radice "Silvering Marrow" ne potrete apprezzare la crescita e farvi una chiara impressione sul loro stile.

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ALIEN SYNDROME 777 - Alien Syndrome 777


Informazioni
Gruppo: Alien Syndrome 777
Anno: 2009
Etichetta: Self Released
Autore: 7.5-M

Tracklist
1. Vaporizor
2. My Venom
3. Black Hole Generator
4. Battles In The North
5. Eerie Devolution
6. Vaporizor (Alternate Abduction Mix)
7. Eerie Devolution (Alternate Rape Mix)

DURATA : 35:15

Certe volte è davvero difficile trovare cose interessanti da ascoltare. Molti sono i gruppi pronti a cercare di sperimentare, ma non sempre i risultati sono dei migliori. Ecco, ascoltando questi Alien Syndrome 777 mi viene da dire: ho trovato qualcosa di veramente interessante.
Avete presente il black metal? Di sicuro ce ne sono davvero molte varianti: quello legato al death, al thrash, all'ambient, etc. In sostanza i confini sono sempre un po' incerti e, data l'inutilità di riproporre quello che era stato un fenomeno puramente novantino, questo viene continuamente amalgamato ad altre correnti musicali. Difficile descrivere gli Alien Syndrome. Il loro è un black metal che presenta molteplici influenze, ed è questa la sua forza. Pur restando in qualche modo collegato con un piccolo cordone ombelicale al genere originario, se ne affranca totalmente in molti frangenti. Ed è forse per questo che è molto più intenso di tante altre proposte simili.
La scelta stilistica di rifarsi ad un certo tipo di fantascienza di serie b è davvero apprezzabile, visto la carenza di idee che spesso si presenta nei frangenti sperimentali del black, ed è necessaria per giustificare e dare ancora più valore alla componente musicale. Infatti troviamo una drum machine secca e precisa, poco umana e molto tecnologica, martellante ma dalle ritmiche mai banali. E su questa il riffing, quasi immortaliano, è perfetto nei suoi cambi di tempo, negli assoli, ispirati, una sorta di “Black Hole Generator”, pronto a risucchiare coi suoi vortici, coi suoi raggi traenti alieni (e questi alieni sono molto più umani di quanto sembra: la cattiveria con cui compiono le loro scorribande verdi sulla Terra è proprio quella umana. Altro che razzismo, siamo tutti uguali, anche ad anni luci di distanza!). Inoltre inserti elettronici di varia natura e piccoli parti ambient riescono a rendere ancora più tesa l'atmosfera (chi ha parlato di X-Files? Chi ha detto Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo? Senza la parte buona degli alieni ovviamente).
Menzione va fatta per i componenti della band: il creatore è LF_, già mente dei Blackdrone Inc., che qui collabora ancora con il mai troppo compianto Joey Hopkins (alla voce nei primi due brani, oltre che curatore del mixaggio e del suono) alias N_. Altra partecipazione, per gli amanti della scena contemporanea norvegese, alla voce in “Battles In The North” (qui il nord non è quello delle terre scandinave degli Immortal. Si tratta probabilmente di battaglie vicino alla stella polare stessa), troviamo il cantante dei The Konsortium, Member 001, con il suo riconoscibilissimo e particolare timbro vocale. Infine come perle, a completare il tutto, troviamo due remix di “Vaporizor” e “Eerie Devolution” (probabilmente le versioni su cui stava lavorando Hopkins prima di lasciare questo mondo. Questa volta però gli alieni non centrano, purtroppo). Un tributo più che dovuto ad un artista, ma soprattutto ad un amico.
In conclusione: la musica è malvagia, il suono è malvagio, le parti ambient e le chitarre che sembrano bambini in pianto, così come i vari inserti elettronici minimali, fanno di questo Alien Syndrome 777 un lavoro davvero dell'altro mondo. Roba che su questa terra si fa fatica a sentire (eppure è così vicina).

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FATAL FRAME - Winterstate 66




Informazioni
Gruppo:Fatal Frame
Anno:2009
Etichetta:Self-Released
Autore:Mourning


Tracklist:
1. The Reverse Will
2. Doom The World
3. Lead The Fire

DURATA: 16:10



La Finlandia è una di quelle terre dove il connubio di vari stili ha da sempre portato alla nascita di realtà interessanti, nel periodo primorde del death, gente come i primi Sentenced e Amorphis trovò ben presto soluzioni alternative che li resero realtà uniche.
I Fatal Frame nel loro doom/death alquanto melodico per alcuni versi richiamano delle atmosfere che queste band madri di una certa scena alternativa e cangiante hanno offerto in passato.
I tre brani che formano l'ossatura di "Winterstate 66" godono di una vocalità che sa esprimersi sia nel growl che in pulito, di un riffing molto ben studiato e di tastiere che non tendono mai a imporsi mantenendosi allineate partecipando come tappeti di supporto alla sostanza di un complesso organizzato.
Band che varia da un approccio malinconico e catchy a sezioni più aggressive e classiche non abbassando gli standard qualitativi che si attestano sempre più che aldilà di una piena sufficienza, "Doom The World" (si sente un non so che di "Therein" dei Dark Tranquillity in questo brano) riassume in toto le capacità, le scelte e le possibilità della formazione che sarebbe già matura per proporre un album completo almeno da quanto si evince da queste tracce.
La loro forza è la prova convincente nell'assetto unitario, ognuno fa quello che deve senza strasfare portando a casa il risultato il che è segno di maturità acquisita, la produzione stessa per quanto non perfetta regge l'idea di sound che viene trasmessa.
Aspettando un lavoro più sostanzioso, date fiducia a "Winterstate 66" i ragazzi sanno quel che fanno.

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TANGAROA - One Hand For The Knife, One Hand For The Throat


Informazioni
Gruppo: Tangaroa
Anno: 2008
Etichetta: Anticulture Records
Autore: Advent

Tracklist
1. Turn Off The TV, Shut The Magazine
2. One Hand For The Knife, One Hand For The Throat
3. We'Ve Got Them, Where We Want Them
4. Swimming In The Sea
5. Tick Tock, Tick Tock
6. In The Hive Of Complication
7. Jupiter Sheep Farm
8. D'ya Hear That Wolf?

DURATA : 46:02

Tech metal.
Rabbioso, deciso e pulito.
I Tangaroa sono una band di difficile collocazione musicale, da un lato hanno una composizione strettissima che togliendo il fiato all'ascoltatore fa pensare ad un lavoro math, dall'altro alcuni growl aspirati fanno capire che c'è un anima deathcore nonostante l'intero album sia piuttosto urlato con brevissime parti pulite.
Non pensate ad un lavoro crudo core (la componente è ben calibrata), la gente è divisa tra progressive metalcore e tech metal, affermo che possiamo metterci ad ascoltarli privi di qualsivoglia preconcetto sul loro genere.

La canzone più completa che permette di capire il disco è "One Hand For The Knife, One Hand For The Throat", c'è tutto a partire da un inizio lento seguito dallo sviluppo sincopato di riff contrastanti, la metamorfosi in deathcore elaborata in chiave puramente personale con tanto di breakdown progressista dice chiaro e tondo che quello che si sta ascoltando non è un prodotto qualunque.
"Tick Tock, Tick Tock" contiene piccole perle jazz alternate che allieteranno abbastanza il prosieguo dell'album.
La prima parte di "We've Got Them, Where We Want Them" evidenzia il loro carattere dissonante e l'intera canzone "Jupiter Sheep Farm" mette in luce un post-metal di buona qualità.
Il disco conclude con "D'Ya Hear That Wolf?", porta la velocità ad un altro livello con stacchi ragionati e partenze annunciate che non vengono chiuse nemmeno da un ottimo assolo che si presta benissimo alle capacità dei ragazzi, la canzone termina infatti con un altro break che segna davvero la fine accompagnata da passaggi fluenti alternati ad altri meno intelligenti e più serrati.

La produzione non è fantastica ma più che buona, non si avrà nessuna difficoltà ad ascoltare questo prodotto, una nota dolente del disco potrebbe essere la voce che non viene messa in risalto particolarmente, risulta bassa (non come tipo di voce ma proprio come volume) troppe volte e nelle parti salienti delle canzoni si sente il bisogno di un sonoro diverso.
Le ritmiche di sicuro stancheranno chi non è ascoltatore abituale di math metal.
I Tangaroa hanno presentato un ibrido maturo degno del dio marino polinesiano dal quale hanno preso il nome.

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IN TORMENT - The Realms Of Perceptions



Informazioni
Gruppo:In Torment
Anno:2009
Etichetta:Sconosciuta
Autore:Mourning

Tracklist:
1. The Flesh And The Spirit
2. Elements Of Sadistic Cruelty

DURATA: 08:17



La band brasiliana degli In Torment dopo tre anni dal full di debutto "Diabolical Mutilation of Tormented Souls" torna a farsi viva seppur in formato ridotto.
Viene infatti immesso nel mare delle pubblicazioni il loro nuovo singolo "The Realms Of Perception".
La formazione in questo mini-assaggio di appena due brani mostra di essere pienamente in forma, nelle composizioni si notano le influenze di Cannibal Corpse e Suffocation con una spiccata predisposizione all'apertura melodica.
"The Flesh And The Spirit" e "Elements Of Sadistic Cruelty" sono dei buoni esempi di brutal death che coniuga una giusta dose tecnica al gusto della più sana e classica violenza.
Non c'è innovazione, nè tantomeno sembrano cercarne, si allineano a un filone ormai prolifico di brutal death metal act che sanno suonare e cercano di esprimersi usando magari vie conosciute che non è comunque detto siano le più semplici o redditizie.
Con ormai oltre un decennio di carriera alle spalle (seppur con qualche cambio in line up) i ragazzi sono una macchina ben rodata che sa fare il suo mestiere e in questo caso vengono supportati da una produzione pulita ma non plastificata che rende giustizia agli episodi.
Come chicca viene inserito il video di "Elements Of Sadistic Cruelty" cosa che farà felici i collezionisti sfegatati.
Certo è un po' poco, è giusto quindi attendere la prova massiccia per annotare quanto siano davvero effettive le migliorie ed inquadrare appieno la direzione presa, questa è un'uscita tesa intanto a richiamare l'attenzione sulla band, un diretto e chiaro: ci siamo.

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VIA DOLOROSA




Informazioni
Autore: Akh.

Formazione:
v.o.n. Brahma FSS - Bass
A.H Karttikeya 19-8 - Vocals
Ultor - Drums








Ciao Loris, innanzitutto come va e poi presentaci il gruppo, la sua genesi e cio' che vi ha portato a formare la band.

Ave! Intanto volevo ringraziare te per lo spazio che mi dai per esprimere
le mie idee.
La band attualmente ha una formazione sparsa fra mezza Italia
(Vicenza, Roma, L'aquila) e la Bulgaria!
Una cosa forse poco pratica ma dovuta ad esigenze varie.
Come sai bene anche tu è sempre più difficile trovare gente
veramente interessata e motivata qui in Italia, purtroppo conta più l'immagine
che non la sostanza! Almeno per la feccia perchè io son sempre stato di opinione contraria; ma lasciamo stare...
Riassumere la genesi della band e i suoi molteplici sviluppi
in poche righe è cosa ardua, in quanto si parla ormai di dieci anni di storia e
com'è facile intuire la cosa andrebbe troppo per le lunghe, quindi sarò breve.
La band nasce per volontà mia (V.O.N Brahma Fss) verso la fine del 1999, anche se l'idea originale parte nel 1997.
In quel periodo stavo vivendo un periodo di totale disgusto per quel che la musica estrema stava (era già con il senno di poi) diventando, un'accozzaglia di marciume putrescente, sia da un punto di vista attitudinale che musicale.
Non mi dilungherò su questo punto, ci sarebbe troppo da dire, aggiungo solo che all'epoca, quando parlavo di attitudine la gente mi rideva in faccia,
questo disgusto che covavo ormai da anni dentro di me mi ha spronato e dato
l'input finale per creare la band! Molteplici i problemi (censure, boicotaggi,
ecc..) e cambiamenti di line up, nonchè tradimenti vari e pugnalate alla schiena; ma come si sa solo i più forti sopravvivono e io sono ancora qui.
Parafrasando una nota band:
MUSICA ESTREMA PER GENTE ESTREMA!!
Questa è la mia idea di come far musica (almeno un determinato genere) ovviamente non parlo di atteggiamenti da clown o bambinetti pitturati da panda che inneggiano al diavoletto di turno, sono sicuro che chi ci sta leggendo ha capito quello che intendo...


La vostra estrazione musicale si rivolge chiaramente verso il filone NSBM, puoi spiegare in cosa consiste al pubblico meno avvezzo a certe sigle? Questa vostra tipologia musicale che riscontri vi ha fin adesso elargito? E' corretto dire che i Via Dolorosa sono un gruppo di propaganda?

Via Dolorosa è propaganda!!!! Propaganda ideologica/filosofica/spirituale ma
non politica; almeno non nel senso compiuto del termine in quanto non
supportiamo attivamente nessun partito attualmente esistente, anche perchè
non ne vedo di affidabili o che rispecchino fino in fondo quel che penso.
Questo comunque è solo il mio parere, non parlo a nome degli altri componenti della band ma solo per me.
NSBM....NAZIONAL SOCIALIST BLACK METAL, una sigla che a tanti
da fastidio e che ad altri non si addice, anche se se ne fregiano quando è il
momento di farsi publicità e magari soldi.
In Italia c'era una piccola ma agguerrita scena anni fa, oramai son rimaste
poche band a portare avanti un certo discorso schierato e apertamente
dichiarato, sì perchè di gente che ai concerti mi fa il saluto romano e poi
nega di abbracciare certe ideologie quando la terra comincia a scottare ne ho
le balle piene!!! O si è, oppure non si è, punto e basta.
Come riscontri ti posso dire che ho ottenuto quello che volevo, la gente o ci
ama o ci odia!! Appunto come dicevo poche righe fa penso comunque che ci sia un reale interesse e un certo rispetto intorno al nome della band.
I fatti hanno parlato, le bugie di taluni non ci feriscono.


Siete in giro da un po' di tempo, il primo demo viene dato alle stampe nel 2000e.v. secondo l'archivio metallico e delle vostra vastissima produzione cosa ti è rimasto più impresso e quali reputi siano i lavori piu significativi ed avvincenti di Via Dolorosa?

Molto tempo è passato da quella prima tape registrata in maniera che dire
artigianale è un complimento, hahahaha!!! Molto tempo e molti lavori, in questo
momento siamo arrivati a quota sessanta release e penso che sia un buon numero! Nel cuore porterò per sempre due lavori:
"I Giorni Del Combattimento" e "The Black Sun".
Il primo perchè, oltre ad essere stato il nostro primo "successo" è uscito in un momento particolare della mia vita e ha regalato alla band grandissime soddisfazioni, è stato prodotto da Claudio Mariotti per la sua label.
Claudio ci ha lasciati cinque anni fa colpito da vari malori e disgrazie e penso
che questa misera scena italiota abbia perso uno dei suoi più sinceri e
devoti esponenti; una persona che agiva invece di parlare, è stata la prima
persona che ha creduto in noi e il primo a darci una possibilità concreta di
far qualcosa....ONORE!
Il "The Black Sun" è un altro lavoro che ci ha dato un certo prestigio anche se personalmente non lo amo particolarmente, anche questo è
uscito in un periodo particolare delle mia vita, un periodo nero, infatti il
lavoro è carico d'odio e violenza, non c'è nulla di casuale, è il cerchio
ermetico.


Quali sono stati i gruppi che vi hanno influenzato sia a livello musicale che tematico? A tuo avviso, che futuro ha un genere come NSBM e cosa ti aspetti? Quali sono a livello personale dei gruppi meritevoli di menzione e segnalazione, in senso più generalizzato?

Personalmente ascolto/amo un numero incredibile di generi musicali/band
perciò è cosa ardua rispondere; a livello di sonorità per la band penso di
poter citare tranquillamente Absurd, Kristallnacht, Beherith, Blasphemy, la scena
NSBM polacca, ma poi dipende sempre di quale release si sta parlando in
quanto non abbiamo mai fatto uscire due lavori uguali, a volte magari più grind
che black metal oppure più melodici e legati a certe sonorità più lente e
marziali.
Un lavoro che può far capire lo spirito della band penso possa essere il "Live Massacra".
Per l'NSBM mi aspetto una sola cosa, che il movimento continui a crescere ma
che allo stesso tempo vengano sradicati certi preconcetti e ottusità da parte
sia di certe band che del publico, c'è troppa ignoranza in
giro.
Band da segnalare ce ne sarebbero tante, ma quelle straniere son sempre
avvantaggiate, indi mi limiterò al nostro paese:
Propaganda e Corvus Invictus!
Avrei altri nomi in mente ma prima devo capire come stanno realmente le cose perchè oltre la musica (spesso di alta qualità) cerco anche altro.


Avete varie volte suonato live, come è andata e che tipo di rapporto avete con il pubblico? Il concerto è una sede che vi appartiene, oppure e' solamente un mezzo per veicolare maggiormente il vostro messaggio? Potreste raccontarci degli aneddotti che vi sono successi?

Amo molto suonare live! Penso sia la dimensione giusta per portare la
propaganda di Via Dolorosa ai massimi liveli.
In sede live tutto si fa più violento e osceno e la rabbia iconoclasta può essere finalmente liberata!!!!
Forse non tutti apprezzano una cattiveria estrema, ma si sa che froci e
puttanelle gotiche vanno per la maggiore, hahahahaha!!!!!!!
Voglio comunque precisare che abbiamo suonato solo tre volte dal vivo a causa dei soliti problemi di line up e cazzi vari, ma abbiamo avuto il piacere di suonare con band di buon livello come Inverno, Kaiserreich, Horrid.
Il concerto migliore è stato senza ombra di dubbio quello svolto a Bedizzole (BS) il 31/10/2006 ev. , un tripudio di violenza e malvagità, la gente che ha assistito all'evento ancora se lo ricorda per svariati motivi, hehehehehe!!!!
E poi c'era molta gente il che non guasta mai in determinate occasioni.
Ti posso dire che un nostro concerto è cosi:
Intro epicheggiante/guerriero, saliamo sul palco, distruggiamo tutto... e buona sera!
Niente fronzoli, orpeli vari o dichiarazioni inappropiate, solo musica selvaggia e propaganda!


Potresti indicarci i progetti futuri di Via Dolorosa? So che sono in uscita almeno due split, con Malefic Mist e Barbekutioner. Cosa ne pensi dell'attuale scena italiana, ci sono potenzialita' inespresse o vicine all'esplosione? Che tipo di realta' musicale si trova nella vostra regione?

Come sempre le uscite sono e saranno molteplici.
Per fine anno il primo cd professionale "Discipline And Ironfist", un best of con quattro inediti e vari inserti, una moltitudine di split con band italiane (Gaszimmer, T.T. Endless) e straniere (Evil, Lord , Foul, ecc..), spero il secondo full lenght per il 2010, "Immortal Ad Vitam" e altro ancora.
Lo split con Malefic Mist altro non è che una riedizione della cassetta uscita
qualche anno fa per la mia label; questa nuova edizione sarà ultra limitata e
dotata di un grande artwork, in uscita per la Imperialismo Pagano Prod.
Lo split con i Barbekutioner esce per la Sepulcri Tristis Lamentum, una piccola label padovana specializzata in lavori dal packaging ben curato (anche se
artigianale) e in tirature ultra limitate, forse ne uscirà anche una versione
die hard!!
La scena italiana è sempre stata ricca di ottime band, ma anche di tanti
coglioni!!!!!
Sì perchè il problema della scena (se così la si può chiamare) nasce
proprio dai suoi stessi esponenti, quando la gente capirà che così facendo non si va da nessuna parte forse si potrà cominciare a parlare veramente di una scena nazionale.
Lo so che è un'utopia....o forse no.
Stesso discorso lo posso fare per la regione in cui vivo, il Veneto, la cosa
è triste perchè qui qualche anno fa si poteva veramente costruire qualcosa di
grosso e duraturo nel tempo!
C'erano tanti locali per poter suonare, band, label, ora c'è solo tanta gente
che ascolta, ma non sono sicuro che questo sia un bene.


Che caratteristiche deve avere una buona band? Se dovessi descrivere Via Dolorosa con tre aggettivi, quali sarebbero?

Una buona band dovrebbe cercare di avere un suono per quanto possibile
"proprio", non sto parlando in unicità o originalità che sono cose assai rare e
non sempre qualitativamente valide, bensì di cercare un approccio verso la musica
che si crea senza dover per forza ricalcare (plagiare!!) le band più in voga.
Abbiamo veramente bisogno di tremila band che suonano in stile "Transilanyan
Hunger"? Non so se mi son spiegato...
Poi sicuramente prendere la musica per quel che è:
divertimento innanzitutto e libertà di espressione, chi parte con l'idea di diventare famoso e far soldi, beh lascio al lettore immaginare quale sia il mio parere sull'argomento.
Via Dolorosa:
VIOLENZA - INTOLLERANZA - ONESTA'


Grazie per la disponibilita', chiudi l'intervista come credi meglio!

Ti rinnovo i miei ringraziamenti per la possibilita' che mi è stata concessa
di esprimere il mio punto di vista.
NON SO SE MI AMATE...NON SO SE MI ODIATE.....
MA DI SICURO NON VI SCORDERETE!

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MODERN FUNERAL ART




Oggi abbiamo il piacere di scambiare quattro chiacchere con la band doom francese dei Modern Funeral Art, salve ragazzi come state? Che ne direste di parlare un po' di voi, una sorta di presentazione della vostra realtà per chi non vi conoscesse?

Abbiamo formato la band circa 12 anni fa. Pascal alle chitarre, Benoit alla batteria e io Arnaud alla voce. Oggi la nostra line-up è la stessa delle origini, ma devo dire che Pascal non ha suonato sul nostro EP "gateways of slumber" e sul primo LP "hellfire", perché li abbiamo registrati mentre era a studiare in Inghilterra. Quindi a parte il primo demo "almos angels" il nostro nuovo album "doom with a view" è la prima uscita con la line-up delle origini.

Siete arrivati al traguardo del terzo disco e avete un decennio di carriera, cos'è cambiato in questi anni?
Cos'è che vi dona ancora lo spirito e la voglia di comporre musica?

 Ci siamo un po’ frustrati perché quando abbiamo iniziato eravamo ambiziosi, abbiamo voluto unire metal e gothic in un modo che nessuno aveva fatto prima, e pensavamo che sarebbe nato un movimento di band che avrebbero suonato il nostro stesso genere, ma questo non è mai successo. Invece il goth metal è andato o sul versante operistico o sul pop e a noi questo non piace. La cosa che ci manda avanti è l’idea che ancora non abbiamo dato del nostro meglio.Ora, anche se lo facciamo principalmente per noi stessi, tentiamo di fare del nostro meglio anche se sappiamo che non diventeremo mai famosi. Il master del nostro album è stato fatto da Dan Swano, cosa di cui andiamo fieri, e vedremo se prenderlo come produttore per il prossimo.

Il vostro ultimo lavoro "Doom With A View", l'ho trovato molto intenso e particolare, com'è nato? é stato complicato comporlo e creare le atmosfere giuste?

 Quando Pascal è tornado dall’Inghilterra non era sicuro se continuare con noi, non aveva suonato la chitarra o ascoltato metal da anni. Ci volle tempo perché decidesse, ma poi siamo stati felici che abbia ripreso e che sia diventato anche più bravo di prima anche senza aver fatto molta pratica.
ci è voluto un anno per comporre e registrare il tutto. Non eravamo sicuri della giusta direzione da prendere. Abbiamo deciso di fare musica il più pesante possibile utilizzando solo voci pulite. Abbiamo trovato interessante e originale usare una voce pulita molto soft mentre i testi parlavano dell’occulto, di messe nere, di Jack lo Squartatore e di altri argomenti macabri.


Ho apprezzato davvero molto la trilogia di brani che forma "Deathcode Of The Devil Whorshippers", come mai questa scelta ? Cosa rappresenta per voi?

Alla fine degli anni ‘90, quando noi abbiamo iniziato, eravamo nel black metal, senza però prenderlo mai seriamente. Ci piaceva l’aspetto ribelle del black metal, il fatto che non fosse politicamente corretto, ma chiaramente non eravamo per bruciare chiese, profanare tomba ecc… e abbiamo trovato stupefacente che dei teenagers fossero andati così in profondità con questa cosa. E’ da questo che nasce la trilogia. E’ una collezione di luoghi comuni sui giovani che si interessano nell’occulto, che fanno riti nei cimiteri e perdono il contatto con la realtà fino al punto di uccidere o suicidarsi. Questo viene anche dal fatto che la TV ci avverte di continuo dei casi di suicidio tra giovani goth, cosa che noi abbiamo sempre trovato divertente, visto che, a parte vestire di nero e ascoltare questo genere di musica, noi abbiamo sempre amato vivere le nostre vite! Quindi… il suicidio è bello, ma fallo tu per primo! E poi c’é anche il fatto di avere il doppio degli anni di allora e quindi essere un po’ vecchi per essere teenager gotici!

Avete una suddivisione dei compiti interni o vivete la vostra realtà in simbiosi creativa?

Io scrivo i testi e Pascal e Benoît compongono la musica, sia insieme che da soli, dipende...

Le sensazioni che il disco mi ha regalato mi hanno portato molto indietro nel tempo, qual'è il vostro background musicale, da dove attingete per prendere ispirazione o anche solo per ritrovare serenità prima di scrivere?

 A tutti noi piacevano i primi Christian Death anche i primi quattro o cinque album prima che Rozz WIlliams se ne andasse. E poi Joy Division, Bauhaus, The Virgin Prunes, Sisters Of Mercy, Fields Of The Nephilim. Ian Curtis e Gavin Friday dei The Virgin Prunes sono le due maggiori influenze come cantante, quindi si capisce perché i fan del vero metal trovano difficile ascoltarci. Nel metal ci piacciono Tiamat, Katatonia, Cathedral, In The Woods, Godsend, Entombed e tanti altri, troppi per citarli tutti.

Come sta andando la promozione del disco, come vi state muovendo e cosa sta facendo la label in tal senso?

La promozione è appena partita, quindi è ancora presto per dirlo. Spero che l’etichetta faccia un lavoro intelligente, perché la nostra musica non è facile da vendere. Non possiamo andare sui fan del metal duro e puro perché la voce è troppo soffice, non sui gotici perché le chitarre sono troppo pesanti, ma una via di mezzo, bisogna essere aperti mentalmente per amare la nostra musica.

Avete una dimensione live? Ci sarà possibilità di vedere una vostra esibizione qui in Italia?

Sorry… non suoniamo live. Ci sarebbe piaciuto venire in Italia, a noi piacciano i Death SS...

Com'è la scena francese per quanto riguarda il vostro stile? con chi vorreste collaborare e quale ritenete la band di maggior rilevanza?

 Scena francese ohhhhhhh ……. Alcune band come gli Ataraxie o I Punish Yourself sono molto toste e meritano un riconoscimento internazionale.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dai Modern Funeral Art?

Stiamo lavorando su nuovi pezzi. Stiamo facendo un duro lavoro e penso che suoneranno alla grande.

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ERODED - Eroded


Informazioni
Gruppo: Eroded
Anno: 2009
Etichetta: Konqueror Records
Autore: Leonard Z

Tracklist
1. Inceptive Point of Vengeance
2. Sunless Jubilation
3. The Harmful Order
4. Vertex On Siege Divine
5. Reduced To One
6. Symmetric Killing Synthesis
7. Arise Through Katalepsy
8. The Ultraidol Sycophants
9. Unbounded Soulless Scene

DURATA : 39:58

Ed eccoci a una band di casa nostra che, a sei anni dalla sua formazione, sforna il primo cd sotto l’egida della Konqueror Records di Singapore, etichetta conosciuta per la sua passione per il sound svedese dei primi ’90. Il lavoro in questione non è un vero e proprio debut, ma la ristampa su cd dei loro due demo: “Test The Grace Infliction” del 2007 e “Banner Of The Unrest Exile” del 2006. Iniziamo col dire che il prodotto si presenta bene: la cover, disegnata da Adam Zaars è perfetta, il booklet contiene i testi e le foto della band, oltre alle copertine dei due demo. Dal punto di vista delle canzoni quello che ci propongono gli Eroded sono nove pezzi di puro Death Metal svedese nella vera maniera (ho detto vera, non vecchia!), secondo i canoni impartiti da gruppi storici quali Entombed (prima che perdessero la testa) e Grave. In particolare i Grave sembrano il vero punto di riferimento del gruppo, sia per quanto riguarda la struttura dei pezzi che il suono complessivo del lavoro, che rimanda fortemente al capolavoro “You’ll Never See”. Da questa descrizione sapete già cosa aspettarvi: suono di chitarra partorito dal pedalino Heavy Metal 2 della Boss+Marshall, voce gutturale, batteria in 4/4, rallentamenti, assoli col giusto tocco di melodia. I pezzi sono trascinanti e hanno tiro. A quanto pare i ragazzi hanno ben chiara l’identità della band, che non si limita a clonare un genere, ma che apporta il suo contributo in maniera più che dignitosa. Diciamo che se gli Entombed, invece di propinarci “Wolverine Blues”, avessero fatto uscire un album su queste coordinate sarebbero ancora una delle mie band preferite! Se dovessi trovare un unico difetto al lavoro è il diverso livello qualitativo dei due demo. I primi pezzi del cd, che provengono da “Test The Grace Infliction”, sono nettamente superiori sia per qualità di registrazione che strutturazione ed esecuzione. D’altra parte questo è anche un bene, visto che questo lavoro mostra una band lanciata verso una crescita artistica che sembra migliorare di anno in anno e questo cd lo testimonia in pieno. Non ci resta che attendere la band al loro vero debut, perché se le premesse sono queste possiamo dire che abbiamo davvero un pezzo di Svezia in Italia! Per i lettori: comprate questo lavoro, i ragazzi lo meritano… e anche le vostre orecchie!

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L'ORDRE DU TEMPLE - In Hoc Signo Vinces


Gruppo: L'Ordre Du Temple
Anno: 2007
Etichetta: My Funeral Records
Autore: Leonard Z

Tracklist
1. Sancta Sanctorum
2. Nine Shadows Behind The Temple
3. Waiting for a God's Sign
4. Et In Arcadia Ego
5. The Knight's Dream
6. What Magic Is, What Are The Parts Thereof, And How The Professors Thereof Must Be Qualified
7. In Lode De L’Asino
8. Libellus Veneris Nigro Sacer

DURATA : 42:46

Debut album per il progetto solista di Count David con i suoi L'Ordre Du Temple. La prima cosa che mi colpisce di questo prodotto è il packaging: un digipack in dimensioni da DVD molto ben confezionato con un artwork che rimanda al medioevo e alle gesta dei Templari. Le otto tracce presenti in questo lavoro mi spiazzano: mi sarei aspettato qualcosa di tradizionalmente black metal e invece rimango stupito dall’accorgermi che la via percorsa dal musicista in questione è un misto tra ambient, folk e black metal. Se dovessi accostare gli L'Ordre Du Temple ad un’altra band direi immediatamente: Summoning! Certe scelte sonore sembrano proprio giungere dal sunnominato progetto austriaco (come ad esempio il suono dei synth, che paiono strappate dall’album “Dol Guldur”), mentre altre come uno screaming meno sussurrato e più marcio, e l’uso delle chitarre in perfetto stile black metal ne prendono le distanze. I testi di “In Hoc Signo Vinces” non ci proiettano in mondi fantasy, ma nel nostro passato, scavando nella storia dei movimenti ereticali medioevali e nella tradizione dell’esoterismo occidentale. Uno dei pezzi più avvincenti dell’album (insieme a “Nine Shadows Behind The Temple”) è “In Lode De L’Asino”, dove si cita Giordano Bruno (mandato al rogo dalla Chiesa Cattolica nel 1600 per eresia) e la sua visione critica secondo cui la Chiesa vede nell’ignorante fiero di non conoscere e di non sapere nulla (l’asino) il massimo esempio di fede e santità. In definitiva: un album da avere senz’altro se siete amanti delle sonorità medioevali e di un certo black metal colto che non si limita ai soliti cliché. Per quanto mi riguarda posso dire che sia questo album che “Oath Bound” dei Summoning arrivarono a casa mia lo stesso giorno. Riponevo grandi speranze nel lavoro dei Summoning e poche in quelle di questo progetto italiano (lo ammetto: puro pregiudizio), ma mi sono dovuto ricredere. “In Hoc Signo Vinces” è girato molte più volte nel mio lettore di quanto non abbia fatto il suo rivale austriaco.

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MODERN FUNERAL ART - Doom With A View [Mourning]


Informazioni
Gruppo: Modern Funeral Art
Titolo: Doom With A View
Anno: 2009
Titolo: Doom With A View
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/modernfuneralart
Autore: Mourning

Tracklist
1. State Of The World
2. Sol Invictus
3. Alexander
4. Mary Jane Kelly
5. Dante In The Dusty Woods
6. Friends Of Hell (Deathcode Of The Devil Worshippers Part 1)
7. Suicide Pact (You First) (Deathcode Of The Devil Worshippers Part 2)
8. Around The Graves (Deathcode Of The Devil Worshippers Part 3)
9. The Dance

DURATA: 41:40

La formazione francese dei Modern Funeral Art ha ormai raggiunto e oltrepassato il decennio di carriera, quest'anno ha rilasciato tramite autoproduzione il secondo disco intitolato "Doom With A View". La musica ha fatto un netto passo in avanti rispetto a un "Hellfire" dove gli spunti interessanti non mancavano di sicuro, ma che era ancora privo di una maturità artistica definita.

È un lavoro che concilia la potenza classica del doom nelle sue aperture più ampie a melodie riflessive e distensive, costellato da stilettate tendenti a un grigiore che richiama certe atmosfere dei Katatonia. Il sound è devoto a formazioni quali potrebbero essere i Pagan Altar o i Witchfinder General, quelle che seppur rimaste incastrate per motivi sconosciuti nell'underground di culto senza divenire maestri hanno però appreso ed elaborato al meglio la lezione impartita da Black Sabbath, Black Widow e dalle band occult rock storiche come i Coven.

Un viaggio intimo eppur possente quello che viene scandito dalle note insite in "Doom With A View", dove non vi sono passaggi dominanti, la sua compattezza e l'animo rendono fondamentale l'ascolto di tutte e nove le tracce per avere coscienza completa dell'album. La voce straniante di Arnaud col suo timbro alle volte sgraziato e quasi irriverente nella pronuncia bene s'accosta alle composizioni, è difficle scegliere un brano di spicco, è facile al contrario lasciarsi andare ed essere sedotti dalla beltà di una "Sol Invictus" o di una "Mary Jane Kelly" nelle loro esposizioni complicatamente semplici. Il disco si snoda con una naturalezza invidiabile trasportando l'ascoltatore con sè, ogni attimo è una scoperta, un qualcosa in più che questi artisti ci regalano. Con "Dante In The Dusty Woods" i ritmi si fanno più arcigni e propensi a indurire il sonoro, vi è una vena che potrebbe essere riconducibile ad alcune scelte di Akerfeldt e soci, anche se la scorrevolezza sembra quella di un certo stile darkwave ottantiano, carico di piglio e accattivante nel gusto. La triade che compone il "Deathcode Of The Devil Whorshippers" ("Codice Di Morte Degli Adoratori Di Satana") formata da "Friends Of Hell", "Suicide Pact" e "Around The Graves" è da considerarsi chiaramente come un unico percorso di cui fruire e gode di varie sfaccettature vocali, un riffing interessante e la batteria ha un ruolo importante nella sua evidente espressività. Arrivare in fondo al disco è stata cosa piacevole, tocca a "The Dance" salutare l'ascoltatore con le sue note, offrendo una conclusione degna.

La formazione è in piena forma, ispirata, non lascia buchi nè soluzioni al caso, piazza canzoni una più bella dell'altra, passando da fasi acustiche ad altre intraprendentemente volitive o ancora chiaramente oscure. Il lavoro fatto dagli strumenti è di gran valore, si intrecciano e ricamano trame complesse, riuscendo comunque ad arrivare con una semplicità quasi disarmante. Se della vocalità di Arnaud (basso/voce) ho già accennato, è giusto tessere le lodi anche di Benoît Sangoï (batteria) e Pascal N'Guyen (chitarra), trio affiatato e che sa decisamente quello che cerca e che vuole ottenere.

Se aveste bisogno di un riparo musicale in una giornata uggiosa che v'accompagni e contemporaneamente vi dia la carica, beh "Doom With A View" fa decisamente per voi.

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DOOMSWORD - Resound The Horn


Informazioni
Gruppo: DoomSword
Anno: 2002
Etichetta: Dragonheart
Autore: M1

Tracklist:
1. Shores Of Vinland
2. Onward Into Battle
3. The DoomSword
4. MCXIX
5. For Those Who Died With Sword In Hand
6. The Youth Of Finn MacCool
7. Resound The Horn: Odin's Hail

DURATA : 50:11

Chi mi conosce bene in ambito musicale o ha letto le mie recensioni su queste pagine dovrebbe sapere che il mio genere prediletto è il black metal, eppure una parte piccola ma significativa del mio cuore pulsa per le sonorità più epiche e proprio l'Italia negli ultimi anni può orgogliosamente rivendicare la presenza di ottimi esponenti quali Rosae Crucis, Holy Martyr, Wotan e Doomsword. "Resound The Horn" è il secondo album di questi ultimi, si compone di sette valorosi inni per un totale di cinquanta minuti di ascolto ed esce nel 2002 per Dragonheart.
La ricetta musicale è tanto semplice quanto di grande efficacia, si tratta di un epic/doom fiero, dinamico, virile, senza cali di tensione lungo la tracklist ma soprattutto mai pacchiano: scordiamoci quindi certi eccessi dei Manowar, effetti speciali sotto forma di giganteschi arrangiamenti orchestrali o fiacchi ritornelli ripetuti allo sfinimento (chi ha detto Rhapsody?). Ogni singolo pezzo è una perla che meriterebbe un'accurata analisi, fra queste segnalo la sostenuta "For Those Who Died With Sword In Hand" che presenta anche un'apertura di stampo più heavy, "The DoomSword" per l'alone oscuro di derivazione Candlemass e la conclusiva "Resound The Horn: Odin's Hail" per l'immensa carica di pathos vichingo, caratteristica che si ritrova comunque in ogni nota e porta l'ascoltatore ad alzare virtualmente in alto il proprio corno ed intonare a squarcia gola le valorose strofe dei brani.
Potrei dilungarmi ancora sottolineando la grande prova vocale di Deathmaster o illustrando le tematiche trattate nei testi ed invece non voglio togliervi il piacere della scoperta.
Concludo dicendo solo che "Resound The Horn" è uno di quei dischi per cui personalmente mi è quasi impossibile trovare le parole adatte per descriverne al meglio l'apprezzamento, nella mia esperienza fu amore a prima vista, pardon ascolto: bastò infatti un singolo giro sul mio stereo per consacrare a vita i Doomsword fra i più grandi. E ancora oggi questo capolavoro non ha perso un briciolo di vigore, risvegliando sempre le stesse sensazioni della prima volta.

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THE DYING SEED - The Dying Seed



Informazioni
Gruppo:The Dying Seed
Anno:2009
Etichetta:Self-Released
Autore:Mourning

Tracklist:
1. Intro
2. You Are My Way
3. Revolver
4. Phoenix
5. Dreams Of A Dying Seed
6. Lapidation Of The Weak

DURATA: 21:42



L'onda stoner/metal dilaga, il movimento che si rifà ai classici dell' hard rock tingendo i riff d'atmosfera e arrichendola con inserti heavy ha ormai preso piede in maniera straripante.
Manda evidenti segnali di procreatività continua e di livello qualitativo superiore, mentre i generi forse più classicamente legati al mondo metallico purtroppo tendono a fase di ristagno.
E' un vissuto più genuino, meno costruito, i dettami arrivano dall'immediatezza spregiudicata del rock e dalla voglia di suonare senza compromesso, cosa più facile da riscontrare ormai in tale stile che nel black, branca definitasi elitaria per nascita e diventata popolare per moda.
I The Dying Seed al loro primo lavoro omonimo sfornano sei tracce elettrizzanti.
Si può respirare l'anima desertica oltreoceanica, la forza esplosiva di miti settantiani come i Black Sabbath, la tagliente aggressività di un riffing che per alcuni rimandi sembra pescare nel thrash degli Slayer primordi.
E' inevitabile direi quasi impossibile escludere in tale caso realtà che hanno segnato lo sludge: i Down di Phil Anselmo o i Crowbar per la loro pesantezza e lo stile dal gusto aspro.
Cos'è allora lo stoner odierno, questa derivazione più estrema degli stilemi madre?
Se l'"Intro" iniziale e "Dreams Of A Dying Seed" si prestano bene come antipasto alle canzoni a cui danno apertura, il quartetto di brani d'assalto non fa che incrementare la voglia d'ascolto.
Gli episodi sono effettivamente ognuno di natura differente e rispecchiano il percorso scelto dalla band.
L'impatto di "You Are My Way" con un riff meno metallico potrebbe tranquillamente riportare alla mente il Kyuss style.
In brani come "Revolver" e "Lapidation Of The Weak" (stupendo l'inserto d'organo ad orpello in quest'ultima e il tratto orientaleggiante riportante all'intro), mettono in chiaro il proprio concetto di tale sound che si realizza sotto forma di un vero e battente attacco.
Non si risparmiano divagazioni o esplorazioni nei territori musicali citati, una cultura ampia che non ha interesse a fossilizzarsi.
E' anche vero che rimane ancorata (involontariamente o meno a seconda della proposta e della gestione degli influssi) a una visione passata che comunque ne esalta le composizioni.
La produzione è ben calibrata per quanto riguarda basso e chitarra, perde di vista solo la cassa che nei momenti delle accelerazioni tende a diventare sin troppo presente.
La confezione in cui risiede il disco è un cartonato apribile grigio con il logo della formazione in facciata molto carino e pratico.
Di pecca c'è una forte dose di derivazionismo presente comunque nella maggior parte dei lavori rilasciati, il problema della personalità propria non è un qualcosa che si risolve nè in un giorno nè in anno.
Una buona prova, un passo a cui adesso toccherà dare una successione evoluta nel tempo.

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WINTERBLOOD - Incantazione


Informazioni
Gruppo: Winterblood
Anno: 2009
Etichetta: Witchcraft Record
Autore: Akh.

Tracklist
1. Incantazione
2. Catena Invisibile

DURATA : 40:25

Torna Winterblood di Stefano Senesi con questo cd uscito presso la Witchcraf Rec.
Chi segue questo progetto potra' immediatamente rilevare un approccio musicale lievemente differente, diversita' che gia' si era intravista con il precedente "Fohn".
Una produzione piu' curata e dall'aria meno sintetica indica la ricerca di una maggior profondita', una profondita' che a sua volta si staglia percettibilmente verso l'alto che richiama a se forze Tradizionali, solamente degli ignoranti non sentirebbero il collegamento fra la frase riportata del booklet e la musica espressa:

"Il ponte che mi unisce al cielo
è il raggio invisibile
Che illumina questa valle...".

Le ambientazioni musicali rimangono assolutamente dilatate, distese, come tappeti soffici che ristorano lo Spirito, non a caso il termine "Incantazione" è stato utilizzato per questo "nuovo" corso, che ha potere ammaliante e magico nel senso piu' aperto del termine, che come un simbolo attende di essere captato dall'Uomo.
Anche "Catena Invisibile" rimane legata al medesimo filone ed anche in questo frangente il libretto soccorre l'ascoltatore piu' disattento indicandogli la strada e la direzione per assorbire e godere delle emanazioni solari; ma ennesimamente se la propensione all'ascolto è coadiuvata da un animo incline e volitivo.
Il brano percorre i suoi venti minuti maestosamente, inframezzato da timpani che suonano marziali e giudici imparziali delle scelte intraprese, come se potessimo avvertire tutto il peso che la Piuma d'Oca avra' per il nostro cuore se puro.
Un album semplice e complesso allo stesso tempo, mai come in questo caso l'ascoltatore e il suo Spirito saranno non i giudici, ma i termini per comprendere...

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ALLEY - The Weed




Informazioni
Gruppo:Alley
Anno:2008
Etichetta:BadMoodMan Music/Solitude Prod
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Duhkha
2. Coldness
3. Dust Layer
4. Hessian Of Rime
5. Fading Fall
6. Jaded Mirrored
7. Days For Gray

DURATA: 01:03:33



La band russa degli Alley è una delle tante realtà che nell'anno passato hanno esordito con un debut album, il loro genere è quel progressive death metal che tanto caro è a gente come gli Opeth.
Sì perchè la formazione prende a piene mani da quest'act rischiando quasi il plagio sotto molti punti di vista, il sound che compone il loro "The Weed" infatti è totalmente debitore allo storico combo di Akerfeldt e soci che la fa da padrone sia nelle scelte più legate alla parte Death, dove sembrano ricordare "Blackwater Park" o "Deliverance", così come in quelle più alternativo progressive che chiamano in causa le ultime opere "Ghost Reveries" o l'altalenante "Watershed", solo in brevi sprazzi potreste riscontrare qualcosa di ricollegabile ai Cynic.
E' vero che mettendolo on air entreremo in un circuito musicale già conosciuto, c'è però da dire che i ragazzi ben rappresentano le creature da cui attingono mancando magari di personalità ma denotando una passione e studio per lo stile non discutibile.
Che sia "Coldness", "Dust Layer" o "Days For Gray" ad arrivare al vostro orecchio avrete a che fare con brani ben composti ed eseguiti che vi accompagneranno piacevolmente.
Le prove dei singoli non sono perfette perchè anche clonare i maestri non è poi cosa semplice, c'è qualche sbavatura ma nulla di realmente penalizzante, la produzione poi è decisamente adatta alla proposta.
Dato che gli Alley hanno un'anima tipologicamente derivativa, mi auguro vista la loro preparazione tecnico/compositiva magari non in un pieno cambio di rotta ma almeno in un tentativo che metta in risalto i caratteri insiti in questa formazione.
"The Weed" è un album di cui consiglio l'ascolto, non diverrà un pezzo fondamentale della vostra collezione ma è di sicuro gradimento se il genere è nelle vostre corde.

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BELPHEGOR - Bondage Goat Zombie


Informazioni
Gruppo: Belphegor
Anno: 2008
Etichetta: Nuclear Blast
Autore: M1

Tracklist:
1. Bondage Goat Zombie
2. Stigma Diabolicum
3. Armageddon's Raid
4. Justine: Soaked In Blood
5. Sexdictator Lucifer
6. Shred For Sathan
7. Chronicles Of Crime
8. The Sukkubus Lustrate
9. Der Rutenmarsch

DURATA : 39:44

L'approdo di un gruppo su Nuclear Blast è sempre visto con sospetto, e non di certo a torto, dai fan più oltranzisti di una band. Un contratto migliore ed un battage pubblicitario continuo infatti spesso vanno a braccetto con produzioni standardizzate, suoni plastificati ed inclini al compromesso per accontentare fette di pubblico sempre più vaste. Se avvisaglie di questi pericoli c'erano state per qualcuno già col precedente "Pestapokalypse VI", "Bondage Goat Zombie" viene ad essere la prova del nove.
I Belphegor tentano di sottrarsi a questa triste logica (commerciale) utilizzando le armi di un songwriting abbastanza ispirato, varietà compositiva ed un paio di novità, forti anche di una preparazione tecnica e di un'esperienza che derivano da oltre quindici anni di carriera. Operazione questa che riesce solo in parte dato che la voglia di estremismo dei Belphegor risulta un po' anestetizzata dalla produzione troppo pulita e non di certo dalla melodia, elemento già presente ed amalgamato ottimamente al black/death del trio austriaco nel gioiellino "Lucifer Incestus". Penso sia questo il motivo per cui ad un mio entusiasmo iniziale è subentrato un certo disinteresse al disco, ad eccezione di un poche canzoni. Fra queste devono essere citate la title-track (dalla quale è stato realizzato un video) vera hit del disco, potente e trascinante e "Shred For Satan" per quanto riguarda i momenti in cui il gruppo pesta il piede sull'acceleratore con ottimi risultati, "Stigma Diabolicum" per il suo rallentamento sulfureo e "The Sukkubus Lustrate" in cui Helmuth si cimenta in clean vocals gracchianti dal tono drammatico ma riuscite.
La musica quindi rimane quel death metal dalle venature black, molto pulito, con brani facilmente distinguibili e talvolta refrain di buona presa; le tematiche invece questa volta sono dedicate al marchese De Sade e vengono riprese con puntualità all'interno del booklet in una sorta di visione porno-satanista dove a stonare però è l'immagine di copertina, davvero pessima.
Ennessimo album dignitoso per i Belphegor e che potrà comunque soddisfare chi ama i suoni più moderni, incrementando così ulteriormente la base di fan del gruppo.

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BLOODLINE - Hate Procession


Informazioni
Gruppo: Bloodline
Anno: 2009
Etichetta: W.T.C. Blut & Eisen
Autore: Akh.

Tracklist
1. Intro: Berzloj
2. The Great Becoming
3. Order Of The Parasite
4. The Stampede
5. Jerusalem Addio
6. Day Of The Vulture
7. Total Peace
8. Après Moi, Le Deluge (Bonus Track, presente solo nell'edizione vinile o digipack)
9. Hidden Track (Bonus Track, presente solo nell'edizione vinile o digipack)

DURATA : 56:00

Signori, se lo avessi saputo prima, questa per me sarebbe stata indubbiamente fra le uscite piu' attese del corso di quest'anno; invece mi è arrivata la notizia assolutamente inaspettata e come sovente succede, la mia attenzione a questa nuova uscita dei Bloodline è stata spasmodica ma al contempo piena di aspettative, che potevano far prevedere le piu' catastrofiche delle delusioni.
Le curiosita' si palesavano pure nell'espressione artistica con la quale i nostri svedesi si sarebbero presentati, in quanto nel precedente mini "The Citadel Of Everlasting Tyranny" mi avevano spiazzato con un lunghissimo pezzo di Dark Ambient, scuro, monotono e monolitico, da qui i dubbi sull'attuale scelta stilistica (Released digitally only on Misantrof ANTIRecords. Can be downloaded for free here:
http://www.misantrof.net/mma_bloodline.htm ).
Torniamo al presente, i Bloodline sono una formazione assolutamente rivoluzionata ad eccezione del mainman Sasrof (Diabolicum), che stavolta sceglie di avvalersi di componenti provenienti da Onskapt, Naglfar, Setherial, Shining, in pratica l'ennesimo Dream Team.
Le danze si aprono con l'intro "Berzloj" un intro classicamente elettronico che gia' mi riporta alla mente i sopraccitati Diabolicum per fredezza e cinismo, ma l'arrivo di "The Great Becoming" una suite di tredici minuti ci fa vedere che i Bloodline sono una metal band con le eccezioni del caso come chi conosce Sasrof puo' gia sapere.
Il brano è una gioia per le orecchie di chi attendeva il padre padrone dei Diabolicum da anni; ritmiche marziali, tastiere evocative e campionamenti crudi mi ammaliano immediatamente creando una tensione che non provavo da tempo, chitarre lente e laceranti vengono sovrapposte a vocals disperate e crudeli a cui certi lievi arrangiamenti fanno da contraltare, a mio avviso mai titolo fu piu' azzeccato, veramente un immenso ritorno!
L'impressione è che piu' che avere un filo conduttore con "Werewolf Training" ci sia un ritorno all'epoca dell Ep "A Pestilence Long Forgotten", in cui a sprazzi l'influenza dei Diabolicum fa capolino, e cio' non puo' farmi che piacere.
"Order Of The Parasite" è un pezzo che va oltre i dieci minuti, ma anche in questo caso non esiste altro che soddisfazione per come il brano sa svilupparsi, i tempi rimangono abbastanza lenti e cadenzati, mentre sono gli arrangiamenti e le parti vocali a prendersi la ribalta facendosi apprezzare in toto, per intensita' profusa.
"Jerusalem Addio" e "Day Of The Vulture" ci accompagnano per altri diciassette minuti, dove i ritmi variano leggermente e le chitarre si ritagliano spazi interessanti ed in alcuni frangenti si annusano quasi tempi industriali, in altri frangenti le composizioni accelerano i ritmi in altri ancora divengono piu' riflessive, ma sempre mantenendo alto il tasso di eccitazione, che non scema mai anche a causa di arrangiamenti ipnotici e a volte tremoli, su cui cala l'attenzione, il riffing semplice e diretto non fa' che accentuare tali risultati.
Con "Total Peace" il cd ordinario si conclude, sorprendendo l'ascoltatore nuovamente con un pianoforte che intesse una melodia quasi sognante su cui una concitata parte vocale stride creando quel sapore agrodolce delle creazioni di Sasrof.

Le due bonus track presenti nelle edizioni limitate sono a mio avviso le due anime che ben si manifestano profondamente in questo disco, se "Après Moi, Le Deluge" è uno spoken word campionato che fa del cinismo sonoro il suo verbo, non possiamo dire altrettanto del brano nascosto in chiusura, un brano incredibile in cui una chitarra pesa, si mette a disposizione ad arrangiamenti vocali e di flauti e a melodie da serie televisive anni '70, che vi lascera' esterefatti, solo per quest'ultimo brano sarebbe da accaparrarsi la versione digipack.

In ultima analisi, non posso che dirmi assolutamente soddisfatto del ritorno di quel genio di Sasrof (augurando che prima o poi anche i Diabolicum possano tornare a demolire il pianeta con una nuova proposta), consigliato a chi sa aprirsi a nuove frontire del Black Metal, per gli altri che restino nel proprio oblio, le delusioni in questo caso sono opera di altri.

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CRUCIFIED MORTALS - Promo 2009




Informazioni
Gruppo:Crucified Mortals
Anno:2009
Etichetta:Self-Released
Autore:Mourning

Tracklist:
1.Masked Murder (Taken From "Converted To Decapitation" Ep 2004)
2.Nosferatu (Taken From "Kill Upon Command" Ep 2005)
3.Kill Upon Command (Taken From "Impious Trilogy" Split 2007)
4.Traitor To The Netherworld (Taken From "Ghastly Affliction" Split 2008)

DURATA: 14:53

Band dell'underground americano attiva dagli inizi del nuovo secolo con al suo interno membri dei Nunslaughter.
La proposta è un marcio e cattivo thrash metal con influenze che vanno dagli Slayer ai Sacrifice con una vena spesso ricollegabile ai Kreator.
I quattro brani che compongono il promo gentilmente offerto dai ragazzi ripercorrono in pratica la carriera sinora sviluppatasi dato che ognuno d'essi è stato estratto da uno dei lavori pubblicati fino ad oggi.
Il risultato che ne vien fuori è un quarto d'ora d'incontaminato metal rozzo e suonato come si deve, è vero anche che per quanto la coerenza sia un punto forte della formazione si noterà come da una "Masked Murder" estrapolata da "Converted To Decapitation" del 2004 alla conclusiva "Traitor To The Netherworld" presa invece da "Ghastly Afflicition" del 2008 il tiro ed alcune soluzioni siano state rettificate e rendano sicuramente di più con un complessivo inasprimento del sound ancora più incisivo rispetto agli inizi.
Inutile dire che la violenza sonora è il comandamento che li guida così come le liriche sono incentrate su tale aspetto, la produzione è andata migliorando con gli anni dando anche risalto alla musica, è gente che seriamente calca la scena da tanto ormai e si riconferma anche nei progetti collaterali alle band madre.
Aspettando un full-lenght (sperando abbiano intenzione di pubblicarlo) cercate i loro split o ep sapranno farvi sbatacchiare a dovere!

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domenica 27 dicembre 2009

THE DAMNATION


Oggi con noi la death/thrash band tedesca dei "The Damnation".
Intanto bevenuti su Aristocraziawebzine e grazie della vostra disponibilità.
Che ne direste d'iniziare presentandoci la band nella sua formazione e storia?

The Damnation esistono fin dal 2003. L'attuale lineup è formata da Michael Meyer (chitarra e voce), Lutz Neemann (chitarra), Lars Gonemeier (basso), Swen Ludwigs (batteria).
Nel 2006 abbiamo registrato il nostro album di debutto "Into The Pits Of Hell".
Il nuovo album "Evilution" è stato da poco rilasciato dalla Psycho Records, un'etichetta polacca che ci fornisce enorme supporto.

Dopo anni in cui il death è stato tartassato da blast inferociti e velocità folli si sta finalmente riscoprendo il valore delle origini, voi ne siete una versione moderna ed accattivante, quali sono le realtà guida che vi hanno influenzato ed appassionato?

Siamo stati influenzati da molti gruppi dei tardi anni ottanta o primi novanta quali Morbid Angel, Slayer, Testament, Exhorder, Death, Massacre, Monstrosity, Malevolent Creation, Demolition Hammer e moltissimi altri.
Ci piacciono molto anche gruppi più tradizionali, come Merciful Fate, Judas Priest e altre bands del genere - gli Annihilator sono molto fighi.
Altre influenze, ancora, le abbiamo ricevute da cose più recenti come Necrophagist o Krisiun.

Dopo il vostro debut targato 2006 "Into The Pits Of Hell" è uscito da poco il vostro nuovo disco "Evilution" per Psycho records.
Ce ne volete parlare? Cos'ha di diverso rispetto al suo predecessore?

 
Penso che il songwriting di "Evilution" sia migliore rispetto a quello di "Into The Pits Of Hell" - abbiamo dei pezzi molto accattivanti questa volta.
Il suono di "Evilution" è migliore di quello di "Into The Pits Of Hell". Abbiamo registrato nei Soundlodge Studio e siamo davvero soddisfatti del suono che ha il disco, anche se siamo ancora convinti che "Into The Pits Of Hell" sia a sua volta un buon disco.
Musicalmente ci siamo posti l'obiettivo di fare la stessa musica che vorremmo ascoltare, e vogliamo sempre migliorarci. Questo però senza ammorbidirci come hanno fatto altri gruppi, capisci cosa intendo. Vogliamo suonare brutal death metal compatto e diretto con qualche spruzzata thrash, penso che questa caratteristica dei Damnation non cambierà mai.


Ci sono state difficoltà nel comporlo? Come sono divisi i compiti compositivi musica/testi?

 
Cerchiamo sempre di comporre al meglio. A volte non è semplice, le buone idee non arrivano tutti i giorni. Altre volte stai componendo merda e sei convinto che sia roba buona, prima della registrazione di "Evilution" abbiamo dovuto buttare via diverse canzoni poichè erano troppo deboli.
A volte succede, quindi componiamo un sacco di canzoni, ma non tutte vale la pena di registrarle.


La Germania si sta distinguendo per realtà che coprono tutto l'ambito del death da quello più brutale prendendo ad esempio ai Despondency, quello più innovativo e melodico con band come i Neaera e Fall Of Serenity e nel classico
con i sempreverdi Fleshcrawl.Come vivete la scena di casa vostra e che rapporti ci sono fra le varie band?

 
Siamo in contatto con un sacco di gruppi tedeschi. E' bello vedere che ci sono tante band diverse nel nostro Paese.
Non conosco i Neaera e neppure i Fall Of Serenity, ma rimedierò. Nel 1999 abbiamo suonato con i Fleshcrawl con il nostro vecchio
gruppo, gli Act Of Fate - era un gruppo davvero valido. Suonavano come il buon vecchio death svedese.
Personalmente non sono parte di altri progetti, ma il nostro secondo chitarrista Lutz suona anche in un gruppo chiamato Battue.
Fanno un death più melodico; roba valida, dateci un ascolto!

Il metal è in continua evoluzione, cosa ne pensate della scena mondiale odierna e se doveste scegliere cosa eliminereste da essa?

 
I primi anni novanta erano davvero una figata, bei tempi per il death metal. Oggi abbiamo molti meno gruppi che suonano vero death metal e masse di Blast Bands superveloci che non trasmettono alcuna emozione, e non trovo sia una buona cosa.
Apprezzo sia la musica veloce che quella molto veloce, ma ci sono molti gruppi la fuori che suonano in modo ridicolo.
I miei gruppi preferiti più recenti sono Necrophagist e Krisiun, per esempio. Sono grandi musicisti e suonano death ad alta velocità, ma con sentimento e groove. A mio avviso la musica dei primi anni novanta era decisamente meglio, c'era come una carica emotiva allora, mentre oggi è scomparsa, non so come spiegare. Ovviamente non voglio cancellare niente dalla scena, ognuno è libero di esprimere la propria arte nel modo che preferisce, ma personalmente non apprezzo i gruppi creati per divertimento. Mi piace divertirmi, ma la musica dovrebbe essere seria - haha.


Credo che per qualsiasi band il momento di salire il palco e donarsi al pubblico sia quello più esaltante, adesso però molto si svolge anche sulla rete, che rapporto avete con i vostri ascoltatori nell'una e nell'altra sede?

 
Suonare sul palco è sempre molto eccitante, ci piace davvero tanto. Il 18 Luglio suoneremo a Sthrashydlo, a Ciechanow (Polonia).
Il 4 settembre al Northern Flame Festival a Suurhusen vicino alla nostra città. Questi saranno gli highlights del 2009!
Internet è un mezzo molto comodo per comunicare, per parlare con persone così lontane, Myspace è molto utile, chiunque può sentire la tua musica.
Ma si stava meglio quando internet non c'era sul serio.
Forse è diventato troppo facile ascoltare musica. Tutti vogliono musica gratis, la gente pensa che gli mp3 offrano la stessa qualità del cd.
Sfortunatamente lo stato delle cose attualmente è questo. Non penso sia una buona situazione per tutta la scena musicale, insomma.


Siete in Tour adesso e c'è possibilità di vedervi qui da noi?

 Forse, se ci viene proposto qualcosa di interessante... Mi piace l'Italia.

Di solo Metal purtroppo è difficile vivere, cosa fate al di fuori e com'è la vostra vita al di fuori d'esso?

 Abbiamo tutti lavori regolari. Sven lavora come educatore con i disabili, Lutz è un elettricista, Lars lavora nell'amministrazione e i miei impieghi variano di quando in quando. Sfortunatamente non ho ancora trovato il lavoro adatto a me.

Vi faccio un bocca al lupo per i prossimi impegni e vi lascio l'ultima battuta per un saluto o qualsiasi cosa vi passi per la testa.

 
Grazie mille per questa intervista e per il vostro supporto, apprezziamo molto! Ciao Italia!
Michael.

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